di Nello Rega
(n.rega@rai.it)
L’addio di Benedetto XVI nell’ultima udienza generale Un addio in punta di piedi, con i principi del Vangelo, la consapevolezza dell’importanza della preghiera e l’ammissione di “parentesi” non facili per la Chiesa.
L’ultima udienza generale di Papa Ratzinger, la numero 348 dei quasi otto anni del suo pontificato, è stata l’occasione per ribadire le risposte ai tanti interrogativi che dall’11 febbraio si rincorrono nel pianeta dei cristiani e non solo. “Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi”. In queste parole, Benedetto XVI ha voluto riaffermare la difficoltà della sua scelta e ribadire la sua età, fatta anche di una salute che non è quella del 19 aprile 2005, il giorno della “fumata bianca” e della scelta del Conclave. “In questi ultimi mesi – ha continuato il pontefice – ho sentito che le mie forze erano diminuite e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo”.
Parole convinte di ammissione di difficoltà e, forse errori, della Chiesa. “Il cammino ha avuto momenti di gioia ma anche momenti non facili in questi ultimi anni, con acque agitate e vento contrario e il Signore sembrava dormire. Ma ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca non è mia, non è nostra, ma e sua e non la lascia affondare”. Chiarezza anche sul suo futuro, quello che comincerà domani sera alle 20. Il Papa emerito, unico caso nella storia a portare questo nome, non tornerà al suo essere “singolo nel mondo”. “Il sempre è per sempre, non c’è più un ritornare nel privato. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocefisso. Nel servizio della preghiera resto nel recinto di San Pietro”.
E per il prossimo Conclave, l’invito a tutti i fedeli di pregare “per i cardinali, chiamati ad un compito così rilevante, e per il nuovo successore dell’apostolo Pietro: il Signore lo accompagni con la luce e la forza del suo spirito”. Forse per rispondere a modo suo, con quello sguardo umile e di amore, ai tanti rumors delle ultime settimane su rapporti non ottimali all’interno del Vaticano, Benedetto XVI ha ringraziato quelli che con lui hanno costituito e rappresentato il suo pontificato. A cominciare dal Segretario di Stato, cardinale Bertone, “che mi ha accompagnato con fedeltà in questi anni”. Così come la gratitudine all’intera Curia romana e “a tutti coloro che prestano il loro servizio alla Santa Sede: sono tanti volti che non emergono, rimangono nell’ombra, ma proprio nel silenzio, nella dedizione quotidiana, con spiriti di fede e umiltà sono stati per me un sostegno sicuro e affidabile”. Un pensiero speciale alla Diocesi di Roma, “la mia Diocesi, così come tutto il popolo di Dio, il corpo diplomatico, chi lavora per la buona comunicazione e a chi mi ha inviato nelle ultime settimane segni commoventi di attenzione e di preghiera”.
La speranza per il futuro, quello della Chiesa attraversata da un’ondata di critiche e “ombre” ma anche dalla sua scelta di dimissioni, per Ratzinger c’è. “Ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore. Grazie”. Con queste parole si conclude in piazza San Pietro, in occasione dell’ultima udienza generale, la “parentesi petrina” del teologo bavarese. Davanti a decine di migliaia di persone, arrivate da tutto il mondo, Benedetto XVI si congeda dal soglio pontificio, non prima di aver incontrato nella sala Clementina i capitani reggenti della Repubblica di San Marino, il presidente della Repubblica Slovacca Gasparovic, il presidente dello Stato libero della Baviera Seehofer e monsignor Vive i Sicilia, arcivescovo d Urgell e co-principe di Andorra.
Il conto alla rovescia per l’ora X di domani, prevede un ultimo saluto ai cardinali, a quelli che avranno il peso di indicare il suo successore e l’onere, forse, di scrivere una nuova pagina della Chiesa.
Le udienze generali in cifre
In quasi 8 anni del Pontificato di Benedetto XVI gli appuntamenti del mercoledì in piazza o nell’Aula Paolo VI in Vaticano hanno radunato oltre 5 milioni di fedeli. La partecipazione più numerosa, secondo le statistiche della Prefettura della Casa pontificia, si è avuta nel 2006 quando, ai 45 eventi hanno partecipato oltre 1 milione di fedeli. Nel 2011, invece, il dato più basso: 400 mila. L’ultima udienza di Papa Ratzinger è l’ottava udienza generale del 2013.