Sanremo 2013


Stampa

Nel segno di Modugno e della musica

Littizzetto tra Refaeli e Bruni. Giovani: avanti Rubino e Blastema bar_litizzetto_296

di Sandro Calice
(s.calice@rai.it)

Ma come nacque “Nel blu dipinto di blu”, la canzone presentata a Sanremo nel 1958 che segnò la storia della musica italiana? Ce l’ha raccontato aprendo la seconda serata di Sanremo 2013 Beppe Fiorello, che interpreta Domenico Modugno nel film tv che andrà in onda su Rai1 il 18 e 19 febbraio. Beppe/Mimmo racconta soprattutto di come trovò quella parola, “volare”, che avrebbe reso quella canzone un successo planetario. Poi imbraccia la chitarra e accenna alcuni successi del cantante pugliese, come “Vecchio frac” e “Tu si’ na cosa grande”, prima di rendere omaggio anche a Franca Gandolfi, la vedova di Modugno che siede emozionata in prima fila, alla quale consegna la giacca di uno smoking azzurro polvere che indossa e che è appartenuta al marito. Ovazione dell’Ariston.

E’ stata anche la serata delle “rivali” di Luciana, la modella Bar Refaeli, di una bellezza aliena, che si è prestata alle ironie di Luciana e a un’esibizione di 10 secondi alla batteria; e poi Carla Bruni, venuta a presentare il suo ultimo disco e che poi ha accompagnato alla chitarra la Littizzetto in una parodia della sua canzone più famosa, "Quelqu'un m'a dit". La parte comica della serata è affidata a Neri Marcorè, che imita Alberto Angela, prima da solo poi con Fazio che gli fa da spalla “nei panni” del padre Piero Angela. Momenti di commozione, l’esibizione del cantante israeliano Asaf Avidan e il saluto ai Ricchi e Poveri, che non hanno potuto essere presenti all’Ariston per la morte improvvisa del figlio 23enne di Franco Gatti.

La gara. Si sono esibiti gli altri sette Campioni, ognuno dei quali va in finale con una sola delle due canzoni presentate. I Modà passano con “Se si potesse non morire”, un pezzo che i loro fan apprezzeranno. Simone Cristicchi resta un po’ deluso, perché porta in finale la più difficile “La prima volta (che sono morto)” e perde la più bella e da lui preferita “Mi manchi”. Verdetto difficile per Malika Ayane, che ha portato due brani scritti da Sangiorgi: passa “E se poi”, probabilmente il meno bello. Sorpresa per gli Almamegretta, che vanno in finale con “Mamma non lo sa”, un brano più nella loro tradizione dub e quindi meno sanremese. Nessun dubbio per Max Gazzè: la sua “Sotto casa” vince con il 77% delle preferenze. Professionale e ineccepibile Annalisa che passa con una non memorabile “Scintille”. Finale surreale ed esilarante con Elio e le storie tese che con l’81% delle preferenze passano con la geniale “Canzone mononota”.



A tarda serata tocca ai primi quattro giovani scontrarsi per i due posti in finale: passano Renzo Rubino con “Il postino (amami uomo)” e i Blastema con “Dietro l’intima ragione”: anche qui – incredibile a dirsi – le due migliori canzoni tra le quattro. La chiusura, infine, ancora nel segno di Modugno, con Fiorello e Fazio che salutano sulle note di “Vecchio frac”.

Serata più leggera rispetto alla prima, niente politica e davvero tanta musica di buona qualità, con votazioni e applausi che hanno premiato canzoni decisamente lontane dal sound tradizionale del Festival. Un buon segno.