Un vocabolario alla portata di tutti


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Le parole del Papa

Le emozioni raccolte dopo l'Omelia p

di Paola Scaramozzino
(p.scaramozzino@rai.it)

E’ un vocabolario di parole essenziali quello di Papa Francesco che si rinnova a ogni suo discorso e che abbiamo ascoltato nella sua omelia in una Piazza San Pietro festosa e colma di fedeli, di bandiere del Sudamerica coloratissime, di laici, religiosi di ogni fede e di personalità di tutte le parti del mondo:

Affetto - Amore - Bambini - Carcerati - Chiesa universale - Creato - Cristo - Custode  - Deboli - Dio  - Discrezione - Fedeltà totale - Genitori - Luce - Malati - Orizzonte - Riconoscenza - Silenzio - Speranza - Tenerezza  - Umiltà


Abbiamo chiesto ad alcune persone che sono venute a vedere la celebrazione del suo inizio Pontificato quali più rimangono impresse.

Dolores, argentina 32 anni
"Custos mi ha fatto pensare all’angelo custode. Tutti ne abbiamo uno e per Papa Francesco noi lo possiamo diventare per i nostri figli, per i vecchi, i deboli".

Maria, italiana, dell’azione Cattolica, 18 anni
"Creato, ma quando mai abbiamo sentito un Papa parlare di mondo inteso anche come ecologia? Come San Francesco adesso ritorneremo a parlare di Sorella Luna e fratello Sole. Che bello. Molti si avvicineranno alla Fede con questo Pontefice. C’è una rinascita".

Alberto, fisico nucleare, 28 anni, volontario Protezione Civile
"Disoccupato e con poche speranze ma felice di essere qui oggi. Papa Francesco parla di povertà. Ho pensato: anch’io lo sono anche se in maniera diversa da come pensiamo i poveri. Ho una casa ma perché mi mantengono i miei genitori. Arriveranno le sue parole?"

Patrizia e la piccola Lucrezia (nel passeggino). Sono di Mantova
"Tenerezza. Ho pensato ai miei momenti con la piccola che ha poco più di un anno. Tutti abbiamo bisogno di una carezza, non solo i piccoli ma anche i grandi. A volte ci si sente soli. A volte si ha paura di dimostrare le proprie emozioni. Ecco me ne torno a casa con questo messaggio: Più tenerezza e senza paura di mostrare la mia bontà".

Roberto Montoya, 40, giornalista di RPP, Perù
"La comprensione, quando la superbia prende il sopravvento non va bene. Bisogna sforzarsi di capire gli altri”. Suor Lucia, ordine delle Carmelitane “ Deboli, poveri, malati, anziani. Papa Francesco dà voce a chi fino ad ora non ha avuto la possibilità di parlare, di raccontare".

Daniele, 52 anni, sicurezza privata
"Potere e responsabilità. Un potere buono al servizio degli altri e la responsabilità che è in ognuno di noi per fare un mondo più bello ma anche più buono. Abbiamo un Papa ecologista e che parla semplicemente. Tutti lo capiamo".

Rosanna, ottanta anni portati benissimo
"Sono arrivata stamane alle 6.30 e mi sono messa qui su via Conciliazione sotto questo grande schermo per sentire il discorso del Papa. Ho sentito un termine che andava di moda quando io ero giovane e poi soprattutto negli ultimi anni è diventato inconsueto: umiltà, l’essere umili. Che bella cosa. I giovani soprattutto dovrebbero imparare a essere meno presuntuosi. Abbiamo tutti, anch’io, la necessità di imparare dagli altri. Per una volta non mi sono sentita vecchia e anche se non sono una fervida credente, questa ondata anche di normalità, di realtà semplice, mi ha fatto bene".