In salita strada per accordo


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Bilancio Ue, settimana clou

Le posizioni dei Paesi restano distanti h

A meno di una settimana dal vertice Ue è ancora tutta in salita la strada per raggiungere un accordo sul bilancio pluriennale Ue 2014-2020. Un negoziato nell'ambito del quale l'Italia è destinata a svolgere un ruolo di primo piano sia in termini economici che politici e che oggi entrerà in una fase cruciale con la riunione dei ministri degli affari europei a cui parteciperà Enzo Moavero.

Nonostante la serrata serie di incontri e contatti tra le cancellerie di questi ultimi giorni e l'ottimismo espresso da fonti di Bruxelles, le posizioni dei singoli Paesi restano infatti ancora distanti, come confermato dalle dichiarazioni rilasciate dal presidente del Consiglio Mario Monti e dal presidente francese Francois Hollande dopo l'incontro bilaterale svoltosi all'Eliseo.

Herman Van Rompuy, il presidente permanente del Consiglio Europeo a cui spetta il difficile compito di preparare e presiedere il summit di giovedì e venerdì prossimi, è determinato più che mai a trovare un accordo di compromesso che possa dare all'Ue una prospettiva certa sulle risorse finanziare destinate a sostenere nei prossimi anni non solo 'pilastri' dell'azione europea come la politica agricola comune e quella di coesione, ma anche iniziative in grado di rilanciare la crescita e l'occupazione.

Deve però fare i conti con una realtà assai complessa e delicata. La proposta iniziale formulata dalla Commissione Ue (1.091 miliardi di euro per l'intero periodo 2014-2020, una cifra pari a poco più dell'1% del Pil dell'Unione) è già stata decurtata di 80 miliardi a novembre - quando i leader dei 27 non sono comunque riusciti a trovare un'intesa - e ora si parla di un'ulteriore riduzione dell'ordine di almeno 15-20 miliardi di euro.

Secondo gli addetti ai lavori, la Gran Bretagna, la Svezia e l'Olanda continuano a insistere per dare una sforbiciata ancora maggiore alle risorse da destinare al bilancio Ue. Forti dell'argomento in base al quale ai sacrifici fatti a livello nazionale per rispondere alle sfide imposte dalla crisi devono corrispondere analoghi sacrifici a livello comunitario. Il governo di Mario Monti punta invece soprattutto a contenere i danni di tagli che appaiono inevitabili e a rendere piu' equa una situazione che vede l'Italia versare alle casse dell'Unione molto di piu' (quasi sei miliardi di euro nel 2011) di quanto riceve. Anche perché dallo scorso anno, il nostro Paese è diventato il primo contributore netto in termini di rapporto tra saldo negativo e Pil. Una condizione giudicata inaccettabile, specie nell'ottica di un andamento negativo dell'economia destinato ad appesantire ulteriormente il peso sulle finanze nazionali del contributo all'Ue. 


''Sulla possibilità di trovare un compromesso che metta d'accordo i leader dei 27 - ha sintetizzato una fonte vicina ai negoziati - pesano due gradi incognite. Bisognerà infatti vedere quanto il premier inglese David Cameron 'tirerà la corda' per ottenere ciò che chiede. E poi quali resistenze verranno dalla Commissione, ma soprattutto dal Parlamento, nei confronti di un eventuale compromesso al ribasso''.

L'Euroassemblea ha infatti già annunciato che intende dare battaglia ed anche nel caso di accordo tra i leader un suo 'no' potrebbe rimettere tutto in discussione.