I satelliti svelano il segreto


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Iran, piano ‘B’ per l’atomica

Il sito di Arak torna attivo n

Gli esperti del gruppo 5+1 e i delegati dell'iran si incontreranno a Istanbul il prossimo 17 marzo e nuovamente ad Almaty, in Kazakistan, il 5 aprile per negoziare una soluzione al problema del controverso programma nucleare portato avanti da Teheran e inviso dalla comunita' internazionale.

Questo e' il risultato dell'incontro avvenuto in Kazachistan tra i delegati di Usa, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina, Germania e la controparte della Repubblica Islamica. L'alto rappresentante dell'Unione europea per gli Affari Esteri Catherine Ashton ha auspicato alla conclusione dell'incontro che l'Iran proceda con un approcccio positivo alle proposte fatte dal gruppo, descritte come "bilanciate e Funzionali ad un dialogo costruttivo" e che secondo la Ashton rispondono sia alle esigenze iraniane che a quelle della comunita' internazionale, sempre piu' preoccupata per la capacita' iraniana di arricchire l'uranio ad un livello tale da permettergli di dotarsi dell'atomica.

Per l'Iran, il delegato Saeed Jalili ha definito l'incontro "positivo" dato che le proposte poste sul tavolo delle trattive appaiono "piu' realistiche di quelle fatte in passato dal gruppo", ma ha aggiunto che "la distanza da percorrere per un accordo e' ancora molta".

Intanto, il Daily Telegraph ha pubblicato quelle che il quotidiano definisce le prime immagini di pubblico dominio del "piano b" dell'Iran per dotarsi di un'arma nucleare. Dalle foto satellitari si vede la ripresa delle attivita' del sito di Arak, a sud est di Teheran, che proverebbero secondo il giornale che l'Iran starebbe preparendo l"acqua pesante" necessaria all'avvio di un rettore nucleare per la produzione di plutonio.

Mentre l'attenzione della comunita' internazionale e dell'Aiea continua ad essere concentrata sull'apertura dei siti di Natanz e Fordow, secondo il quotidiano inglese l'Iran starebbe percorrendo una seconda via all'atomica grazie all'attivita' del sito di Arak, chiuso agli ispettori dell'Onu da 18 mesi.