L'allarme di Legambiente


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1.100 impianti a rischio incidente

Interessano 739 comuni, Taranto non risponde i

Sono oltre 1.100 (1.152) gli impianti industriali a rischio di incidente rilevante (Rir) nel nostro paese, distribuiti in 739 comuni. Sono i dati rilevati da Legambiente attraverso l'indagine "Ecosistema Rischio Industrie", condotta nell'ambito dei comuni italiani che ospitano insediamenti a rischio e presentata questa mattina a Roma alla presenza del capo del dipartimento per la Protezione civile, Franco Gabrielli. Sul totale del 739 comuni interessati, hanno precisato i responsabili di Legambiente, solo 210 hanno risposto al questionario inviato.

Una presenza distribuita su tutto il territorio nazionale, con punte massime in Lombardia (289 insediamenti), Veneto (116), Piemonte (101), Emilia Romagna (100) e minime in Basilicata (9), Molise (8) e Valle D'Aosta (5). La quasi totalita' dei comuni intervistati, il 94% dei 210 (pari a 198), ha dichiarato di aver recepito le indicazioni contenute nella scheda informativa redatta dal gestore dell'impianto, secondo quanto previsto per legge; scheda che, inoltre, stabilisce la perimetrazione delle aree circostanti gli insediamenti a rischio: area di sicuro impatto, area di danno e area di attenzione. Sono invece 181 (l'86%) i comuni che hanno predisposto una planimetria del territorio e individuato le "aree di danno". In 104 comuni intervistati, infine, sono state individuate nelle "aree di danno" strutture vulnerabili e/o sensibili: nel 18% dei casi sono presenti scuole, nel 13% centri commerciali, nell'8% strutture ricettive turistiche, nel 7% luoghi di culto, nel 2% ospedali. Alcune amministrazioni hanno indicato la presenza, all'interno delle "aree di danno" anche di abitazioni isolate o insediamenti residenziali piu' consistenti, di altri stabilimenti industriali e attivita' produttive in genere.

Sebbene ai comuni non spetti la gestione delle emergenze connesse al rischio industriale ne' la redazione dei piani di emergenza esterni previsti per alcune tipologie di impianti, "essi - ha spiegato Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente - hanno il compito fondamentale di fare da raccordo tra le attivita' di pianificazione urbanistica e la presenza di insediamenti a rischio d'incidente rilevante. Spetta loro anche l'informazione ai cittadini: uno strumento di prioritaria importanza perche' fa crescere la consapevolezza e insegna i comportamenti corretti in caso di emergenza".

Per sensibilizzare, informare e preparare i propri cittadini al rischio industriale e ad eventuali situazioni di emergenza, 148 dei 210 comuni che hanno risposto al questionario di Legambiente hanno dichiarato di aver realizzato campagne informative, con opuscoli, pagine dedicate sul proprio sito internet e incontri pubblici; 105 hanno informato i residenti sui segnali di pericolo e sulle misure da adottare in caso di necessita'. Sono 122, invece, le amministrazioni che hanno stretto rapporti di collaborazione con organizzazioni o gruppi di protezione civile destinati a queste attivita'. Molto carente, osservano da Legambiente, rimane invece l'organizzazione di esercitazioni periodiche, effettuate solo da 75 comuni e che invece risultano essere essenziali per testare le capacita' di risposta in caso di eventi calamitosi.