Quella delle carceri in Italia è una situazione ''drammatica'', che provoca sentimenti di ''amarezza e sconforto''. Ecco i numeri aggiornati dell'emergenza dietro le sbarre: 64.789 detenuti, con ben 18.661 'esuberi' rispetto ai posti disponibili e 24mila in attesa di giudizio.
A rilanciare l'allarme per le condizioni degli istituti di pena sono il ministro della Giustizia Paola Severino ed il primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, nei loro interventi alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario.
E' ''inaccettabile'', ha scandito Severino, che il 36% dell'intera popolazione carceraria sia ancora in attesa di giudizio e, tra questi 24 mila, la metà sia al primo grado. Il tempo avuto a disposizione da questo Governo per fronteggiare il problema è stato breve, ma, ha sottolineato il Guardasigilli, ''ciò non deve essere una scusante. Si deve e si può fare di più, sia nell'impegno amministrativo quotidiano, sia nell'impegno legislativo, con provvedimenti di cui dovranno in parte farsi carico anche il nuovo Governo ed il nuovo Parlamento, con decisioni che, voglio sperare, non siano condizionate da fatti di cronaca mediaticamente enfatizzati ma, al contrario, trovino alimento nei principi costituzionali della presunzione di innocenza e della finalità rieducativa della pena''.
L'uscita dall'emergenza, secondo il ministro, va trovata attivando tre azioni sinergiche: una sostanziale depenalizzazione, una nuova e più flessibile regolamentazione delle misure alternative al carcere ed un nuovo sistema di gestione dell'edilizia carceraria. Severino ha quindi plaudito alla circolare emessa dal procuratore capo di Milano che ha invitato i magistrati ad un uso piu' esteso delle misure alternative alla detenzione: ''confido - ha detto - che indicazioni simili possano essere diffuse in tutti i tribunali. Dovranno essere ricercate soluzioni che, facendo salve le esigenze di sicurezza della collettività, valorizzino la funzione rieducativa della pena, riaffermando l'idea del carcere come extrema ratio''.
Sulla stessa linea la relazione di Lupo, che ha ricordato l'ultima condanna per violazione dei diritti umani, emessa questo mese dalla Corte europea, che ordina all'Italia di trovare una soluzione adeguata entro un anno. Nonostante gli interventi che il governo ''è riuscito faticosamente a realizzare'', Lupo ha lamentato che sono ancora troppi i 65mila detenuti e che c'è un eccessivo ricorso alla custodia cautelare. Anche il primo presidente della Suprema Corte si è poi rivolto ai magistrati chiedendo un minore ricorso alla carcerazione delle persone arrestate o indagate ed un maggiore utilizzo delle misure alternative alla detenzione in carcere.