Una vita in salita quella di Silvano Trevisan, l'italiano preso in ostaggio e ucciso in Nigeria dai suoi rapitori, il gruppo estremista islamico di Ansaru, costola della setta nigeriana dei Boko Haram. Orfano della madre da bambino, cresciuto insieme a tre fratelli con il padre che aveva dovuto lasciare il Veneto per cercare lavoro altrove, Silvano è poi riuscito ha trovare la sua strada. Si è laureato, sposato (anche se il matrimonio è poi naufragato) e ha cominciato a girare il mondo per lavoro.
"Da quando si è separato dalla moglie credo non abbia nemmeno una residenza fissa in Italia, il lavoro lo porta continuamente in giro - ha raccontato alcuni giorni fa in un'intervista alla Gazzetta di Mantova la sorella Olinda che vive a Castel Goffredo. Dei quatto fratelli solo Silvano è riuscito a studiare. "E' sempre stato determinato, un tipo anche particolare - va avanti Olinda - poche parole, non mi ha mai raccontato bene cosa fa". "Da decenni lavora all'estero e in Italia non tornava, per quanto ne sa la sorella, da una decina di anni - ha detto ancora la donna - Allora è stato in vacanza a casa mia per quasi un mese".