Calcio \ Serie A


Stampa

Napoli fermato dalla Samp,-4 dalla Juve

La Fiorentina travolge 4-1 l'Inter. Il Cagliari affonda il Pescara: 0-2. Successi di Catania, Genoa e Torino cavani_terra_296

di Gianluca Luceri

Le porte del campionato, che potevano rispalancarsi, restano invece socchiuse. Il bolide di Totti che ha affondato la Juve all'Olimpico, non provoca l'effetto sussultorio sulla sfida del San Paolo: il Napoli sbatte sul muro di una Samp bella e tutt'altro che passiva (0-0) e la squadra di Mazzari, dopo il cappotto interno di Europa League, getta ai quattro venti l'occasione delle occasioni, ovvero vincere per salire a due sole lunghezze dalla capolista. Il distacco si riduce di un punto, ma il -4 attuale, immaginiamo, sarà letto e riletto da Mazzarri con la rabbia di chi sa di aver perso un treno importante. La lunga partita a due non è finita né compromessa, ma la Juve battuta non è certo un evento di tutti i giorni, e i partenopei sono consapevoli che questo risultato può incidere e pesare non poco (fra due turni, il 1° marzo, ci sarà Napoli-Juve). Il minuto di silenzio in memoria dell'ex attaccante azzurro Carmelo Imbriani, vittima della leucemia a soli 37 anni, precede una sfida giocata su un terreno pessimo e che non si rivela quell'assalto a Fort Apache che qualcuno si immaginava. Il Napoli è troppo lento, la sua manovra poco fluida. La Samp al contrario è ordinata, compatta, e le sue ripartenze velenose. Due chances in avvio per Cavani, poi saranno Icardi, Costa, Sansone e Eder a mettere più volte i brividi a De Sanctis. Pur tenendo in mano il pallino del match, i partenopei creano mischie ma non veri pericoli: l'occasione più clamorosa arriva al 74', con il sinistro violento di Hamsik dal limite che trova prima il guanto di Romero e poi il palo che, con una buone dose di fortuna, restituisce la palla proprio sulle mani del portiere argentino. Applausi comunque alla rinata Samp di Delio Rossi (squalificato al San Paolo), che rispetta o quasi la par condicio scudetto: netta vittoria a Torino contro la Juve, pareggio a Napoli a testa altissima.

Nel posticipo serale l’Inter, a caccia del terzo posto, viene travolta dalla Fiorentina. 4-1 il risultato del ‘Franchi’, un poker che misura la giusta differenza fra le squadre viste in campo. Montella sceglie il 4-3-3, schierando avanti Ljajic, Jovetic e Cuadrado. Stramaccioni dà fiducia a Kovacic, alle spalle di Cassano e Palacio. Nelle prime battute Handanovic tura le falle della fragile difesa nerazzurra, ma già al 13’ si deve arrendere al colpo di testa ravvicinato di Ljajic, servito dal cross di Palacio prolungato da Jovetic. La Fiorentina non si ferma. Handanovic salva una prima volta su Jovetic, che al 33’ inventa una traiettoria dal limite che non lascia scampo al portiere sloveno. Inter annichilita, Handanovic fa gli straordinari su Borja Valero e Aquilani. Chi si aspetta la reazione dell’Inter nella ripresa resta deluso. C’è una sola squadra in campo. Jovetic, al 55’, confeziona la doppietta che lo porta a 11 in classifica cannonieri. E Ljajic, al 65’, imita il talento montenegrino con una conclusione su cui stavolta Handanovic commette un errore (si rifà a poco dal termine chiudendo la porta in faccia a El Hamdaoui. All’87’ Cassano, su un rinvio corto, indovina il colpo a fil di palo da oltre 20 metri. Una prodezza per addolcire l’amaro calice. I viola salgono a un punto dai nerazzurri. Che a loro volta restano un punto sotto Milan e Lazio. E proprio i capitolini, nel Monday Night in casa del Siena, possono riprendersi il terzo posto in solitario.

Sotto l'Etna si gode e… si sogna: Catania di Maran settima forza del campionato grazie all'1-0 del Massimino contro il Bologna. Salvezza praticamente raggiunta, Europa a un tiro di schioppo: il momento di alzare l'asticella è forse arrivato. Man of the match Sergio Almiron, che fa centro di testa al 42' subito dopo un palo di Bergessio. Il Bologna di Pioli, sterile nel primo tempo, ha un triplo sussulto nella ripresa con il neo entrato Gabbiadini e poi nel finale con Gilardino. I rossazzurri però restano in piedi e guardano lontano, dove non si sa. Vivere alla giornata è il motto migliore e poi la scaramanzia, in certi casi, è d'obbligo.

Cellino in carcere nell'ambito dell'inchiesta sullo stadio Is Arenas, il Cagliari corsaro sulle rive dell'Adriatico: nella domenica più difficile, i sardi conquistano tre punti d'oro in chiave salvezza e 'onorano' alla grande il loro presidente detenuto. Protagonista assoluto è il folletto Marco Sau, che spazza via un inguardabile Pescara con una doppietta (53' e 61') ad inizio secondo tempo raggiungendo quota 10 nella classifica marcatori, la stessa di nobili goleador come Pazzini e Gilardino. Un giocatore, quello rossoblù, la cui crescita va seguita con grande attenzione. Sprofondano gli abruzzesi (un palo di Weiss, poi espulso, e poco più), al quinto ko nelle ultime 6 sfide, terz'ultimi in graduatoria e contestati duramente dal loro pubblico, che se l'è presa soprattutto con il direttore sportivo Delli Carri. Situazione drammatica che il mercato di gennaio non sembra aver migliorato.

Torna al successo il Genoa, che a Marassi frena l'ascesa dell'Udinese di Guidolin e compie un bel passo avanti in classifica, visti anche i risultati negativi di molte dirette concorrenti alla salvezza. La cura Ballardini, insomma, sembra funzionare. La partita si sblocca al 33' con Kucka che approfitta di un'uscita a vuoto di Padelli su calcio d'angolo e deposita in rete di testa il pallone dell'1-0 che decide la sfida. L'occasione di Maicosuel e quelle, nei minuti di recupero, di Benatia e soprattutto Merkel, portano i friulani ad un soffio dal pareggio. Che non sarebbe stato rubato, come non è rubata la vittoria del Grifone.

Viaggia che è una bellezza il Toro di Ventura, undicesimo in classifica con il 2-1 casalingo inflitto ad un'Atalanta troppo remissiva. Con il ct Prandelli in tribuna, Cerci fa fuoco e fiamme e al 42' impallina Consigli nell'unico spazio libero sul palo più lontano. Sul taccuino, anche la mega palla-gol sprecata da Barreto e due grandi chance per il rientrante Bianchi. Orobici impalpabili per 45': zero tiri in porta. Senza troppi meriti, i nerazzurri pareggiano su rigore con Denis al 74' (fallo di Gillet in uscita su Livaja) ma i granata non si perdono d'animo e all'87' lo sloveno Birsa, su cross di Darmian, fa risaltare il banco. Vittoria comunque senza macchia: il Toro ha fatto, disfatto e dominato la gara.