Cipro, la morsa della crisi


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Braccio di ferro con la Ue, Anastasiades minaccia le dimissioni

Negoziati tesi proseguono nella notte. Moscovici: no fuori da euro

Ultima notte per salvare Cipro ed evitare che esca dall'euro, uno scenario che nessuno si sente di escludere ma che tutti vogliono evitare: a Bruxelles la trattativa e' a oltranza, e ai massimi livelli, per arrivare ad una soluzione che tenga il Paese ancorato all'eurozona. Ma il negoziato tra Ue-Bce-Fmi e Cipro e' molto duro, tanto che il presidente Anastasiades, che guida la sua delegazione, arriva a minacciare le dimissioni a cui, dice, lo vuole spingere l'Europa. E l'Eurogruppo convocato per le 18 comincia solo a tarda serata. Il problema e' che l'Europa vuole 'salvare' il Paese ma 'rifondando' la struttura economica dell'isola, mettendo fine alla sua ''economia-casino'''. E Cipro cerca di resistere. ''Vi propongo una cosa e la rigettate, ve ne propongo un'altra e la rigettate, che volete che faccia? Se volete le mie dimissioni, ditelo'', ha detto Anastasiades a Bruxelles, cercando di resistere alle richieste europee di chiudere due banche e di fondere le due maggiori. I 'big' si sono riuniti nella sede del Consiglio europeo a partire dalla mattina: al tavolo ci sono il presidente cipriota Nicos Anastasiades, quello della Ue Herman Van Rompuy, della Commissione Jose' Barroso, della Bce Mario Draghi, dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, e la direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde. La loro trattativa, un inedito negli schemi europei, avrebbe dovuto facilitare la ricerca di una soluzione. Che invece e' piu' complessa del previsto, e prosegue anche a margine dell'Eurogruppo.

''Siamo qui per evitare l'uscita di Cipro dalla zona euro, serve una soluzione globale e giusta, che ridimensioni il sistema bancario di Cipro e che faccia pagare i piu' ricchi, e non i piccoli depositi'', ha detto il ministro francese dell'economia Pierre Moscovici, evocando lo spettro che si aggira a Bruxelles e nelle capitali europee: l'uscita di Cipro dall'euro e' purtroppo piu' vicina di quanto non lo sia mai stata per la Grecia, perche' nonostante i ritardi e il caos politico di Atene, nessuno aveva mai rigettato con cosi' tanta forza le condizioni di salvataggio della Ue. Ma l'offerta della Ue non cambia, spiega il ministro tedesco delle finanze Wolfgang Schaeuble, perche' ''i numeri restano gli stessi''.

Il salvataggio proposto dall'Eurozona e' di 17 miliardi di euro. Dieci ce li mette la Ue, via fondo Esm, e sette li deve trovare Cipro, evitando di tassare i piccoli depositi cioe' quelli sotto i 100mila euro. Il governo di Nicosia, che si e' sempre opposto a prendere di mira i grandi depositi, la meta' dei quali intestati a ricchi cittadini russi, ieri sembrava quasi convinto ad accettare una tagliola del 20% sui conti correnti sopra i 100mila euro per la principale banca, la Bank of Cyprus, e del 4% su quelli delle altre banche.

La strategia europea non mira solo a spingere Cipro a reperire una parte dei fondi di salvataggio: l'Europa vuole ridimensionare, con le maniere forti, l'intero sistema bancario dell'isola che attualmente considera sovradimensionato, essendo 7,5 volte il pil del Paese, spingendo anche per una fusione delle due maggiori banche. ''Dobbiamo mettere fine all'economia-casino' di Cipro'', ha detto Moscovici, convinto che in questa situazione eccezionale a pagare debbano essere ''i piu' ricchi'', e quindi i russi. Cipro resiste, teme che la sua economia non possa reggere l'esodo degli stranieri dalle banche.

L'Europa promette aiuto, e Cipro ha solo un'ultima notte per decidere se accettarlo: la Bce martedi' mattina, cioe' alla riapertura della banche, tagliera' i fondi