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Il rispetto per gli animali

Civiltà è anche lo stop ai test cosmetici 1_296_beagle

di Rita Piccolini
(r.piccolini@rai.it)

11 marzo 2013: non è retorico definirla una giornata storica. Dopo circa venti anni di battaglie, che hanno determinato via via una progressiva limitazione dell’impiego di test sugli animali per le verifiche di sicurezza da parte dell’industria cosmetica, ora l’iter legislativo è concluso e il divieto è totale. I tempi erano maturi già da tempo. Ripugnava alla coscienza dei più l’idea che l’efficacia di creme e cremine, bagnoschiuma e fondotinta passassero attraverso pratiche crudeli su altri esseri viventi. L’abitudine di molti consumatori di cercare sui prodotti cosmetici da acquistare la frase ”non sperimentato su animali” era già da tempo diffusa. L’idea delle sofferenze provocate alle cavie era ormai intollerabile. Ora il divieto di tali pratiche è totale, almeno in Europa, e già le grandi marche di cosmetici annunciano di volere abolire tutti i test nel mondo. La direttiva Ue è importante perché è un modello per gli altri Paesi, compresi gli Usa.

“E’ un passo avanti di portata storica, che corona decenni di battaglie animaliste” commenta Michela Vittoria Brambilla,ex ministro e parlamentare Pdl, che aggiunge: “Trent’anni fa, quando fondai la sezione provinciale della Lega Antivivisezionista lombarda , fermare i test sugli animali per i cosmetici era solo un sogno. ..Ora dobbiamo batterci perché nel più breve tempo possibile metodi alternativi sostituiscano la sperimentazione animale, inattendibile e fuorviante anche nella ricerca scientifica…Ho pronta una proposta di legge per l’abolizione tout court della vivisezione, che depositerò il primo giorno di insediamento del Parlamento”.”Il divieto imposto nell’Unione Europea- dichiara a sua volta Rossella Muroni- direttore generale di Legambiente- segnerà una pagina importante a livello mondiale per il superamento dei tanti, troppi, e spesso inutili esperimenti fatti sulla pelle degli animali: le aziende cosmetiche utilizzeranno altri metodi per testare i vari prodotti, diventando così un esempio per tutti i settori che continuano, invece, ad utilizzare lo strumento della sperimentazione infliggendo agli animali terribili sofferenze”.

Il divieto di test su animali a fini cosmetici dunque è soltanto un primo passo, una prima battaglia vinta. In gioco c’è ben altro. Ora la guerra che gli animalisti si prefiggono di vincere è quella contro la pratica della vivisezione da eliminare in tutti i settori della ricerca, in primis quella farmaceutica. Per fare in modo che questo accada bisogna per prima cosa sconfiggere il pregiudizio secondo cui per salvare la vita degli uomini sono assolutamente necessari test su animali da torturare vivi e senza anestesia. In realtà la scienza può lavorare per salvare gli uni e gli altri e cercare strade alternative possibili, perché dalla sofferenza e dell’inciviltà è difficile che nasca qualcosa di buono. L’alternativa tra la salute degli uomini e la tutela degli animali è a volte un luogo comune grossolano e comunque la coscienza collettiva si ribella ormai a questa logica crudele in nome della quale sono stati messi in atto esperimenti inutili se non addirittura controproducenti.

Intanto, in attesa di altri importanti traguardi, la Lav (Lega Antivivisezione) festeggia a Roma, in piazza del Pantheon, l’obiettivo raggiunto e chiede al ministero della Salute le autorizzazioni in deroga concessa alla ditta Menarini- Rtc di Pomezia per otto cani beagle arrivati dal Belgio e destinati alla sperimentazione. Ma nel frattempo la Menarini ha già rinunciato a fare i test sui cani e anche per questi otto magnifici animali si profila lo stesso lieto fine, con l’affidamento a privati, dei beagle di Green Hill, l’allevamento di Montichiari i cui cuccioli nascevano già predestinati alla vivisezione.

Che i tempi siano maturi per una piena e consapevole tutela degli animali lo dimostra la mobilitazione di numerosi attivisti delle associazioni animaliste che si sono immediatamente mobilitati per salvare gli otto beagle. La notizia dell'imminente sbarco a Fiumicino degli animali era stata divulgata mercoledì scorso dall'associazione Freccia45, in collaborazione con il Coordinamento Fermare Green Hill e il Comitato Montichiari. Dopo poche ore, davanti allo stabilimento RTC accorrevano gruppi attivisti indipendenti, militanti del Partito Animalista Europeo, che davano il via a un presidio alimentato dall’arrivo di volontari indipendenti da tutta Italia. Il lieto fine c’è stato e che la stessa ditta farmaceutica abbia spontaneamente rinunciato alla sperimentazione è un altro positivo segno dei tempi.

Nella foto in basso, un laboratorio di cosmesi naturale