di Nello Rega
(n.rega@rai.it)
Con 161 interventi e una settimana di lavoro, si sono concluse ufficialmente le Congregazioni generali, tappa di preparazione al Conclave. Il futuro della Chiesa, il ruolo della donna, lo Ior, l’evangelizzazione sono stati tra i temi trattati durante le sessioni di lavoro presiedute dal cardinale Sodano. Non sono mancati, ovviamente, anche i momenti per conoscersi meglio e per definire i tratti di quello che sarà il 266esimo Papa.
Archiviata la Congregazione generale numero 10, quella che di fatto ha segnato l’ultima tappa del cammino verso il Conclave, gli occhi di fedeli e non sono più che mai puntati sul fumo che uscirà dalla Cappella Sistina. Impazza il toto-papa, con scenari che il più delle volte sembrano usciti dalla penna di uno sceneggiatore di film di fantasia. E c’è addirittura chi si affida alla cabala e ai numeri. Quello di domani sarà il Conclave numero 25, 115 i cardinali elettori, 266esimo il pontefice che sarà eletto. Il 12 marzo, a poco più di un mese dall’annuncio di Benedetto XVI di dimissioni, sarà rigidamente scandito da regole e consuetudini vaticane. Al mattino la messa in San Pietro “Pro eligendo Pontefice”. Alle 15.45 i cardinali si trasferiranno dalla residenza Santa Marta al palazzo apostolico. Alle 16.30 processione dalla cappella Paolina e ingresso nella cappella Sistina. Al termine l’”Extra omnes” e il giuramento degli elettori. Da quel momento comincia la prima votazione e la stufa per il fumo sarà alimentata dalle schede. Alle 19.30 trasferimento alla residenza di Santa Marta dove sarà servita la cena. Un pasto essenziale. Ogni cardinale potrà liberamente scegliere dove sedersi. Le stanze della residenza sono minimal ma comode. Sono dotate di aria condizionata, bagno, inginocchiatoio, poltroncine e letti a una piazza e mezzo. Una sola suite resterà vuota: quella che ospiterà il nuovo papa dopo la fumata bianca. Stanza più grande, con un piccolo studio per ricevere ospiti e collaboratori. Il giorno seguente, al termine della colazione, alle 7.45 avverrà il trasferimento nella cappella Sistina dove, dopo la messa, vi saranno due votazioni. Alle 13 il pranzo e alle 16.50 altra tornata elettorale, sempre con due votazioni.
Le domande che il mondo si pone, a questo punto, sono: chi sarà il nuovo pontefice e quanto durerà il Conclave. Alla prima si può certamente rispondere come ormai si fa da qualche giorno: in pole position restano i cardinali Scola e Scherer ma, ovviamente, questo resta un rebus. A differenza di quanto accadde nel 2005 quando fu eletto Ratzinger, nessuno dei due al momento può contare su una base importante di voti. Sulla seconda domanda, relativa ai giorni di Conclave, la risposta (anche in questo caso ipotetica) arriva dalla storia: dal 1846 il Conclave dura in media due giorni e mezzo. L’ultimo durò due giorni e furono necessari quattro scrutini per l’”Habemus Papam”. Questa volta lo si saprà guardando il fumo, osservando le lancette e ascoltando l’annuncio dal balcone di San Pietro. Il resta è solo fantasia.