di Rita Piccolini
(r.piccolini@rai.it)
Moderna, cosmopolita, affascinata a curiosa di altre civiltà la donna Fendi per il prossimo inverno. Sui capelli raccolti a treccia, delle piccole creste di pelliccia colorata: blu, grigio, viola. Un po’ punk un po’ indiana metropolitana gioca sui contrasti dei colori e sul rigore geometrico delle linee. Avvolta in pellicce a pelo lungo come in un bozzolo, indossa abiti da squaw, o cappotti sofisticati a righe verticali su colori che degradano dal grigio al nero con spunti di rosso. Scarpe e stivali bordati anch’essi di pelliccia, così come le borse. Poi paltò con intarsi in pelle su fantasie nere e fucsia, o nere e azzurro e anche quando a trionfare è il bianco classico del tailleur, dei pantaloni o del tubino, c’è sempre quella piccola cresta di pelliccia a ricordarci che quella proposta da Fendi è una donna che osa contaminazioni culturali, è raffinata e mai banale.
Il trionfo della redingote da Prada e anche qui il gioco dei contrasti affascina. Dietro il bon ton la trasgressione. La modernità e gli anni ’50. Cappotti avvitati con cintura e a volte persino con i manicotti in pelliccia. Le modelle incedono su sandali con zeppa, in mano grandi magnifiche borse, alcune a quadretti sulle tonalità del rosa o dell’azzurro. La figura è altera, slanciata. Le ragazze con i capelli umidi sembrano divertirsi a “giocare alle signore” e a riproporre immagini del passato che interiorizzano facendole proprie. Alcune indossano con disinvoltura pellicce retrò, grandi, abbondanti, lunghe, con larghe maniche, nei colori naturali come quelle di una volta. Icone del passato estremamente attuali che si aggirano in luoghi nascosti e inquietanti di una città postindustriale tra saracinesche abbassate e ombre di gatti appostati. Poi ancora lunghi soprabiti in pelle, tailleur con gonne affusolate, piccole giacche avvitate con cinture, abiti dai tessuti pesanti a righe verticali, orli asimmetrici. Tanto grigio, tanto nero, colori pastello: rosa e celeste, qualche concessione all’oro e all’argento per una donna un po’ aliena.
Ama invece l’angora la donna di Les Copains e con il morbido filato crea pellicce eco per la gioia degli animalisti a cui tocca assistere al ritorno della pelliccia in quasi tutte le collezioni. Poi come sempre gusto, rigore, semplicità raffinata. Le gonne sono al ginocchio, ma strette e con spacchi, i pantaloni sono affusolati e l’orlo è alla caviglia, le scarpe che siano ballerine o decolleté con il tacco sono rigidamente a punta. Dominano il nero e i colori neutri.
E a proposito di animalisti alla fine la protesta arriva. Era nell’aria già dal primo giorno perché nelle sfilate di pellicce se ne stanno vedendo molte, anzi moltissime. A farne le spese è la collezione di Just Cavalli. Una ragazza riesce a salire in passerella tra le modelle, urla qualcosa che la musica altissima copre, ma la sfilata continua proponendo pellicce coloratissime di tutte le dimensioni, dalle extralarge sovrapposte ai giubbotti di pelle, alle giacche mini. Poi come sempre abiti ultrafemminili, attillati, sexy,così come c’è da aspettarsi nella linea giovane di Cavalli, che fa sfilare la bellissima figlia di Mick Jagger e Jerry Hall, Georgia May Jagger.
Lezioni di stile alla sfilata di Alberta Ferretti. L’eleganza non è urlata, essere glamour non significa apparire ad ogni costo sfiorando a volte il cattivo gusto. La moda italiana continua a pescare a piene mani nelle tradizione e la stilista propone begli abiti semplici ma di grande effetto: un magnifico abito lungo di velluto viola, un cappotto azzurro corto, dall’orlo asimmetrico e arricchito di intarsi neri, il tubino rigoroso ma rosso, bluse bianche su gonne nere. Abiti belli, semplici, ben fatti, eleganti.
Ricami preziosi su colori neutri nella collezione Blugirl, dove non mancano il nero e l’oro. E anche qui il contrasto di una donna misteriosa e romantica la sera, avvolta in lunghissime cappe nero con alamari, che di giorno gioca invece con i kilt, i maxi pullover e il loden rivisitato e attualizzato nel taglio.
Semplicità e eleganza da N°21. Alessandro Dell'Acqua porta in scena una donna sofisticata che ama l' eleganza degli opposti: maschile e femminile si incontrano e l’effetto che creano è di grande raffinatezza. I tessuti presi dell'armadio di lui come il classico tweed creano abiti che parlano di grande femminilità, grazie a tocchi luccicanti di oro e paillettes. Le contrapposizioni dominano creando in una cornice rigorosa. Il “grunge” entra nel salotto borghese: la camicia a quadri si avvale di dettagli chic come la tasca adornata di applicazioni. Tessuti tecnici come il nylon e il neoprene sono arricchiti da ricami a creare abbinamenti insoliti e sorprendenti. Agli abiti dai colori beige, cammello, bianco, cipria e celeste, si abbinano calzature da gentlewoman come mocassini adornati di cristalli Swarovski, e borse con tracolle a catena.
Contrasti anche nella collezione di Francesco Scognamiglio che propone una donna raffinatissima fatale e inquietante, un po’ Veronica Lake un po’ Kate Mosse, abbigliata come una diva degli anni ’40, ma allo stesso tempo aggressiva e un po’ gotica. Gli abiti sono lunghissimi e la fasciano in una nuvola di chiffon. Il bianco domina e rende eterea la figura femminile, resa ancor più romantica da cappe corte e avvolgenti. Proposte anche stampe animalier nei toni del nero e del grigio.
Il nero protagonista da Frankie Morello che fa sfilare donne misteriose con gonne sotto il ginocchio, velette e trasparenze di pizzo, con qualche tocco di bianco nelle stampe con volti di donna prese da giornali d’epoca.
Parla a tutte le donne che lavorano, alle studentesse, a tutte coloro che amano l’eleganza coniugata alla praticità la collezione di Max Mara. Cosa c’è di meglio per affrontare il rigore dell’inverno in città di un grande e lungo cappotto avvolgente nero, o marrone, o giallo, o cammello e se proprio si vuole osare a righe: nero e cammello ad esempio, o giallo e marrone. Se poi la temperatura è polare sotto al maxi cappotto si può indossare una giacca anch’essa pesante, dello stesso colore, o una tunica in tinta con il paltò, giocando sul tessuto lucido della prima a creare contrasto con l’opaco dell’alpaca. Poi gonne al ginocchio, scarpe di foggia maschile, abiti in maglia a righe indossati su leggings lucidi color rame. Tanto è portabile e facile la proposta di Max Mara, tanto è riservata rigidamente alle giovanissime la collezione di Ktistina T: un trionfo di culotte da indossare con calze pesanti e bluse, top,T shirt.