Paolo e la sua mania per il video-poker


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Alla ricerca della vincita a tutti i costi

Il rischio di giocare tutti i giorni e di perdere tutto d

Paolo (nome di fantasia) gioca a poker sui siti di casinò on line. Ha 20 anni è timido e riservato. La sua è una famiglia semplice, di lavoratori instancabili, lui è l’ultimo di tre fratelli. Ha iniziato a 17 anni, scommetteva qualche volta con gli amici. Poi è diventato geometra, ha trovato un lavoro è andato a vivere da solo e,forte del suo bancomat, ora cerca la fortuna con somme sempre più consistenti e mette continuamente a rischio il suo stipendio. Un giorno finisce i soldi e arriva a chiedere un prestito alla fidanzata.

Paolo oscilla tra l’angoscia di aver perso tanto denaro e l’idea di affinare la sua abilità di gioco per riportare il suo bilancio in pari. E dice: “A quel punto sono sicuro che riuscirei a smettere di giocare”. Ma è solo un’illusione.

Si mette a giocare in connessione con gli Usa ad orari impossibili. I ritmi di vita sono alterati come i rapporti affettivi, subordinati alla smania di vincere per recuperare il capitale. Tutto ruota intorno al computer, fulcro del suo quotidiano.

Una notte non riesce a ricaricare la carta di credito per poter continuare una partita, chiama la sua ragazza per farsi fare un accredito ma lei, che da tempo ha capito la gravità del fatto, si rifiuta. Come impazzito, sveglia i genitori, i fratelli, gli amici alla ricerca di un creditore disponibile. La partita va a finire male.

Paolo è riuscito a riconoscere di avere un problema con il computer e ad affrontare la terapia. Dopo quella notte ha ammesso: “Il gioco è più forte di me”.

Tuttora vede il gioco come il suo personale campo d’eccellenza, forse per questo ogni tanto ha delle ricadute, nonostante la paura. Ma non ha più bisogno dell’intervento dei familiari per tornare in ambulatorio. Questo è ciò che ha acquisito e non riesce più a perdere.

La storia è raccontata nel libro “Quando Internet diventa una droga” di Federico Tonioni (Einaudi). (F.R)