di Sandro Calice
(s.calice@rai.it)
I giovani, la contemporaneità, la formula da rinnovare, tutto sacrosanto. Poi però fa bene alla memoria e alla musica ricordare quante e quali meravigliose canzoni sono passate da questo palco, e la serata amarcord diverte e commuove.
Ma è anche la serata della gara e Antonio Maggio con “Mi servirebbe sapere” è il vincitore di Sanremo 2013 nella categoria Giovani. Viene proclamato dopo la mezzanotte, votato dal pubblico da casa e dalla Giuria di qualità composta da Nicola Piovani, Eleonora Abbagnato, Stefano Bartezzaghi, Cecilia Chailly, Claudio Coccoluto, Serena Dandini, Paolo Giordano, Nicoletta Mantovani, Rita Marcotulli e Neri Marcorè. Sempre tra i Giovani, Renzo Rubino con la canzone “Il postino (amami uomo)” vince il Premio della Critica “Mia Martini”.
La serata era cominciata con le immagini dell'Istituto Luce sulle prime edizioni del Festival, con Joe Sentieri, Claudio Villa, Mina e Celentano. Poi la voce di Fazio in stile EIAR introduce Luciana che entra in scena con un abito identico a quello indossato da Nilla Pizza nel primo Festival del 1952 quando cantava “Papaveri e papere”. Più tardi entrerà vestita da Caterina Caselli, caschetto compreso, e l’Ariston esplode. “Sembri la mamma di uno dei Beatles”, dice Fabio. “No, sono come Enzo Paolo Turchi appena uscito dall’isola”, risponde lei, “e comunque sono a mio agio come Giovanardi su un carro del Gay Pride”.
La serata è stata anche l’occasione per invitare Pippo Baudo, che non si lascia sfuggire l’opportunità di baciare Luciana, e soprattutto per l’omaggio a Mike Bongiorno, con l’inaugurazione della statua a lui dedicata alla presenza della moglie e dei figli, mentre l’orchestra suonava “Blue Moon”, una canzone importantissima nella vita di Mike. Ospiti della serata anche Gianmarco Tognazzi, Danny Quinn, Rosita Celentano e Paola Dominguin, i figli famosi che condussero l’edizione del 1989; il pianista Stefano Bollani, che con ironico virtuosismo ha jazzato al pianoforte le richieste del pubblico, e Caetano Veloso.
Tutte le esibizioni della serata sono da ricordare per la scelta delle canzoni. Quanto alle interpretazioni, alti e bassi: bello lo stile di Malika con i ballerini Vecchione e Signorelli in “Cosa hai messo nel caffè”; emozionato Silvestri con “Piazza Grande”; dimenticabili Annalisa e Emma con “Per Elisa”; ottimo lo swing dei Marta sui tubi con Antonella Ruggiero in “Nessuno”; lezione di jazz con Gualazzi in “Luce (tramonti a nord est)”; “Io che non vivo” salva l’esibizione dei Modà, mentre la commovente “Canzone per te” aiuta Cristicchi; classe e sensualità per Molinari e Cincotti in “Tua” accompagnati dal maestro Franco Cerri; Maria Nazionale strascica un po’ troppo secondo noi “Perdere l’amore” attenuandone la potenza; Mengoni si commuove e in parte commuove con “Ciao amore ciao”, ma andrebbe meglio se non si preoccupasse di far vedere quanto è bravo; strepitosi, con un pezzo di grande teatro, di cabaret d’autore più che di musica Elio e le storie tese che travestiti da marionette col la testa gigante cantano “Un bacio piccolissimo” in compagnia di Rocco Siffredi, con tutti i doppi sensi del caso sulle dimensioni; bravo Gazzè con “Ma che freddo fa”; tiepida Chiara con “Almeno tu nell’universo”. Per tutti, cantanti, conduttori, pubblico, è stata l’occasione di giocare e di rilassarsi: domani c’è la finale.