Razzismo


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Quando l'intolleranza 'sporca' lo sport e la storia

Da cori negli stadi a svastiche sui muri boateng_296

Cori e insulti razzisti sui campi di calcio, svastiche e scritte negazioniste sui muri delle città. Sono già diversi dall'inizio dell'anno - e siamo soltanto ai primi giorni di febbraio - gli episodi di intolleranza registrati dalla cronaca. Ieri all'elenco si è aggiunta l'aggressione, con un cavo d'acciaio e una spranga di ferro, a tre nordafricani e una educatrice per motivi razziali, a Triggiano, in provincia di Bari.
''Siamo di fronte a una vera escalation di razzismo in Italia'' ha commentato il ministro per la Cooperazione, Andrea Riccardi secondo il quale forze dell'ordine e magistratura ''devono tenere alta la guardia per prevenire e reprimere gesti fanatici e violenti''.

Il 3 gennaio allo stadio Carlo Speroni di Busto Arsizio l'amichevole del Milan con la Pro Patria da festa è diventata incubo per colpa di un gruppo di ultras che dal primo minuto ha intonato cori razzisti contro gli 'avversari' di colore. Boateng non è riuscito a toccare palla, stesso trattamento per Niang, Muntari, Emanuelson. Neanche mezz'ora e la partita si è chiusa bruscamente: il Milan ha abbandonato il campo.

Stesso mese, ancora teatro un campo di calcio. Il 28 gennaio due ragazzi africani della squadra di calcio dello Sporting Pontecorvo, in provincia di Frosinone, nel corso di una partita del girone B del campionato juniores provinciale, sono stati pesantemente insultati e intimiditi a causa del colore della pelle da giovanissimi tifosi di una squadra avversaria.

Sempre il 28 gennaio un altro episodio di intolleranza è finito sulle pagine dei giornali. Di stampo diverso, ma di uguale gravità. Svastiche e insulti sono comparsi sui muri di Torino, in occasione delle cerimonie per il Giorno della memoria. La città della Mole, medaglia d'oro della Resistenza, ha visto oltraggiate alcune lapidi partigiane, nello storico quartiere di Borgo Vittoria. Il giorno prima era toccato alla Capitale essere sfregiata con l'affissione di scritte negazioniste della Shoah. In piazzale della Radio, di fronte allo store di Oviesse, le scritte recitavano: 'Sei milioni numero truccato antisemitismo non è reato''.