Tutto come previsto: due scrutini a vuoto ed inizia la XVII Legislatura, la più incerta della storia repubblicana. Stessa scena o quasi alla Camera come al Senato. Inizio a Palazzo Madama: 313 senatori votano, 246 sono le schede bianche. Tutti lontano da quota 161, il minimo sindacale per l'elezione. Il grillino Orellana ottiene 52 voti, Sibilia 4, Mussolini 3, Compagna 2, Colombo 1. Uno persino Scilipoti.
Poco più tardi la scena si ripete a Montecitorio: Roberto Fico, grillino, raggranella 108 voti (tutti quelli del Movimento 5 Stelle meno il suo, pare), Marantelli 6 voti. Soprattutto Sono state 459 le schede bianche e 24 quelle nulle. Tutto in alto mare, insomma, e anche nel pomeriggio non va bene: tutto è rimandato a stamattina.
Partono i conciliaboli, anche se la situazione resta ferma. E' stato l'esordio ufficiale dei grillini nei palazzi della politica. Qualche cravatta in più del previsto (o del temuto), e diversi completi color antracite molto ufficiali. Mancano due leader. Il primo è Silvio Berlusconi, "non ancora al top" come dicono i suoi, rimasto in quel di Milano. Il secondo - ma questa non è una notizia - Beppe Grillo, che non perde l'occasione per manifestare la sua accondiscendenza verso la stampa tedesca.
Ieri è stato il turno della televisione Ard. "La parola 'governare' mi inquieta", puntualizza a scanso di futuri equivoci, "essere governati da cosa o da chi? Preferisco essere guidato dalle idee e non dalle persone. Sono i cittadini a decidere se si deve costruire un'autostrada o una bicicletta. Ci consideriamo come funzionari che siedono in Parlamento grazie ai cittadini". Dal Transatlantico riprende il concetto la capogruppo designata Roberta Lombardi. Qualcuno le chiede se il suo movimento sarebbe pronto a tornare alle urne, pur di non votare la fiducia al governo che dovrà nascere nelle prossime settimane. Risposta lapidaria: "Noi siamo sempre pronti a tutto".