Medicina


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Pet/Tc vede i tumori 'in diretta'

Migliorate le terapie fino al cinquanta per cento dei pazienti pet_tc_296

di Maurizio Righetti

Studiare le caratteristiche biologiche di un tumore, per capire non solo esattamente dov’è ma anche ‘come si comporta’ e come reagisce alle terapie, è la chiave non solo per sconfiggerlo, ma anche per farlo nel modo meno costoso, sia per il paziente che per la collettività. Questo è possibile con le ‘immagini’ messe a disposizione dalla PET/TC e in futuro dalla PET-risonanza, strumenti avanzatissimi che permettono migliori pianificazioni, ‘correzioni di rotta’ in corsa e valutazioni che possono far cambiare il modo in cui si affronta la malattia fino al 50% delle volte. Le ultime evoluzioni di queste tecnologie sono state tra gli argomenti principali del congresso dell’Associazione Italiana di Medicina Nucleare e Imaging Molecolare (Ainm) a Torino.

Con Pet/Tc e Pet/Rm migliora il rapporto costo-efficacia

“Un aspetto rilevante dell’uso di strumenti come la Pet/Tc e, in un futuro ormai prossimo, la Pet/Rm, è proprio il rapporto costo-efficacia”, spiega Sergio Baldari, presidente del congresso. “Poter studiare le caratteristiche dei tumori in modo così preciso ci permette una diagnosi sempre più accurata, una maggiore appropriatezza delle cure con conseguente riduzione dei costi. Questi dispositivi permettono anche una valutazione precoce della risposta alla terapia, che quindi può essere corretta o anche completamente cambiata se è il caso. Così si ottiene una vera terapia personalizzata”. La Pet/Tc combina i vantaggi di una Pet, l’esame che permette di vedere l’immagine tridimensionale dei processi biologici in corso nel tumore, con quelli di una Tac, che ne produce invece una immagine ‘anatomica’. La tecnica è ormai consolidata e già i primi studi sulla sua efficacia hanno ad esempio dimostrato che nel tumore al seno l’esecuzione di un esame Pet/Tc è più efficace nel mostrare lesioni estese al resto del corpo rispetto ai metodi tradizionali, tanto che ha prodotto un cambiamento di terapia nel 50% dei casi. Nel caso dei tumori endocrini invece un cambiamento radicale della terapia si è avuto nel 35% dei pazienti studiati, mentre ad esempio nel caso dei tumori ossei la Pet/Tc riesce a trovare molte più lesioni dei metodi tradizionali. Nonostante la tecnologia sia molto avanzata, una volta tanto l’Italia è al passo con i tempi: “Nel nostro paese c’è un numero sufficiente di Pet/Tc, e sono ben distribuite sul territorio – sottolinea Baldari – siamo pronti a sostenere i pazienti senza grandi disagi, purché si seguano le linee guida più corrette per questi esami”. Il censimento promosso dall’Aimn nel 2010 ha evidenziato la presenza di oltre 120 tomografi Pet in Italia con almeno un tomografo per regione, comprese le più piccole.

Costanti progressi e nuove prospettive della Medicina nucleare

Il congresso ha permesso anche di fare il punto sugli altri aspetti della Medicina nucleare, dalle applicazioni per altre malattie che diventano sempre più diffuse come il Parkinson o l’Alzheimer ai nuovi radiofarmaci, molecole radioattive capaci di trovare da sole il ‘bersaglio’ all’interno del corpo a cui legarsi: “Ne è esempio il radioiodio – spiega Baldari – che è in grado di fissarsi con estrema selettività alla tiroide ed è ormai una terapia ben collaudata nei tumori di questa ghiandola, ma molte altre molecole saranno disponibili in futuro”.