In 100mila per accoglierlo


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La gioia di Roma per Papa Francesco

A Piazza San Pietro tanta emozione p

di Paola scaramozzino
(p.scaramozzino@rai.it)

Ha smesso anche di piovere alle 19.06 quando dal comignolo della Cappella Sistina è uscito il fumo dapprima scuro e poi inequivocabilmente bianco. Piazza San Pietro era già piena di fedeli , di religiosi, di turisti, di curiosi accorsi per vedere se oggi sarebbe stato eletto il Papa. E sono stati accontentati, prima un brusio e poi le urla di gioia di una moltitudine di gente, si parla di 100mila persone, che per ore hanno atteso l’evento sotto una pioggia incessante. Da ogni parte della piazza risuona “E’ bianco, è bianco” e poi a sciogliere ogni dubbio le campane che hanno iniziato a suonare. Comincia l’attesa e gli occhi sono puntati sul balcone illuminato che si apre un’ora dopo. C’è un’atmosfera di gioia e di grande serenità. Via della Conciliazione è chiusa alle auto, la gente di avvicina alla Basilica correndo. Viene la pelle d’oca quando si vedono intere famiglie con bimbi piccoli che gridano “Papa, Papa”. Tanti i giovani. La polizia cerca di incanalare la gente ma è un flusso irrefrenabile e continuo. Quando si aprono le porte e viene pronunciata l’Habemus Papam e il nome Jeorge Mario Bergoglio, c’è un attimo di smarrimento perché in pochi lo avevano sentito fra i possibili eletti. Poi un gruppo proprio non lontano da noi, a sinistra della Basilica esplode, si abbraccia, si bacia in maniera incontenibile.

“E nostro, nostro. E’ argentino. Un Papa argentino”, sono un gruppo di ragazzi, cinque o sei, in Italia per completare gli studi universitari in filosofia.

“Finalmente un Pontefice delle Americhe latine. Parlerà anche dell’altra parte del mondo e dei poveri” e mentre ci dicono questo uno di loro chiama la madre che gli dice che a Buenos Aires sono in preda all’euforia e festeggiano per la strada.

Poi quel nome, Francesco, fa impazzire i romani che accolgono con grande e sincero affetto il nuovo Papa.

“Un segno di speranza” ci dice don Marco, un giovane sacerdote.

“Già per come ha parlato mi è simpatico – dice una signora sui settanta anni che abita nella zona e che ha voluto essere presente a questo evento.

“Sono contento che abbia scelto il nome d un santo che noi italiani amiamo tantissimo- ci dice un operatore della Protezione Civile- Parlerà di povertà, finalmente”.

“Ha iniziato bene – commenta Eleonora, impiegata nel vicino ospedale Santo Spirito – Ha chiesto a noi romani di dargli la benedizione per il suo incarico. E’ un modo di porsi umile che mi piace tantissimo. Sono sicura che si ritornerà a una semplicità che tutti ci auguriamo. La Chiesa deve essere vicino alla gente”.

Un gruppo di ragazzini boy scout arriva correndo e cantando dalla Chiesa Nuova. I loro capi ci dicono che hanno fatto un tam-tam telefonico appena sentita la notizia della fumata e con i genitori si sono subito incontrati per essere presenti in questo giorno che molte persone considerano veramente storico. Ci è sembrato di percepire che per molti il fatto che sia ancora in vita il Papa Emerito e che sia stata fatta questa scelta- è il primo Papa gesuita della storia- significhi un grande cambiamento.

La folla ormai occupa quasi completamente via della Conciliazione. Chiediamo ospitalità alla Sala Stampa Vaticana nella sua sede storica che è prospicente alla Piazza. C’è un’atmosfera di grande euforia. I giornalisti del Sud America si baciano e baciano chiunque riconoscano come collega. Incontriamo Marco Politi, vaticanista del Fatto Quotidiano, che commenta a caldo l’annuncio del Papa: ”Un uomo moderato che rappresenta la minoranza riformatrice e che ha una visione positiva”.

Altri colleghi parlano di “una scelta sconvolgente e sorprendente”, ma in tutti c’è un forte ottimismo. Arrivano gli echi dei canti della folla, gli applausi mentre Roma, a poche centinaia di metri dalla zona, è completamente paralizzata. Ma stasera c’è Papa Francesco e nessuno si arrabbia.