SPECIALE - La Chiesa si prepara al Conclave


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L'addio di papa Benedetto XVI

Sede vacante dalle 20 del 28 febbraio R

di Nello Rega
(n.rega@rai.it)

"Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, successore di San Pietro". E' l'11 febbraio 2013. Rigorosamente in latino, la lingua ufficiale della Chiesa, Benedetto XVI alla fine di un concistoro per alcune cause di canonizzazione annuncia la sua rinuncia al papato. "Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino", spiega il pontefice tra le facce sorprese e sbigottite dei presenti.

La notizia in pochi minuti copre l'intero pianeta. Tra la sorpresa e lo sgomento, fedeli e media cercano di commentare la decisione di Benedetto XVI. Si fanno subito i paragoni con Celestino V, ma da allora di secoli ne sono passati tanti. C'è chi si interroga sulle motivazioni. Crescono, e c'era da aspettarselo, le "dietrologie" sulla scelta del Papa. Riaffiorano gli scandali sulla pedofilia, le coperture di alcuni vescovi e cardinali. E si ritorna a parlare con insistenza del rapporto sul Vatileaks, ovvero l'indagine interna affidata da lo stesso pontefice ai cardinali Tomko, Herranz e De Giorgi. La commissione è stata sciolta e i risultati delle indagini, conosciute solo da Ratzinger e dai tre estensori, sono state destinate al prossimo pontefice.

Il congedo dai fedeli e il Motu Proprio
"In questo momento della mia vita il Signore mi chiama a salire sul monte". Con queste parole Benedetto XVI si è congedato da fedeli. Nell'ultimo suo Angelus, parlando a oltre 100 mila persone raccolte in piazza San Pietro, il pontefice ha rassicurato che "questo non significa abbandonare la Chiesa. Anzi". Un messaggio di risposta allo sgomento dei fedeli anche via Twitter, il nuovo modo di dialogare sui social network. E, in attesa dell'udienza generale di mercoledì che sancirà l'addio di papa Ratzinger, il Motu Proprio, un atto legislativo sul Conclave. Piccoli ritocchi dopo la rivoluzione delle dimissioni. L'ultimo atto del pontificato di Benedetto XVI è stato il Motu Proprio, con il quale sono state apportate alcune modifiche all'elezione del nuovo papa. La novità, ampiamente attesa nei giorni scorsi, riguarda l'inizio del Conclave. "Dal momento in cui la sede apostolica sia legittimamente vacante si attendano per 15 giorni interi gli assenti prima di cominciare il Conclave". Il Papa ha, però, lasciato al collegio dei cardinali la facoltà di anticipare l'inizio se sono presenti tutti gli elettori, così come di protrarre per gravi motivi, ma al massimo per 20 giorni dall'inizio della sede vacante. Il testo di Benedetto XVI prevede anche che "nessun cardinale elettore potrà essere escluso dall'elezione sia attiva che passiva". Per quanto riguarda il quorum richiesto: "per la valida elezione si richiedono almeno i due terzi dei suffragi. Se le votazioni non avranno esito, si dedichi un giorno alla preghiera, alla riflessione e al dialogo. Nelle successive votazioni avranno voce passiva solo i due nomi che nel precedente scrutinio avevano ottenuto il maggior numero di voti. Anche in questi scrutini è richiesta la maggioranza qualificata dei due terzi di suffragi dei cardinali presenti e votanti".

La sede vacante
Il 28 febbraio alle 20 si apre ufficialmente il periodo della "sede vacante", cioè la fase in cui il trono di Pietro resta vuoto dopo l'uscita di scena di un pontefice e l'elezione del successore. Durante questo periodo una figura di grande rilievo è il cardinale camerlengo (attualmente il cardinale Tarcisio Bertone - Segretario di Stato) che assume di fatto le funzioni del governo ordinario della Chiesa. Il primo marzo avranno inizio le "congregazioni generali", aperte sia ai cardinali elettori che agli ultraottatenni. Solo dopo questa fase, con la messa "Pro eligendo Pontefice", comincia il Conclave. Nella cappella Sistina, organizzata per l'evento, si riuniranno 115 cardinali. Per l'elezione varranno le regole contenute nel Motu Proprio di Benedetto XVI: maggioranza qualificata di due terzi degli elettori. Dopo la 33esima o 34esima votazione si passerà al ballottaggio tra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell'ultimo scrutinio. In attesa della "fumata bianca", sono in tantissimi a scommettere che "l'Habemus papam", arriverà prima di Pasqua.Un segnale di presenza vaticana per i riti liturgici e la fine di tanti veleni e rumors che, mai come in questo momento si mescolano all'attesa del Conclave. Le speculazioni sugli scandali che hanno riguardato i cardinali Dolan, Mahony, Rigali, Danneels e Brady, e le ipotesi sul rapporto segreto Vatileaks si sono abbattute prepotentemente sulla vigilia del Conclave. Ombre che stanno distogliendo, non poco, l'attenzione da uno dei momenti più importanti per la Chiesa. Speculazioni contro le quali è arrivata una presa di posizione della Segreteria di Stato. Una nota del cardinale Bertone "contro le notizie non verificate o non verificabili, o addirittura falese anche con grave danno di persone e istituzioni, con le quali si tenta di condizionare i cardinali in vista del Conclave.Intanto, sono arrivate le dimissioni del cardinale O’Brein che ha detto di non voler avere “i riflettori puntati durante il Conclave”. Ma, in attesa della "fumata bianca", non mancano i rumors sui possibili favoriti al soglio ponificio.

I numeri del Conclave
Si parte, ovviamente, dalla geografia dei porporati: 116 cardinali, 60 dei quali europei. All'Italia il primato: 28. Seguono l'America latina con 18, l'America del Nord 14, Africa 11 e Asia 10. Tra speranze e, forse, auspici, si fa largo l'ipotesi di un papa italiano anche se sono molti quelli che puntano a un pontefice africano, nordamericano o asiatico. Papa Ratzinger non tornerà cardinale ma il suo titolo resterà Sua santità Benedetto XVI, Papa emerito. Con una pensione di 2.500 euro, vivrà in Vaticano, nell'ex convento di clausura.

I sette anni del pontificato di Ratzinger
Eletto pontefice il 19 aprile 2005, Joseph Ratzinger ha raccolto l'eredità di Giovanni Paolo II. Con le dimissioni dalle 20 del 28 febbraio, il suo pontificato è durato 7 anni, 10 mesi e 9 giorni. Ecco le tappe più importanti: 28 aprile 2005 Riduce i tempi di attesa di 5 anni e concede il via per la causa di beatificazione di Giovanni Paolo II 28 maggio 2006 Visita in Polonia il campo di concentramento di Auschwitz 12 settembre 2006 Lectio magistralis all'Università di Ratisbona sul tema dei rapporti tra fede e religione. Il discorso provoca reazioni nel mondo islamico 30 novembre 2006 Visita la Moschea blu di Istanbul e prega accanto al Gran Mufti 19 luglio 2008 Da Sydney parla dello scandalo dei preti pedofili in Irlanda 17 marzo 2009 In visita in Africa parla dell'Aids 19 dicembre 2009 Con un decreto proclama venerabile il suo predecessore,Giovanni Paolo II 1 maggio 2011 Giovanni Paolo II è beato gennaio 2006 Prima enciclica "Deus caritas est" 25 maggio 2012 Epilogo dello scandalo Vatileaks con l'arresto del suo maggiordomo, Paolo Gabriele 14 settembre 2012 Viaggio in Libano. Come "pellegrino di pace" incontra i capi delle comunità religiose musulmane aprendo al dialogo con un appello alla fine delle violenze 12 dicembre 2012 Sbarca su Twitter 11 febbraio 2013 Annuncia le sue dimissioni.