Frenata dei rialzi


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Spesa meno cara, ma alimentari ai massimi

Aumento del 2,7% dei prezzi dei prodotti acquistati più di frequente carrello_spesa_296

A gennaio 2013 i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori su base annua rincarano del 2,7%, un tasso di crescita che si mantiene superiore al tasso d'inflazione tendenziale (2,2%), ma che risulta in decisa frenata rispetto a dicembre 2012 (3,1%). Si tratta del tasso di crescita più basso dal gennaio 2011. Lo rileva l'Istat, confermando le stime provvisorie. Su base mensile l'aumento è dello 0,4%.

A febbraio 2013 l'indice del clima di fiducia dei consumatori risale, portandosi all'86,0 dall'84,7 di gennaio, quando era stato toccato il livello più basso dall'inizio delle serie storiche. Il miglioramento riguarda soprattutto il clima personale, ovvero i giudizi, le attese sulla situazione economica delle famiglie, sul loro bilancio e sui risparmi.

A gennaio del 2013 i beni alimentari segnano un rialzo annuo dei prezzi pari al 3,2%. Si tratta dell'aumento maggiore dal febbraio del 2009, ovvero da quasi quattro anni.

Il prezzo della benzina resta fermo a gennaio rispetto a dicembre mentre subisce una forte frenata su base annua, crescendo solo del 3,0% (dal +8,0% di dicembre). Per la verde si tratta del tasso di crescita tendenziale più basso dall'ottobre del 2009. Anche il prezzo del gasolio per mezzi di trasporto segna una decisa frenata, diminuendo dello 0,4% su base mensile e salendo appena dell'1,9% in termini tendenziali (dal +7,1% di dicembre), il tasso di crescita più basso dal dicembre del 2009.

Il tasso d'inflazione annuo a gennaio 2013 registra una nuova frenata, la quarta, fermandosi al 2,2% dal 2,3% di dicembre e così scendendo al livello più basso da gennaio 2011, ovvero da due anni. Lo comunica l'Istat confermando le stime provvisorie. Su base mensile i prezzi salgono dello 0,2%. Il rallentamento segnato a gennaio è soprattutto dovuto ai beni energetici.

Infatti i prezzi dei beni energetici, spiega l'Istat, segnano un'ulteriore passo indietro (+5,4%, dal +9,3% di dicembre); mentre una spinta all'inflazione arriva dal rincaro degli alimentari non lavorati e, in particolare, dei vegetali freschi (+9,2% su base mensile, +13,1% su base annua). L'Istituto di statistica fa inoltre sapere come l'inflazione acquisita per il 2013 sia pari allo 0,8%. Quanto all'indice armonizzato per i prezzi al consumo nei Paesi dell'Unione europea (Ipca), a gennaio diminuisce su base mensile del 2% e aumenta su base annua del 2,4% (era +2,6% a dicembre). Anche in questo caso i dati definitivi confermano le stime preliminari. La flessione congiunturale è in larga parte dovuta ai saldi stagionali dell'abbigliamento e calzature (di cui l'Ipca tiene conto). A livello territoriale, Reggio Calabria (+3,7%), Genova (+2,9%), Potenza e Ancona (per entrambe +2,6%) sono le città capoluogo di Regione in cui i prezzi registrano gli aumenti più elevati rispetto a gennaio 2012, mentre i tassi d'inflazione più contenuti riguardano Aosta (+1,5%), Palermo (+1,6%), L'Aquila e Napoli (per entrambe +1,7%). Guardando ai singoli prodotti, l'Istat fa notare il rincaro congiunturale del 3% per i prezzi dei pedaggi e parchimetri (+3,2% su base annua), determinato dalla revisione al rialzo dei prezzi del Pedaggio autostradale. L'Istituto evidenzia anche la crescita su base mensile del 3,1% dei prezzi delle spese bancarie e finanziarie (+4,9% rispetto a gennaio dello scorso anno) su cui incide l'aumento dell'imposta di bollo sulle comunicazioni periodiche relative ai prodotti finanziari.