di Rita Piccolini
(r.piccolini@rai.it)
E’ strano andare a votare in pieno inverno e sotto la neve che copiosa scende su tutto il Nord e Centro Italia. Febbraio è il mese tradizionale della moda e mai era capitato che l’appuntamento fashion coincidesse con le giornate del voto per le elezioni politiche e regionali. Nella giornata centrale della settimana della moda sfilano, tra gli altri, Armani, Dolce& Gabbana, Missoni. Grande attenzione dunque alle passerelle, ma un po’ distratti dall’appuntamento con le urne. Tutti alle sfilate, ma con la tessera elettorale in tasca, curiosi delle nuove tendenze certo, ma più preoccupati dei risultati che decideranno della nostra vita politica e delle conseguenti scelte economiche per i prossimi cinque anni.
Nonostante le ansie elettorali bisogna ammettere tuttavia che la sfilata di Emporio Armani, la linea giovane dello stilista, è davvero gradevole. Figure di donne che sembrano uscire da una rivista di moda tra gli anni Venti e Trenta scivolano sulla passerella milanese con leggerezza. Hanno cappottini grigi e piccoli baschi in testa, o bombette di feltro grigie. Sotto ai paltò al ginocchio senza collo e con le maniche bombate gli abiti sono chiari,femminili, leggeri e leggiadri. Giorgio Armani ama il “non colore” che caratterizza anche quest’ultima collezione e le conferisce un tono di eleganza raffinata. C’è il bel cappotto a quadri grigi e neri abbinato a un abito dal taglio geometrico anch’esso nero con la parte superiore grigia; ci sono minicappotti neri su pantaloni morbidi, con le pince, indossati con scarpe basse e piccoli baschi in tinta. C’è del velluto per soprabiti e giacche e poi note di blu e di beige. Se proprio ci si vuole colorare, sembra suggerire lo stilista, lo si faccia però nei colori tenui pastello usati per le maglie bicolore da indossare sotto la giacca. Ma il contrasto non sia mai “urlato” e al massimo si osi l’accostamento del giallo pallido al celeste polvere. E ancora giacche in maglia lavorate a formare piccoli pois, cappottini il cui punto vita è sottolineato da cinture altissime in tessuto. C’è qualche stampa delicata, come quella dei fiori rosa su fondo beige per realizzare un soprabito da indossare su pantaloni grigi, o un bel tailleur pantalone con giaccha piccola e aderente, molto femminile su pantaloni alla gaucho. Non mancano abiti alla caviglia che si chiudono a uovo, ampie giacche strette in vita dalla cintura e gonne pantalone di varie lunghezze, a volte anche molto corte, sotto i lunghi soprabiti. Poi scultorei abiti in neoprene dall’effetto vellutato in nero, blu o bordeaux. Una collezione ricca questa che propone capi che possono essere mischiati liberamente, pensati per donne dinamiche ma chic. Prima della sfilata Giorgio Armani dichiara: “Preferisco lo stile alla moda. Trovo che una donna perda la propria dignità quando diventa un manichino in mano agli stilisti, dimenticandosi di sé, della sua figura e della sua personalità".
Aria retrò anche da Marni, con lunghe stole di volpe a guarnire abiti e cappotti e a dare alle donne un aspetto di dive del passato. Tanta pelliccia in questa collezione anch’essa dominata soprattutto dai grigi e dal nero o dai toni naturali . Bordi e colli di pelliccia quasi su tutti i capi,anche sui severi i cappotti di foggia militare. Insoliti gli hot pants indossati con stivali pelosissimi, quasi dei dopo- sci e le mini-mantelle sempre di pelliccia. Le modelle indossano anche stivali molto alti, sicuramente appropriati all’uso della pelliccia che caratterizza la collezione, che danno sollievo a chi osserva e rassicurano:è lecito il prossimo inverno coprirsi adeguatamente anche le gambe e non andare in giro per le vie gelide della città soltanto con dei pur bellissimi sandali, così come si sono visti un po’ in tutte le collezioni.
Ed ecco avanzare le regine bizantine di Dolce& Gabbana. E per non dimenticare che proprio di regine stiamo parlando, alcune modelle incedono con la corona in testa, indossando abiti in cui dominano l’oro, gli azzurri e i rossi degli affreschi delle basiliche dell’Impero Romano d’Oriente. Persino quando usano tessuti maschili grigi per realizzare paltò e tailleur è a una regina che pensano i due stilisti, che si sbizzarriscono con le lunghezze, realizzando giacche corte da indossare indifferentemente su gonne al ginocchio o su vere e proprie culottes. Abbiamo visto madonne barocche tipiche delle chiese siciliane al centro dell’ispirazione delle precedenti collezioni di Dolce & Gabbana, ora sono invece le icone di madonne orientali e l’opulenza di Bisanzio a creare la suggestione, fino al gran trionfo di tutti gli abiti rossi finemente e riccamente decorati che irrompono sulla passerella finale.
E mentre Dolce & Gabbana continuano a giocare con il sacro e il profano arriva anche la proposta di Missoni, tutta dedicata alla donna contemporanea che desideri coniugare l’eleganza alla comodità: pantaloni morbidi, casacche ampie e rassicuranti, cappotti avvolgenti come calde e lunghe vestaglie , abiti lunghi e affusolati a fasciare il corpo solo come la maglia può fare. Le fantasie tipiche del brand questa volta sono più discrete, meno appariscenti:qualche tocco di verde chiaro, di rosa antico, di azzurro o di salmone, ma solo qualche tocco in un mare di raffinatissimo grigio. E al culmine della sette giorni di moda meneghina una certezza emerge:la prossima stagione vestiremo soprattutto di grigio. Grigio chiaro, scuro, luminoso, raffinato, con fantasie geometriche, qualche volta floreali, abbinato al bianco, al nero, ingentilito da tocchi di azzurro o da dettagli rossi, impreziosito da ricami, o da bordi di pelliccia ma sempre e soprattutto grigio. E andando con il pensiero al prossimo responso delle urne non possiamo che augurarci che non sia anche il colore della crisi e dell’incertezza.
Nelle immagini, dall'alto: Emporio Armani, Marni, Dolce & Gabbana e Missoni