Diario Vaticano


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Francesco ‘parte’ dall’Argentina

In attesa della messa di domani l’incontro con ‘Cristina la cattolica’ papa_kirchner_296

di Nello Rega
(n.rega@rai.it)

Il “buona sera” del giorno dell’”Habemus Papam” e il “buongiorno e buon pranzo” del primo Angelus hanno sicuramente fatto da cornice al primo vero “atto di governo” di papa Francesco. Alla vigilia della messa di intronizzazione, durante la quale i simboli del potere spirituale si fonderanno con quelli del potere temporale, il pontificato sembra essere entrato nel vivo.

E così Bergoglio ha scelto, se pur con un colloquio in “forma privata”, di partire proprio dal suo Paese. O meglio, dai rapporti tra Stato e Chiesa. Da cardinale ha spesso tuonato contro le scelte del Paese sulle unioni gay, l’aborto, i diritti civili e si è scagliato, a modo suo, contro le politiche della presidente Kirchner. Ma “Cristina la cattolica” non ha perso l’occasione di essere in prima fila per onorare il connazionale eletto pontefice e di poter avere uno scambio di vedute su argomenti fin troppo difficili sui quali trovare un compromesso. Cristina ha regalato al pontefice un set per la preparazione del mape, la bevanda tipica argentina fatta di erbe, e una sciarpa. E poi i saluti, ovviamente, inconsueti.

“Nessun papa mi aveva mai dato un bacio”, ha detto. Anche in questo caso Bergoglio ha infranto il protocollo. Un’infrazione che rientra, però, nel suo modo di essere. E che sembra aver conquistato tutti, cattolici e non. Intanto, cresce l’attesa per la messa di domani, che tecnicamente si chiama “di inaugurazione del ministero petrino”.

I piani di sicurezza sono stati approntati senza lasciare nulla al caso e i potenti del mondo si stanno già radunando nella capitale. Dalla A di Afghanistan alla Z di Zimbabwe, saranno 132 le delegazioni presenti alla cerimonia. Spiccano le adesioni del vice presidente americano Biden e del presidente dello Zimbabwe, Mugabe. Proprio quel Mugabe sul quale pesa il titolo di “persona non grata” nella Ue ma al quale sarà consentito l’arrivo in Vaticano. Non mancheranno neanche le teste coronate: il principe Alberto II di Monaco, i sovrani del Belgio.

Tanti i capi di Stato e di governo. Nella solennità della celebrazione spiccherà l’anello del pescatore. Non sarà d’oro ma di argento dorato. Un segnale che tuona come una sorta di “ritorno” alla normalità e diminuzione dei fasti. Coincidenza solo con il tempo della spending review?