Tra sconforto e voglia di rivincita


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Elezioni, la 'second life' degli esclusi

Le idee e i progetti di chi non è in Parlamento camera_deputati_296

Chi torna alla professione che aveva temporaneamente lasciato per occupare uno scranno parlamentare; chi si prende una pausa di riflessione; chi non vuole mollare la presa e promette impegno politico anche fuori dalle aule parlamentari, nella speranza che la XVII legislatura (e il 17 da noi non è un numero magico) sia breve e che presto si torni alle urne, regalando agli esclusi di questa tornata una nuova chance. Oscilla tra sconforto e determinazione lo stato d'animo di chi si è visto sbarrare le porte del Parlamento dall'esito del voto, e di quanti, in pista per la prima volta, non ce l'hanno fatta, come Antonio Ingroia.

Nella lista degli esclusi ci sono nomi eccellenti: Gianfranco Fini, ad esempio, fino a qualche giorno fa sedeva sullo scranno più alto di Montecitorio. Che farà ora il leader di Fli? Si prenderà di certo una pausa di riflessione, ma ha già annunciato una nuova stagione di impegno politico: "se amare l'Italia ha un costo ma ne vale comunque la pena - ha detto poco dopo l'esito delle elezioni - non rientrare in Parlamento non è certo un motivo sufficiente per desistere dal tentativo di rappresentare da destra un'Italia mille miglia lontana dal berlusconismo e dal grillismo". Fini riunirà il partito per valutare "come dar vita ad una nuova stagione di impegno culturale e politico".

Antonio Di Pietro, altro illustre escluso dal voto, a caldo ha annunciato le sue dimissioni da presidente dell'Italia dei valori. Chi pensava che l'ex pm si sarebbe ritirato nella sua Montenero di Bisaccia, intento a coltivare il suo campo come un novello Menenio Agrippa, però, si sbagliava. L'ex pm ha accettato la proposta di rimanere e accompagnare il partito al prossimo congresso, con l'obiettivo di rilanciarne ruolo e peso politico, dopo il flop di Rivoluzione civile.

Tra i big non rieletti anche l'ex segretario generale della Cisl ed ex presidente del Senato Franco Marini, da molte legislature in Parlamento. Anche lui non si rifugera' sui monti del suo Abruzzo, ma proseguira' l'impegno politico nel partito, con particolare attenzione alle tematiche del mondo del lavoro e dello sviluppo, di cui e' profondo conoscitore, dicono i suoi collaboratori.

Non molla neppure l'ex sottosegretario Guido Crosetto, che a suo tempo aveva lasciato Berlusconi e poi ha tentato, senza successo, l'impresa di tornare in Parlamento con Fratelli d'Italia. A lui e' gia' stato affidato il ruolo di coordinatore, sia pure pro tempore, del partito fondato con con Giorgia Meloni e Ignazio La Russa. Si dice che Berlusconi abbia contattato Crosetto per verificare la possibilita' di un ritorno all'ovile, ricevendo pero' un garbato rifiuto: "ho preso un impegno con Fdi e intendo rispettarlo", avrebbe risposto l'ex deputato.

Tra chi non ha centrato l'obiettivo, spicca Antonio Ingroia. Lanciatissimo dopo una rincorsa partita addirittura dal Guatemala, il pm in aspettativa non sembra intenzionato ad abbandonare la battaglia politica, per la quale aveva temporaneamente svestito la toga. Entro l'11 marzo, quando scadranno i termini dell'aspettativa, Ingroia farà sapere se lascerà definitivamente la magistratura o no. E' probabile che il percorso politico bruscamente interrotto dalle urne, riprenda. Anche perché in molti scommettono su una legislatura di breve durata.

Intenzionato a proseguire l'esperienza politica, anche se fuori dal Parlamento, pure l'Udc Mauro Libè: "rifletterò -dice all'Adnkronos- sul mio futuro, ma certamente il mio impegno politico è nel partito. Il progetto dell'Udc resta valido e il nostro sforzo dovrà essere quello di dialogare in modo ancor più convincente con quella parte di elettorato che non ci ha dato il voto".

Andrà avanti anche l'ex deputato Pdl Amedeo Laboccetta, come coordinatore cittadino del partito a Napoli: "sono già al lavoro -dice all'Adnkronos- per lo 'sfratto' di De Magistris, il vero sconfitto assoluto di queste elezioni". Non demorde neppure l'ex vice presidente dei deputati del Pdl Osvaldo Napoli: "continuerò a fare politica impegnandomi nel partito, non tornerò certo a fare quel che facevo prima di entrare in Parlamento", vale a dire il dirigente d'azienda nel settore alimentare e farmaceutico. Per lui all'attivo anche una lunga esperienza come vicepresidente dell'Anci.

Insiste anche Giuseppe Cossiga, ex pidiellino e poi in corsa con Fratelli d'Italia, senza però riuscire a rientrare in Parlamento: "il nostro progetto -spiega- va avanti. Non interpreto la politica come un lavoro, e poi un lavoro ce l'ho, visto che sono un dirigente di Autostrade. L'idea di un centrodestra giovane e nuovo è piaciuta ad una parte dell'elettorato e anche se resta l'amaro in bocca per non aver raggiunto il quorum al Senato per poche centinaia di voti, il nostro progetto prosegue".

Non lascia la politica neppure Massimo Donadi, ex capogruppo Idv alla Camera e poi, dopo la rottura con Di Pietro, fondatore del Centro democratico insieme a Bruno Tabacci. "Non lascio, voglio continuare a far politica, consapevole che la sfida, per chi come me è nel centrosinistra, è quella di farne appieno una forza moderna e riformista". Per questo, Donadi dice di "guardare al Pd", nella convinzione che in questa fase politica le piccole forze politiche hanno poca prospettiva, mentre occorre puntare sui "grandi aggregati" per favorire "un vero bipolarismo".

Ma c'è anche chi ha scelto di riflettere, di prendersi una pausa prima di decidere cosa fare. Come il numero due di Fli Italo Bocchino: "alla domanda su cosa farò adesso -dice all'Adnkronos- non so rispondere dopo così poco tempo dalla chiusura delle urne elettorali. Vedremo". In standby anche Roberto Rao, già braccio destro di Pier Ferdinando Casini alla presidenza della Camera e poi deputato Udc: "mi prendo una pausa per pensare. Ho idee ben precise, ma non so se siano le stesse che ha Casini", dice.

E' facile immaginare che l'ex presidente della commissione Giustizia della Camera e candidata alle regionali nel Lazio con Fli Giulia Bongiorno torni alla sua professione forense, così come per l'ex Pdl, poi passato con la lista civica di Monti, Giuliano Cazzola, si riaprono le porte dell'ateneo di Bologna dove aveva insegnato diritto della previdenza sociale prima di tentare l'avventura in politica. Non senza qualche recriminazione, però: "vediamo cosa farà Monti, non dando nulla di scontato''.

''Certo che il premier -aggiunge Cazzola- dovrebbe fare un po' di autocritica per la campagna elettorale portata avanti: Ichino è stato eletto in due collegi, io sono rimasto fuori. Un po' me l'aspettavo, avendo accettato il terzo posto in lista. E poi, il lutto l'ho già elaborato, posso sempre tornare all'insegnamento".

C'è rimasta male Paola Concia, ex deputata Pd candidata al Senato in Abruzzo, dove è stata sconfitta da Antonio Razzi, l'ex dipietrista poi passato al Pdl e che oggi torna in Parlamento. "Nessuno si è fatto sentire dal partito, che pure mi aveva messo in una posizione a rischio candidandomi per palazzo Madama in Abruzzo", si sfoga con l'Adnkronos la responsabile Sport del Pd.

"Ho ricevuto migliaia di sms e tweet di solidarietà, ma dal Pd nulla. Che farò ora? Non lo so: se occorre, sono pronta a dare una mano, perché c'è un Pd da rifondare. Se hanno bisogno di una persona onesta, trasparente, che ha sempre lavorato quando è stata in Parlamento, io sono qui...", conclude Concia.