di Nello Rega
(n.rega@rai.it)
Il comignolo più osservato del mondo, quello che interrompe la normale programmazione delle principali televisioni del pianeta e al quale guardano con fiducia e speranza fedeli cattolici e “curiosi” di tutto il mondo, anche questa mattina ha invaso il cielo di San Pietro con il fumo nero. Si rafforza così l’idea che il primo giorno di Conclave sia quello “dell’uomo”, il secondo (ovvero quello di oggi) “del demonio” e il terzo “dello Spirito Santo”. Tradotto in linguaggio più “terreno”, il giorno di apertura delle votazioni per l’elezioni del nuovo papa è una sorta di giornata di “primarie” durante le quali si pesano i voti dei candidati più accreditati.
Il giorno seguente è dedicato a verificare “l’attendibilità” del pacchetto elettorale dei nomi più votati e la relativa “scrematura” di candidature che non potranno ottenere il consenso necessario. Il terzo giorno, vale a dire in questo caso domani, è quello in cui potrebbe o rafforzarsi il consenso sul cardinale più auspicato come pontefice o uscire addirittura un nominativo a sorpresa. In questo “gioco” di pesi e contrappesi, si muove quello che resta certamente l’elezione più “singolare e spettacolare” di uno Stato. Anche per questo motivo l’attenzione di tutto il mondo è concentrata su questo evento che è unico e inimitabile, contornato di consuetudini e regolamenti che hanno resistito a tutte le “intemperie” del pianeta.
In questo scenario si rafforza sempre di più il binomio terra-cielo, vale a dire la volontà “politica” dei 115 cardinali elettori e la scelta del nuovo pontefice solo ed esclusivamente “per il bene della Chiesa”. Tra cielo e terra i porporati dovranno trovare la sintesi per scegliere il successore di Ratzinger ma anche per dare un segnale di cambiamento della Chiesa, segnale non più inascoltabile. Se anche nelle due tornate elettorali del pomeriggio non si dovesse trovare il consenso su quelli che restano i nomi più “papabili”, potrebbe uscire a sorpresa la “terza via”.
I più accreditati restano sempre l’italiano Scola e il brasiliano Scherer. Secondo alcuni tra i due “litiganti” vi sarebbe anche spazio per il canadese Ouellet. Sarebbe ben visto dai porporati statunitensi e dagli europei. Una sintesi perfetta, dicono in molti, tra curiali e non. In attesa di conoscere il nome del papa numero 266, che tutti vorrebbero pastore e manager, divulgatore ed energico, gli occhi restano puntati su quel comignolo, aspettando la fumata bianca. L’appuntamento è fissato verso le 19 di questa sera. Se nella quarta votazione, prevista intorno alle 17 dovesse esserci il nome del nuovo pontefice, il comignolo lo annuncerà con il "bianco".