L'apertura del mercato elettrico funziona. Dal primo luglio 2007, quando è stata completamente avviata la liberalizzazione, alla fine del 2012 circa il 26% dei clienti cosiddetti domestici, le famiglie, ha cambiato fornitore di energia elettrica. Il 5,4% nel solo 2012. In totale sono stati 7,3 milioni i passaggi al mercato libero, sempre restando nel solo ambito domestico.
A scattare la fotografia è l'ultimo rapporto dell'Acquirente unico, società del Gse (Gestore dei servizi energetici) a cui é affidato per legge il ruolo di garante della fornitura di energia elettrica alle famiglie e alle piccole imprese. Si tratta del cosiddetto fenomeno dello 'switching' che nel settore domestico risulta "senz'altro rilevante", evidenzia il rapporto. I relativi passaggi al mercato libero sono stati, come detto, nel periodo considerato 7,3 milioni: si è partiti dai 300 mila del 2007, per toccare quota un milione nel 2008, 1,3 milioni nel 2009 e arrivare quindi al picco registrato nel 2010 di 1,8 milioni; nel 2011 sono rimasti a livelli alti (1,6 milioni), nel 2012, secondo la previsione, sono tornati a quota 1,3 milioni.
La propensione allo switching tuttavia "continua ad essere non uniforme sul territorio nazionale, ma risulta abbastanza variegata", evidenzia ancora il rapporto: Umbria, Lazio e Piemonte sono le regioni in testa per i cambi 'domestici', con una percentuale superiore alla media nazionale. Calabria, Molise e Valle d'Aosta in coda.
Ma i consumi a livello nazionale sono ancora in calo. Variazione del Pil e della richiesta di energia elettrica viaggiano di pari passo: nel 2012 - evidenzia infatti il rapporto ricordando gli ultimi dati di Terna sui consumi in Italia nel 2012 e fornendo la previsione del mercato tutelato per gli anni 2013, 2014, 2015 - "la contrazione del Pil nazionale ha comportato un fabbisogno elettrico sostanzialmente inferiore a quello registrato nel 2011". L'anno, infatti, si è chiuso con una richiesta elettrica di poco superiore a 325 miliardi di Kwh, con una contrazione rispetto al 2011 del 2,8%.
Per il 2013, si ipotizza che, "in ragione di un'ulteriore contrazione del reddito nazionale", la richiesta elettrica sarà ancora inferiore anche se in misura più contenuta: la previsione è che si attesti intorno ai 323 miliardi di Kwh con una contrazione dello 0,8%. Un incremento dei consumi dovrebbe, invece, essere possibile per gli anni successivi 2014 e 2015, rispettivamente +1,3% e +1,5% la stima.