di Rita Piccolini
Impartisce una vera e propria lezione di classe la sfilata di Raffaella Curiel, tutta dedicata alla bellezza, alla femminilità, alla classicità, alla delicatezza, alla nobiltà d’animo. La collezione si ispira al quattrocentesco ritratto di Simonetta Vespucci del Botticelli e di questa atmosfera raffinata e gentile è permeata l’intera sfilata nella sala dorata della sede dell’ambasciata della Repubblica turca a Roma.
Cos’è la vera eleganza? Viene domandato alla stilista. La ricetta è semplice: “La piena consapevolezza di sé”. Eleganza è conoscersi a fondo e usare la moda, non esserne usati. E’ avere coscienza e accettazione del proprio fisico e della propria età, per valorizzarne i pregi e minimizzarne i difetti. Il contrario purtroppo di quello che accade sempre più spesso oggigiorno, con donne che non accettano il loro divenire, diventano volgari, inopportune, a volte con minigonne improbabili e pance e fianchi in bella vista. Eleganza è invece proporzione per fare emergere con naturalezza quello che si è. “Si può essere molto eleganti semplicemente con una gonna nera e un golf” dice la stilista. Quella che propone Raffaella Curiel è un’eleganza raffinata, che comunica quel senso di naturalezza di chi è a proprio agio con se stesso. La semplicità della bellezza che nelle sue creazioni nasce dallo studio, dalla cultura, dalla ricerca, dall’attenzione ai dettagli, da un impegno scrupoloso e da un amore profondo per il proprio lavoro. Non c’è lusso ostentato in questa collezione “ostentazione inopportuna in momenti di crisi” dice la stilista, ma il lusso dei tessuti pregiati, degli accostamenti raffinati, delle rifiniture perfette. Il garbo e il rispetto del corpo femminile accostato all’amore per la natura e i suoi colori.
Ecco allora giochi di intrecci, di volute, di inserti sugli abiti e sulle giacche avvitate di deliziosi tailleurs. Giacche e soprabiti impalpabili anche ad arricchire vestiti leggeri, e gonne danzanti come fiori leggiadri. Poi i piccoli vestibilissimi “curiellini” che per il cocktail diventano più importanti. Tagli sapienti ed elaborati per un effetto di grande leggerezza e femminilità. Non mancano i completi da cerimonia eseguiti con preziosi tessuti fiorati , dove i corpini poggiano su gonne elaborate, quasi “gotiche”. A chiudere la sfilata una sposa insolita rispetta a quelle tradizionali, delicatamente colorata dalle sfumature dei fiori di campo, con una magnifica acconciatura floreale, e un abito da gran sera con una giacca di pelle su una tunica e pantaloni finemente ricamati, omaggio alla Turchia e agli ospiti della sfilata.
I tessuti utilizzati: paglie mixate con fili di seta, sete crude, crèpes di lana per il giorno; chiffons, crèpes marocaines , garze, organze e gazars per la sera. I colori:tutte le tonalità sabbia dei deserti, i celesti, i turchesi, il blu della notte, i rossi, i rosa, i lilla dei campi di lavanda, il bianco.
Gattinoni sfila invece all’Eur, nel Museo Nazionale delle Arti e tradizioni Popolari, in una magnifica sala arricchita dalla mostra realizzata da Stefano Dominella, presidente della maison :”La Seduzione dell’artigianato ovvero:il bello e il ben fatto”. Abiti e accessori magnifici della grande tradizione dell’alta moda italiana fanno bella mostra di sé accanto ai costumi della tradizione popolare, pronti ad accogliere e a fare da cornice alle nuove suggestioni di Guillermo Mariotto per la prossima primavera estate.
Lo stilista di Gattinoni non sfugge alla seduzione delle nuove tecnologie: tridimensionalità, riproduzioni prospettiche, manipolazioni e grafica da computer. Da un modello virtuale le infinite possibilità di una scelta.“ Ripartendo dalle radici della couture- spiega Mariotto- dallo studio, dalla ricerca, dall’essenzialità un clic su un computer, su un I –pad per ritornare alle origini dell’alta moda. Un gioco meraviglioso”. Nuovo entusiasmo dello stilista per una collezione fatta di trasparenze, di giochi di luce, sfumata sulle tonalità del bianco e del nero, del panna contrappunto cromatico per colori più caldi, intensi, luminosi:il giallo, l’arancio, il corallo in un trionfo di tulle, organze, chiffon , mikado. I tagli sono sapienti, sbiechi, misurati, arricchiti da drappeggi realizzati con tessuti dipinti a mano. Mariotto vuole far partecipi gli spettatori di questa sua nuova esperienza virtuale che lo ha portato a selezionare centinaia di immagini sul computer: strette, allungate, ingigantite, sfumate, alla ricerca del particolare prezioso. Per questo il pubblico è dotato di occhialini 3D, ma per fortuna vince ancora la passione per l’artigianato sartoriale espresso in questa sfilata e gli occhialini vengono poco usati. La bellezza la si può assaporare anche a occhio nudo. Colpisce il ritorno delle righe, le geometrie, il tratto essenziale, il rigore del bianco e nero a riproporre l’effetto optical qua e là arricchito da futuribili ricami cangianti. Irrompe nella collezione un minuscolo bikini gioiello interamente realizzato con pietre dure da Gianni de Benedittis, designer del brand “futuroRemoto”.
Un’anima profondamente ecologista viene svelata a Santo Spirito in Sassia da Nino Lettieri, che propone una collezione evocatrice della foresta pluviale amazzonica. Verde, bianco e nero: questi i colori usati per tutti modelli in varie declinazioni, da soli o mischiati tra loro, per abiti da giorno o da sera, lunghissimi e fruscianti, per mini e hot pants.La foglia è il motivo ricorrente e la fonte di ispirazione. Le modelle sembrano ninfe e lo stilista presenta un progetto che vuole essere anche un monito per la salvaguardia e la tutela dell’ecosistema più ricco al mondo di biodiversità.
Poi il trionfo del blu di Balestra. Blu come protagonista assoluto della collezione, con unica concessione al bianco per esaltarlo all’ennesima potenza. La sfilata, accompagnata dalla voce della Nannini in una originale interpretazione di “Nel blu dipinto di blu” si svolge proponendo abiti di alta sartoria che pongono comunque il colore come tema centrale. Il fiordaliso domina nelle fantasie dei tessuti, o come decorazione sottolinea scollature ed enfatizza gli orli a petali. I modelli si susseguono, la luminosità degli azzurri e dei bianchi è abbagliante. Il colore domina su tutto, persino sulle unghie della modelle. La musica lo enfatizza e propone una dopo l’altra le note di “Blue Moon” o “Blue Velvet” o “ Mister Blue Sky” e così, via via cantando, arrivano “l’abito fiordaliso” interamente e preziosamente ricamato in perfetto stile Balestra e quello candido della sposa, vaporosa e spumeggiante con un mazzo di fiordalisi tra le mani.
Nelle immagini, dall'alto, modelli di Curiel, Balestra e Gattinoni