Ci sono concetti come la misericordia, la tenerezza, il servizio ai deboli, la cura degli altri e del creato, tra quelli ripetuti da Papa Francesco in questo suo inizio di pontificato. Ma un'altra idea ben presente, e piu' volte ribadita, e' anche quella dell'azione del diavolo sull'individuo e la societa'. In appena dieci giorni dall'elezione, Bergoglio ne ha parlato gia' tre volte, e in momenti chiave del suo insediamento sul trono di Pietro. Durante la messa della domenica delle Palme in piazza San Pietro, con cui ha inaugurato i riti della settimana santa, il Pontefice ha voluto avvertire i fedeli: "Non dobbiamo credere al maligno che ci dice: non puoi fare nulla contro la violenza, la corruzione, l'ingiustizia, contro i tuoi peccati! Non dobbiamo mai abituarci al male!".
Un'esortazione, quella contro le seduzioni del "maligno", che poco dopo Bergoglio, affinche' giungesse al piu' ampio numero di fedeli, ha anche rilanciato via twitter. "Non dobbiamo credere al maligno che dice che non possiamo fare nulla contro la violenza, l'ingiustizia, il peccato", e' il testo di uno dei due tweet diffusi dal papa sull'account @pontifex, che viaggia ormai ben oltre i quattro milioni di follower.
Si tratta comunque, anche nell'uso delle parole, di un modo di parlare del male nel mondo che per l'occidente smaliziato e secolarizzato puo' apparire demode', piuttosto desueto, ma che sicuramente ha forti radici nella devozione popolare di cui il Papa argentino si mostra interprete sia nei gesti che nell'eloquenza.
Gia' all'indomani dell'elezione, giovedi' 14 marzo, nella messa "pro ecclesia" celebrata con i cardinali nella cappella Sistina, soffermandosi sui concetti del "camminare, edificare, confessare", Bergoglio aveva detto: "Quando non si confessa Gesu' cristo, mi sovviene la frase di Leon Bloy: "Chi non prega il Signore, prega il diavolo". Quando non si confessa Gesu' Cristo, si confessa la mondanita' del diavolo, la mondanita' del demonio".
E il giorno dopo, venerdi' 15, nel discorso ai cardinali nella sala Clementina, aveva ancora di piu' aggiustato il tiro: "Non cediamo mai al pessimismo, a quell'amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno", aveva proclamato.
Insomma, Papa Francesco mostra di prediligere un'idea tradizionale del male ben "personificata" nella figura del demonio, del maligno, di Satana, o di come altro lo si voglia chiamare. E' lui, per il Pontefice, il responsabile anche della passivita' dell'uomo verso le "ferite" che "il male infligge all'umanita"': "Guerre, violenze, conflitti economici che colpiscono chi e' piu' debole, sete di denaro, di potere, corruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato". Non ultima, quindi, anche quella "corruzione" alla cui "guarigione" Bergoglio ha dedicato un libro in uscita nell'edizione italiana.