di Rita Piccolini
(r.piccolini@rai.it)
A un fedele accorso in Piazza San Pietro per seguire tutte le tappe del Conclave fin dal primo giorno, un giornalista chiede cosa si aspetti dal nuovo pontefice. ”Che sia un Papa giusto” è la risposta semplice, diretta, autentica. Ma a nessuno sfugge quanto la scelta di questi giorni sia ancora più importante, più significativa, più drammatica dopo l’addio di Ratzinger. Ci sono oltre 5 mila giornalisti accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede. Negli Stati Uniti tutte le notizie che riguardano il Vaticano e le tappe del Conclave vengono seguite minuto per minuto, e così nel resto del mondo, perché l’11 febbraio 2013 Benedetto XVI ha cambiato la storia della Chiesa comunicando durante il concistoro la decisione di “rinunciare al ministero di Vescovo di Roma”. La comunità internazionale è rimasta sconvolta dalla notizia. Era dal “gran rifiuto di Celestino V” nel Duecento che non si verificava un episodio così importante e sconvolgente e il desiderio di capire le motivazioni di una decisione tanto forte rimane autentica e urgente.
Così, mentre gli occhi del mondo sono puntati su Roma, su piazza San Pietro, sul comignolo la cui fumata bianca annuncerà l’avvenuta elezione del nuovo Papa da parte dei cardinali riuniti in Conclave, i lettori sono avidi di notizie sul Vaticano, sugli scandali che lo scuotono, sulla storica e sconvolgente rinuncia del Papa emerito. Per questo alcuni saggi compaiono nella classifica dei libri più venduti in assoluto, a testimoniare un interesse profondo e autentico, anche trai i laici e i non credenti, per tutto ciò che riguarda la Chiesa Cattolica e le sue regole. Ne citiamo alcuni tra i più in evidenza: “Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI” di Gianluigi Nuzzi, libro che compare al sesto posto nella lista dei dieci libri più acquistati, mentre è ancora molto venduto un primo libro dello stesso autore dal titolo eloquente:”Vaticano Spa”; C’è “Guerre vaticane” di Enzo Romeo e l’interessante saggio di Massimo Franco:”La crisi dell’impero vaticano”. Ci sono anche le ultime due opere di Ratzinger nelle librerie : “L’infanzia di Gesù” e “La mia vita” a dimostrare che c’è curiosità e rispetto per questo Papa che ha voluto tornare ad essere un umile “pellegrino”.
Che la scelta di Benedetto XVI sia maturata in un clima di intrighi e veleni e che abbia rappresentato un segno di travaglio interiore profondo e doloroso appare evidente a chiunque. Il Papa emerito ha raccontato una decisione nata dalla consapevolezza che per guidare la Chiesa in tempi burrascosi è necessario passare il testimone a un successore più giovane, che abbia l’ energia per affrontare sfide difficili e impegnative. L’ombra dei “corvi” non si è ancora diradata e così i misteri di “Vatileaks” continuano a essere alimentati da supposizioni e suggestioni che invece di fare chiarezza alimentano piuttosto la confusione. Per questo la lettura di un buon libro può aiutare. Tra i sopra citati quello più utile a farsi un’idea dei travagli e delle contraddizioni che la Chiesa attraversa c’è sicuramente il saggio Di Massimo Franco: “La crisi dell’impero vaticano” edito da Mondadori.
L’autore racconta di una “Chiesa maestra di vita per antonomasia” che “rischia di essere confinata dalla propria crisi di identità nella posizione scomoda e inedita di imputato globale”.Analizza le cause e le implicazioni di una crisi che appanna l’immagine dell’”Impero vaticano” devastato da lotte di potere anche in campo finanziario, da veleni e soffiate di corvi, dalle ferite della pedofilia. Un libro per tentare di decifrare uno dei passaggi più tormentati nella storia della Chiesa.
Una Chiesa che deve reagire agli attacchi, che insegue invece che dettare la linea, che deve giustificarsi, che vive difficoltà estreme che la rinuncia drammatica di Benedetto XVI ha reso evidenti. “ Si tratta di un impero che può essere spinto dalle difficoltà a chiudersi in se stesso in modo orgoglioso ma perdente, di fatto favorendo la propria emarginazione – scrive Massimo Franco nell’introduzione- oppure indotto ad aprirsi in positivo a quella che viene chiamata modernità, sfidando la condizione scomoda di chi si vede contestare il primato morale”. Dalla scelta del prossimo Papa sapremo quale strategia la Chiesa intenda adottare. La risposta la avremo a giorni, forse a ore.