di Nello Rega
(n.rega@rai.it)
Ancora nulla di fatto dalle Congregazioni generali. La data del Conclave, che ormai si attende con ansia sfrenata, non è stata ancora decisa dai cardinali che da lunedì scorso sono riuniti in collegio cardinalizio e guidati dal decano Sodano. Sulla decisione sembra pesare la forte richiesta dei porporati di essere informati sulle tante “ombre” che aleggiano sulla Chiesa.
“Ombre” che stanno occupando l’interesse dei media mondiali. Voci di scandali, di “corvi” che dall’interno del Vaticano hanno fatto uscire verità celate, sulle quali non vi è stato alcuna imposizione di silenzio da parte delle Congregazioni. Padre Lombardi dalla Sala stampa vaticana ha smentito che vi sia stata una votazione per imporre segretezza ai cardinali. “Nessun bavaglio a nessuno”, quindi, ma tutto lasciato alla saggezza dei porporati. Risultato di tutto ciò sono le bocche super-cucite dei cardinali che, assediati dai giornalisti e scortati dalle forze dell’ordine italiane, salutano ma accelerano il passo all’uscita delle Congregazioni. Sorrisi ai quali è impossibili carpire alcunché. Spetterà al cardinale decano Sodano, secondo quanto riferisce padre Lombardi, capire quando saranno maturi i tempi per mettere ai voti la data di inizio dei lavori in Cappella Sistina.
E, viste le varie “fumate nere”, sembra proprio che la data sia l’ultimo dei pensieri all’interno delle Congregazioni generali. Data incerta per l’inizio del Conclave così come incerti restano i nomi dei “papabili”. Le Congregazioni generali non hanno ancora sciolto le riserve della vigilia. Restano blocchi divisi e, in alcuni casi, divergenti. Spiccano tra tutti quello legato alla Curia e quello ai Paesi emergenti o “lontani” dalle stanze vaticane. Su una cosa sono tutti d’accordo: il nuovo pontefice dovrà essere ben conscio su cosa si dovrà muovere la Chiesa in un mondo molto cambiato negli ultimi anni. E, anche, su come dovrà affrontare i tanti nodi lasciati “irrisolti” da Benedetto XVI. A cominciare dal dossier su Vatileaks. Ratzinger ha lasciato in eredità al prossimo pontefice la gestione dei lavori preparati dalla commissione vaticana. Spetterà a lui decidere come agire e con quali figure. A cominciare dal Segretario di Stato.
“Spero prima di tutto che la scelta cada su un uomo che abbia la volontà di comprendere i cambiamenti di mentalità e di cultura che stiamo vivendo”. Monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e presidente del movimento “Pax Christi Italia” ha le idee molto chiare su come dovrà essere il successore di Ratzinger. “E’ anche importante la semplificazione della struttura della Chiesa. Per molti aspetti è pesante. Oggi il ‘centro’ della struttura ecclesiastica ha spesso la tentazione di controllare tutta la vita cristiana. Sarebbe importante una semplificazione dei riti: restano un momento importante ma non possiamo dimenticare che al centro della nostra vita religiosa c’è Cristo, che si è fatto povero per i poveri”. E sulla provenienza del prossimo pontefice, una riflessione che potrebbe “condividere” anche il Conclave: “Un papa europeo porta con sé una capacità di dialogo e di accoglienza delle altre culture potenzialmente più grandi. Un papa non europeo sarebbe portatore di novità. Liberiamoci, però, da una storia che in qualche modo ci condiziona. Mi sembra che si manifestino vantaggi e svantaggi in ognuna delle due scelte”.
Intanto, in attesa che la porta dei lavori del Conclave si chiuda definitivamente al mondo esterno ospitando solo i cardinali elettori, proseguono i lavori in Cappella Sistina. Alcune vetrate adiacenti alla zona del Conclave sono state oscurate mentre dovrebbe essere quasi ultimato il lavoro di montaggio del pavimento sopraelevato. Il camino della stufa dal quale uscirà il fumo bianco o nero non è stato ancora montato. Rimosso lo stemma di Benedetto XVI dai giardini vaticani,visibile dai turisti dalla cupola della Basilica di San Pietro. Pronte, invece, le camere di Santa Marta dove alloggeranno i cardinali durante tutto il Conclave. Si attende ora solo il sorteggio delle stanze da assegnare a ciascun porporato. Niente biglietti, invece, ma libero accesso a tutti i fedeli alle messe per l’elezione del Papa e l’inizio del pontificato.