di Sandro Calice
di Benh Zeitlin, Usa 2012, drammatico (Satine Film e Bolero Film)
Fotografia di Ben Richardson
con Quvenzhané Wallis, Dwight Henry
Preparatevi a essere travolti da Hushpuppy, dalla sua forza serena, dal suo amore disarmante, dalla sua rabbia bambina. In un mondo ai confini dell’umanità, che potrebbe benissimo essere il nostro.
Hushpuppy vive nella comunità di Bathtub (La Grande Vasca), una grande palude nel Sud degli Stati Uniti dove la gente resiste con testardo ottimismo alla natura e si rifiuta di andare a vivere con quelli oltre la diga, tristi come pesci in un acquario senz’acqua. Hushpuppy ha solo papà Wink, l’amato, burbero papà Wink, visto che la madre li ha abbandonati da tempo. E’ una bambina speciale, sente i cuori degli esseri viventi e - a suo modo – l’equilibrio dell'universo. Per questo capisce subito che qualcosa non va, proprio mentre Wink si ammala irrimediabilmente. La maestra miss Bathsheba dice che il mondo sta cambiando, che la catastrofe è alle porte e che i bambini devono imparare a sopravvivere, anche perché i ghiacci, sciogliendosi, hanno liberato i giganteschi e spaventosi Aurochs, bestie preistoriche che ora marciano sugli uomini. Ma Hushpuppy non ha paura, anche perché Wink la sta preparando a un mondo in cui lui non ci sarà. E se è vero, come dice il padre, che lei sarà Re della Grande Vasca, adesso sa qual è la missione che deve compiere.
Un esordio grandioso quello di Zeitlin, e anche dei due attori protagonisti, la piccola, straordinaria Quvenzhané Wallis e il non meno bravo Dwight Henry, entrambi scelti, come il resto del cast, tra la popolazione del Sud della Louisiana, dov’è girato il film. “Re della Terra Selvaggia” (“Beast of the Southern Wild” in originale) ha vinto una serie impressionante di premi, partendo da quelli della Giuria e per la miglior fotografia al Sundance, per finire con le quattro nomination agli Oscar (film, regia, sceneggiatura, attrice protagonista). E’ un film di una potente delicatezza, nel quale il Zeitlin (anche co-sceneggiatore insieme a Lucy Alibar) mescola realismo e magia, verosimile e surreale con la leggerezza di un regista consumato. Stilisticamente (e un po’ anche per il percorso di crescita del bambino che affronta i suoi incubi) ricorda “Nel paese delle creature selvagge” (Where the Wild Things Are), il film del 2009 diretto da Spike Jonze e tratto dal celebre libro illustrato “Nel paese dei mostri selvaggi” di Maurice Sendak. Ma non è un romanzo di formazione, quanto piuttosto – per dirla col regista - un film sul diventare un “buon animale” dentro la Natura; e non è un documentario o un lavoro con finalità antropologiche, ma un raffinato racconto di finzione che coglie perfettamente lo spirito di quella gente; non è infine un monito ambientalista, ma un film sulla libertà, sul coraggio, sulla capacità di resistere e reagire a un mondo condannato a morte, e di farlo col sorriso. Zeitlin ci consegna personaggi indimenticabili, dolci, crudeli, ridicoli, che sembra cantino blues anche quando parlano (sarà dura doppiarli), con una musica che riveste di luce e simpatia anche lo squallore profondo. Bentrovata, Hushpuppy.
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