''Portiamo lo stesso cognome. E se si ricostruira' l'albero genealogico avremo la certezza di essere cugini''.
Non c'e' confine all'emozione di Roberta Bergoglio, da Portacomaro Stazione, frazione di Asti. La famiglia di papa Francesco e' originaria proprio di questo fazzoletto di terra: una delle tante famiglie che nell'Ottocento lasciarono il Piemonte e partivano per le lontane Americhe, verso ''la fine del mondo'', come ha detto il nuovo pontefice affacciandosi su piazza San Pietro, in cerca di fortuna. Ad Asti, la patria dei santi sociali, da don Bosco a San Giuseppe Marello e Giuseppe Cafasso, le campane suonano a distesa. Il sindaco, Fabrizio Brignolo, a febbraio aveva invitato in citta' l'allora cardinal Bergoglio.
''Quell'invito - dice ora - resta valido, ma poiche' ci rendiamo conto della quantita' dei suoi impegni, sara' una nostra delegazione ad andare in Vaticano''. Papa Francesco non ha mai dimenticato le sue origini piemontesi. Ne parla in un libro-intervista pubblicato nel 2010, spiegando che il padre ''era di Portacomaro'', paese in cui i suoi avi comprarono l'unica casa esistente nella prima meta' dell'Ottocento e poi costruirono le altre. La madre, invece, era ''di Buenos Aires con sangue piemontese e genovese''. Nel 2005, in occasione del conclave che innalzo' al soglio Benedetto XVI sali' a Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione (il nome completo di questa localita'), e si porto' in Argentina un piccolo sacchetto di terra. ''Quella volta - racconta Delmo Bergoglio, cugino di terzo grado - non ero in casa e non lo incontrai. Qui siamo in tre o quattro parenti, e abbiamo anche un nipotino che si chiama proprio Francesco. Ci organizzeremo per andarlo a trovare. E mi piacerebbe che fosse una visita privata. Avere un parente papa? Figuratevi, e' una bellissima emozione. Mi sa che questa notte non dormiro' piu' di tanto''.
Pare che le origini astigiane di Bergoglio siano certificate dagli atti conservati negli archivi del Comune di Asti. Lo studioso Giancarlo Libert ha ricostruito che nella prima meta' dell'XIX secolo fu un avo del pontefice ad acquistare da un ebreo l'unica casa all'epoca esistente a Portacomaro, dove poi i Bergoglio costruirono le abitazioni in cui oggi vivono i loro discendenti. Lo 'scoop' viene rivendicato con orgoglio sul web. ''Il papa e' delle mie parti'', twitta Nicola. ''Segnatevi questo paese perche' diventera' famoso'', gli fa eco Luca. ''Dopo il Ruche' un'altra bella notizia da Portacomaro'', scherza un quarto citando il pregiato vinello locale. Alle congregazioni generali hanno preso parte altri due astigiani. Il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato emerito. Ed e' astigiano di adozione anche il cardinale Severino Poletto, arcivescovo emerito di Torino, il secondo piu' anziano tra i porporati elettori dal momento che la prossima settimana compira' 80 anni. L'idea di un ''papa piemontese'' ha conquistato tutti. Il presidente del consiglio regionale, Valerio Cattaneo, ricorda che l'ultimo fu San Pio V, 450 anni fa, e afferma che l'elezione di Bergoglio e' ''un riconoscimento alla grande epopea dell'emigrazione piemontese nel mondo, che ha portato in Argentina e in altri Paesi l'operosita', l'impegno e la fede che ha sempre sorretto nel nostre comunita'''.
''Evviva il Papa!'', gli fa eco il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota. ''Le piu' sincere e sentite congratulazioni a Francesco I - aggiunge -. Da parte di tutti i piemontesi, desidero testimoniargli tutta la gioia e la speranza per la sua elezione e l'orgoglio per le sue origini piemontesi''.