di Emanuela Gialli
A Televideo confronto tra gli scienziati dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare, artefici della scoperta, Fabiola Gianotti e Guido Tonelli, e il presidente dell’Infn, Fernando Ferroni, che avevano appena tenuto la lezione pubblica sul bosone di Higgs, all’Auditorium di Roma.
L’opinione pubblica si chiede: ma quanto è importante il bosone di Higgs per la nostra vita?
Fabiola Gianotti: è importantissimo, perché ci permette di capire il mistero dell’origine della massa delle particelle. Che sembra essere un argomento astratto e invece è molto concreto, perché se le particelle fondamentali, come l’elettrone, come il quark, non avessero le masse che hanno, noi non ci saremmo, l’universo non ci sarebbe o perlomeno non sarebbe quello che è. E’ una domanda che ci ha accompagnato per circa 50 anni e a cui oggi abbiamo dato una risposta.
La scoperta del luglio scorso, poi confermata dai vostri recenti studi, è questa: è stato scoperto il meccanismo, o campo, di Higgs, nel quale si muove il bosone, di Higgs, detto “particella di Dio”. Che vuol dire?
Gianotti: il bosone scoperto a luglio è la manifestazione dell’esistenza del campo di Higgs. Il campo non lo vediamo direttamente. Lo vediamo attraverso il bosone di Higgs.
Guido Tonelli: il campo è una specie di ragnatela che avviluppa tutto l’universo. Anche qui, dove siamo ora, le particelle elementari interagiscono con questa ragnatela e acquistano la massa. Possiamo dire di aver capito uno dei meccanismi fondamentali che costruiscono la struttura del nostro universo e da questa comprensione naturalmente nascono ulteriori domande e nasce un ulteriore avanzamento e progresso della scienza.
Quindi il campo di Higgs sarebbe come una ragnatela che ci avvolge?
Tonelli: sì. E’ ovunque. Occupa l’intero universo. Si è installata nell’universo un centesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang. E la massa di questa particella di Higgs ha un valore molto particolare e spiega perché questo meccanismo (di Higgs, ndr) funziona. E ora ci stiamo chiedendo se per esempio questa particella così speciale ha avuto un ruolo altrettanto nel meccanismo dell’”inflazione”, che è il primo elemento di esplosione dell’universo, subito dopo il Big Bang.
Finalmente un termine, di solito usato nel suo significato economico, descrive anche altri ambiti e fenomeni: l’inflazione.
Tonelli: in effetti è lo stesso termine che si usa per descrivere la crescita dei prezzi, in economia. E viene utilizzato anche per definire un meccanismo misterioso. Il nostro universo è nato da una fluttuazione del vuoto, che si è espansa in un istante, in una frazione di secondo, ha avuto una crescita esponenziale. Lo spazio-tempo è cresciuto a una velocità superiore a quella della luce e si è costruito un universo mille volte più piccolo di quello che conosciamo, ma comunque enorme, in un istante infinitesimo. Questo è uno dei grandi misteri su cui stiamo ancora lavorando. Oggi che abbiamo scoperto il bosone di Higgs, una delle domande che ci facciamo è se questa particella a scalare gioca un ruolo in questo meccanismo, per sviluppare il quale è richiesta una particella a scalare. E tutto ciò è diventato estremamente suggestivo.
Ma l’artefice è solo un tipo di bosone o ci sono più bosoni?
Tonelli: questa è una bellissima domanda. Noi sappiamo che ce n’è almeno uno e adesso stiamo cercando di capire se è solo o se ci sono fratelli o sorelle. Cioè se ci sono altri bosoni che giocano un ruolo e che lo aiutano in questa impresa. Per il momento noi abbiamo trovato il bosone di Higgs e pensiamo che sia unico. Ma le sorprese potrebbero non essere finite.
Certo, quanto avete fatto è un primato per l’Italia e mai come in questo momento ne abbiamo bisogno. La sentite come una vostra scoperta e quindi dell’Italia?
Tonelli: in effetti è una scoperta collettiva, di migliaia e migliaia di scienziati, ma, detto questo, c’è anche da dire che il ruolo che hanno avuto gli italiani, sia nella costruzione dell’acceleratore, che negli esperimenti e ora anche nella scoperta della fantomatica particella, è un po’ speciale, che ci viene riconosciuto e invidiato da tutto il mondo. La Fisica delle alte energie è un campo in cui diciamo l’Italia e uno dei Paesi leader. Penso sia un messaggio molto importante, da far conoscere all’Italia.
Insomma, siamo bravi, noi italiani. Quando vinciamo diciamo che siamo bravi, quando perdiamo, diciamo ‘hanno perso’.
Ferdinando Ferroni: ma guardi noi anche quando perdiamo diciamo che ‘abbiamo perso’. Siamo una squadra.
Voi, magari non tutti gli italiani si sentono parte di una squadra.
Ferroni: prendano allora esempio da noi.
Dunque, l’Italia è l’artefice di questa scoperta. Ho sentito, in questo incontro pubblico, un studente chiedere: ma quanto è costata questa scoperta? Non è strano che questa domanda l’abbia fatta un ragazzo? E’ la conferma che la preoccupazione per la crisi investe ormai tutti?
Ferroni: ovviamente l’Italia paga il contributo annuale al Cern. Tuttavia il Cern e gli esperimenti poi, quando costruiscono, danno da lavorare alle industrie italiane. Se si fa il bilanciamento tra quanto entra e quanto esce, il saldo per l’Italia, in questo settore, credo sia positivo. Cioè, le industrie italiane hanno preso più soldi di quanti ne sono stati messi al Cern.
Alle industrie, non ai ricercatori.
Ferroni: ma questo ragionamento che vuol dire? Questo è il sistema Italia, come in tutti i Paesi del mondo: c’è chi fa ricerca e c’è chi fa le applicazioni della ricerca. E’ un esempio di come deve funzionare il Paese. Tra l’altro, noi abbiamo a che fare con le industrie italiane che sono ad alta tecnologia e leader nel mondo. Anche qui, bisogna sfatare alcuni “miti”: l’Italia in certi settori è all’avanguardia. Come la Fisica è un’eccellenza, le industrie che sono legate al nostro mondo sono un’eccellenza. Facciamo sviluppare il nostro Paese in modo sano.
Certo, la vita del ricercatore è molto sacrificata.
Tonelli: sacrificata per modo di dire. Perché noi abbiamo passione. Come un musicista dedica la sua vita alla musica, anche il ricercatore, lavora duramente, ma lo fa con passione. E’ un lavoro speciale. E’ come se a noi fosse dato il privilegio di realizzare, su vasta scala, i sogni che abbiamo. E’ vero che abbiamo orari infiniti, si dorme poco ma siamo spinti dalla passione.
Ferroni: evidentemente noi abbiamo un sogno e quando abbiamo fatto l’Università abbiamo capito che il sogno era giusto, altrimenti avremmo cambiato facoltà. Dopodiché noi capiamo che entriamo in un sistema supercompetitivo: chi è più bravo vince, chi è meno bravo non vince. E questo è quello che noi vogliamo fare. Accettiamo il sistema così com’è e crediamo che in questo vi sia un valore. E quando riusciamo a raggiungere lo scopo che ci eravamo prefissi, seguiamo tutto il cammino. Il nostro obiettivo è fare la scienza, ma umanamente vogliamo anche vincere. Non per i premi ma per la soddisfazione nostra e dell’Italia. Io provavo molto piacere quando i principali esperimenti del Cern avevano come portavoce degli italiani.
Tonelli: tra l’altro eletti tutti democraticamente.
Ferroni: sì, all’interno si è riconosciuto che Guido Tonelli era la persona più capace, o Fabiola Gianotti, o Paolo Giubellino, o Pierluigi Campana e altri ancora. E però lo devo dire: se questo fosse successo alla Francia o all’Inghilterra o alla Spagna ne avrebbero parlato programmi televisivi, telegiornali interni e prime pagine dei giornali. Invece in Italia non se n’è accorto nessuno.
Tonelli: salvo il presidente della Repubblica, Napolitano.
Ferroni: infatti, che ci ha gentilmente ricevuto, glorificato e onorificato. Insomma, non ci può essere una sconnessione così forte. Noi però non ci tiriamo indietro. Non smettiamo di fare quello che facciamo e di educare, bene, gli studenti.
Tonelli: e infatti dal giorno dopo la scoperta del bosone di Higgs eravamo già sommersi da altre domande e dai progetti futuri. E’ l’aspetto più affascinante del nostro lavoro: c’è sempre una meta da raggiungere. E se non la raggiungiamo noi la raggiungeranno le generazioni future. Ferroni: ma se non continuiamo a investire, tutte queste cose finiranno.
Fabiola Gianotti, in quanto donna, sente di avere un doppio merito?
Gianotti: direi di no. Perché l’obiettivo non è stato conseguito da una donna, ma seimila fisici, che hanno lavorato insieme per più di 25 anni. E in questi seimila fisici, ci sono uomini, donne, studenti, premi Nobel, ci sono persone che vengono da quasi 60 Paesi diversi, con diverse tradizioni e culture. Non è il lavoro di una singola persona, ma il risultato del lavoro di più persone.
Un messaggio per le giovani generazioni.
Gianotti: la ricerca è uno degli aspetti più affascinanti per l’uomo, perché permette di avanzare nella conoscenza. Quindi i giovani che vogliono accostarsi alla ricerca, in tutti i campi, non solo scientifico ma anche ad esempio in quello umanistico, voglio dire che far avanzare la conoscenza è l’impresa più bella che possano fare. Quindi di farlo con coraggio, con determinazione, con energia. Le difficoltà sono tante, perché i fondi mancano sempre, per definizione, alla Ricerca, perché nel nostro Paese non vi è un sistema meritocratico, però debbono insistere nel perseguire i loro sogni, i loro ideali.
(Nelle foto: dall'alto in basso, Fabiola Gianotti e Guido Tonelli, e il presidente dell’Infn, Fernando Ferroni)