di Nello Rega
(n.rega@rai.it)
Non smentendo le previsioni della vigilia, il primo scrutinio non ha indicato il nuovo pontefice. La fumata nera è arrivata al termine di una giornata scandita dalla forte pioggia che in alcuni momenti si è trasformata in grandine. In questo scenario davvero poco invitante, gli occhi di migliaia e migliaia di fedeli e degli obiettivi di centinaia di televisioni provenienti da tutto il pianeta, sono puntati su quel fumo che annuncerà il successore di Ratzinger. Mentre diventano sempre più insistenti le voci di una “fumata bianca” domani e si fanno più “serie” le quotazioni dei cardinali più “papabili” (Scola e Scherer), c’è anche chi si spinge in previsione più “avveniristiche”. Se dovesse trascorrere anche domani senza nulla di fatto, potrebbe arrivare da giovedì un “outsider”, un cardinale non collegato né alla Curia né tantomeno vicino ai “grandi elettori”. E, in questo caso, i nomi sono i più svariati. Tutto questo, comunque, è destinato al “gossip” dell’ultima ora.
La cronaca della giornata, invece, è destinata all’apertura ufficiale del Conclave. Dopo la messa in San Pietro “Pro Eligendo Pontifice”, nel pomeriggio, intonando il Veni Creator, i cardinali in abito corale in processione si sono trasferiti dalla cappella Paolina a quella Sistina. Dopo l’extra omnes, cioé con l’esclusione dei non autorizzati, la porta della cappella Sistina è stata chiusa a chiave ed è cominciata la fase del dopo-Ratzinger. Tutto quello che riguarda l’elezione pontificia è stabilito con dovizia di particolari nella Universi Dominici Gregis. La votazione è per scrutinium, e si divide in tre fasi: Antescrutinium, Scrutinium vere proprieque e Post-scrutinium. Sono estratti a sorte tre scrutatori, tre revisori e tre infirmarii, cioé tre cardinali che si possano recare dai porporati che per motivi di salute siano rimasti nella Domus Sanctae Marthae e non siano fisicamente presenti nella cappella Sistina per prendere i loro voti e metterli in un’urna apposita.
In questa fase sono distribuite ai cardinali le schede bianche, di forma rettangolare con su scritto “Eligo in Summo Pontifice” e sotto uno spazio bianco per poter scrivere il nome con grafia non riconoscibile. Dopo la distribuzione delle schede bianche il segretario del collegio dei cardinali, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie ed i cerimonieri escono dalla Sistina. Ogni cardinale si reca da solo verso il banco posto sotto l’affresco con il giudizio universale di Michelangelo tenendo la scheda in mano, ben visibile. Qui pronuncia il giuramento in latino: «Testor Christum Dominum, qui me iudicaturus est, me eum eligere, quem secundum Deum iudico eligi debere», (che significa Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto). Poggiata la scheda sul piatto dell’urna, alzerà il piatto per far scivolare la scheda nell’urna stessa. Dopo la votazione si procede allo spoglio: il primo scrutatore agita l’urna per mescolare le schede, il secondo le preleva e il terzo le conta senza aprirle ponendole in una seconda urna, più piccola. Se il numero non dovesse essere quello previsto, le schede sono bruciate senza essere aperte. Se il numero delle schede è corretto, invece, il primo scrutatore apre la scheda per leggere il nome indicato, il secondo osserva e conferma e il terzo proclama ad alta voce la preferenza, infilando le schede in un filo e forandole sulla parola “Eligo”. Al termine dello scrutinio delle schede i due capi del filo sono annodati e la collana di schede viene posta in un contenitore apposito. Se i 77 voti necessari all’elezione del papa non sono stati raggiunti si procede a bruciare le schede nella stufa della cappella Sistina, con la fumata nera. Il camerlengo Bertone e i suoi tre assistenti sorteggiati – i cardinali Giovanni Battista Re per l’ordine dei vescovi, Crescenzio Sepe per quello dei presbiteri e Franc Rodè per i diaconi – richiedono inoltre ai cardinali di consegnare eventuali appunti che vengono bruciati insieme alle schede. Questi quattro porporati stileranno poi una relazione sull’esito di ciascuna votazione che sarà consegnata al nuovo pontefice in busta sigillata.
Tutto rinviato a oggi quando, dopo la messa, vi saranno due votazioni al mattino e, dopo la pausa del pranzo, due al pomeriggio.