di Mauro Caputi
Il Napoli capitalizza il rallentamento di Juventus (fermata in casa 1-1 dal Genoa) e Lazio (battuta all’Olimpico dal Chievo 1-0) negli anticipi e conquista il secondo posto solitario a tre punti dai bianconeri. Per la squadra di Mazzarri il pomeriggio al ‘Tardini’ non si annunciava facile. In casa del Parma nessuno aveva mai portato via i tre punti, per questo il 2-1 dei partenopei ha grande valore per il morale oltre che per la classifica. Partita dalle molte facce, con il Napoli che mette la freccia al 20’ con Hamsik servito nello spazio centrale da Dzemaili. La reazione del Parma costringe De Sanctis a una parata d’istinto su Sansone e Cannavaro al salvataggio sulla linea su azione d’angolo. Ma, più che i ducali al pari, sono gli ospiti ad andare vicini al raddoppio con Campagnaro, Dzemaili e Cavani. Nella ripresa il Napoli ha il demerito di cedere completamente l’iniziativa al Parma che, alla lunga trova lo spiraglio giusto: al 75’ affondo di Sansone che piazza il cross vicino alla linea trovando la deviazione in autogol di Cannavaro. Il pari però spegne i ducali. Il Napoli si ripresenta dalle parti di Mirante. Cavani, in diagonale, incespica e manca una facile opportunità. Ma il capocannoniere del campionato si rifà un paio di minuti dopo, all’85’, imbeccato da Insigne nel corridoio centrale (ancora in difficoltà la difesa ducale, come sul gol di Hamsik). E’ il gol partita, il n.18 nel campionato di Cavani.
Un Milan prima cinico, poi anche bello, espugna il campo dell’Atalanta con un gol di El Shaarawy (a secco da metà dicembre). Partita spezzettata in avvio a Bergamo, finchè il Faraone rompe l’equilibrio al 29’ con una grande girata dal limite dell’area. L’Atalanta ha le sue occasioni, malamente sciupate da Denis e Parra. Nella ripresa la pressione atalantina s’interrompe al 58’, quando il secondo cartellino giallo a Brivio mette in difficoltà l’impianto di Colantuono. A questo punto il Milan esce bene e ha il solo demerito di non trovare il punto del raddoppio, mancato clamorosamente da Flamini e costruito in molte altre occasioni. Per i rossoneri, dopo il 90’, c’è il raggiungimento del quinto posto a 37 punti.
Nuovo stop per la Fiorentina, che cade a Catania 2-1. L’avvio rossazzurro è intenso. Alvarez e Castro spaventano Neto. Poi escono i viola, che cominciano a macinare il loro gioco e trovano il premio al 22’ col colpo di testa di Migliaccio. La partita si blocca fino alla ripresa. Legrottaglie, al 50’, è abilissimo di testa a trovare il pareggio (non impeccabile Neto). La Fiorentina si rifà sotto ma si scontra con i legni: Cuadrado schiaccia di testa e la palla rimbalza toccando la traversa; poi Ljajic lo imita su punizione. Il tutto nei 5’ successivi al gol di Legrottaglie. Episodio chiave al 78’, con Aquilani che insiste nelle proteste verso l’arbitro Celi e lo manda platealmente a quel paese: rosso diretto. I padroni di casa lavorano per sfruttare l’uomo in più e ottengono il risultato all’88’ con l’imperioso colpo di testa di Castro che svetta su Roncaglia. Per Montella un triste ritorno al ‘Massimino’, lo stadio che lo ha consacrato come allenatore. E il suo successore Maran si gode una classifica che recita 35 punti e settimo posto.
Il lunch time match del Dall’Ara regala spettacolo con la divisione della posta fra Bologna e Roma. Il 3-3 è forse favorito dalle approssimazioni di entrambe le difese, ma le squadre si affrontano a viso aperto cercando sempre il gioco. Apre lo score Florenzi (9’) servito da Totti dopo un errore di Sorensen in ripartenza. Pari di Gilardino al 17’ dopo una prima respinta di Goicoechea su Gabbiadini. Un solo minuto e Roma di nuovo avanti, col colpo di testa di Osvaldo dimenticato dai felsinei al limite dell’area piccola. Il Bologna riequilibra al 26’ con una prodezza di Gabbiadini che sorprende Goicoechea sul suo palo. Il risultato regge fino all’intervallo, non molto oltre. Al 54’, infatti, pasticcio fra Goicoechea e Burdisso, con Pasquato pronto a metterla dentro. Giallorossi per la prima volta a inseguire, con qualche difficoltà. Tachtsidis toglie le castagne dal fuoco al 74’ girando benissimo di testa una punizione di Totti. Finale pirotecnico: Agliardi salva sul colpo di testa di Osvaldo da pochi passi; poi si scatena Diamanti che prima colpisce il palo, quindi, nel recupero, incoccia la traversa. La Roma, a 34, ora è ottava; il Bologna, a 22, è momentaneamente tranquillo.
L’Udinese assesta una botta alle speranze salvezza del Siena, sempre solo in coda alla classifica, vincendo 1-0 la sfida del ‘Friuli’. Match-winner è Muriel, che finalizza un’azione quasi rugbistica partita da una palla persa a centrocampo da Della Rocca (36’). Ma in precedenza i toscani avevano sprecato con Rosina, ipnotizzato a tu per tu con Padelli. Ripresa senza sussulti, con l’Udinese che contiene agevolmente i tentativi dei toscani, generosi ma modesti.
La Sampdoria continua la marcia di allontanamento dalla zona calda cancellando 6-0 il Pescara a ‘Marassi’ e rispondendo in pieno all’appello di Delio Rossi che chiedeva una vittoria da dedicare a Riccardo Garrone, il presidente scomparso lo scorso lunedì. E il mattatore è il giovane Icardi. Abruzzesi accorti, Perin bravo su De Silvestri. Al 32’ la svolta: Terlizzi trattiene Gastaldello, Tommasi fischia il rigore, Eder trasforma. Icardi sregolatezza e genio: al 39’ si mangia un gol servito magnificamente da Eder, al 42’ va da solo in contropiede e infila Perin per il raddoppio. E al 50’ Obiang inventa un piatto dai 20 metri che incornicia il pomeriggio. Poi c’è l’Icardi show che ne fa tre e confeziona il suo personale poker: al 56’ e al 58’ detta il passaggio nello spazio e batte Perin; al 71’ è fortunato a ricevere dopo una caduta. Per l’argentino (ora a 7 gol in classifica cannonieri) una giornata da ricordare.
Derby salvezza all’Is Arenas (ancora una volta agibile su permesso temporaneo) fra Cagliari e Palermo. L’1-1 è giusto anche se gli ospiti possono recriminare per aver subito il pari proprio in extremis. Sorrentino, neoacquisto palermitano, è subito protagonista. Dà sicurezza al reparto arretrato e vince qualche duello con Sau. Rosanero in vantaggio al 30’ con Ilicic, servito da un cross all’indietro di Dossena bravo in percussione. Il pari arriva al 90’ col colpo di testa di Ribeiro su un lungo cross di Avelar. I rosanero protestano a lungo per una rimessa laterale invertita. Ne fanno le spese Miccoli (espulso dalla panchina) e il tecnico Gasperini.
Nel posticipo domenicale, l'Inter perde l'occasione per piombare a -1 dalla Lazio (terza): al Meazza soffertissimo 2-2 contro un bel Torino, che crea molto di più e che ai punti avrebbe sicuramente vinto. Si allunga la striscia positiva dei granata (3 successi e 3 pareggi), imbattuti dallo scorso 9 dicembre: la zona calda è sempre più distante. Dura 28 minuti la partita di Cristian Chivu ma al romeno, prima di uscire per infortunio, bastano cinque giri di lancette per lasciare il segno: punizione chirurgica a giro e sfera in rete, con Gillet inutilmente proteso in volo. Ma il vantaggio dei padroni di casa dura poco, perché i granata non si scompongono e al 23' impattano: clamoroso errore in disimpegno di Guarin che al limite dell'area si fa soffiare palla da Meggiorini, l'attaccante scambia con Barreto e poi, sul passaggio di ritorno, impallina Handanovic. Il primo tempo, combattuto ma tutt'altro che esaltante, è racchiuso in questi due episodi. Nerazzurri macchinosi e troppo prevedibili, Toro attento e ben messo in campo. La notte magica di Riccardo Meggiorini, inserito a sorpresa da Ventura al posto del titolarissimo (e capitano) Rolando Bianchi, prosegue in avvio ripresa. Percussione di Cerci sulla fascia destra e perfetto cross al centro sul quale c'è scritto "basta spingere": l'attaccante del Toro, lasciato solissimo dalla malmessa difesa nerazzurra, ringrazia e insacca con facilità l'1-2 (52'). L'Inter sembra accusare il colpo e invece ecco il pari costruito da due irriducibili senatori: Zanetti ricama per Cambiasso che appostato sul secondo palo non perdona (66'). Ma è solo un sussulto, perchè quattro minuti dopo è Handanovic a salvare la nave di Stramaccioni fermando il neo entrato Bianchi con un volo strepitoso. La stessa scena si ripete al 94', con il portiere nerazzurro che nega ad uno scatenato Meggiorini tripletta e colpaccio. Al fischio finale di Massa, pioggia di fischi per un'Inter decisamente sbiadita.