di Rita Piccolini
Al via la quattro giorni dell’Alta moda romana. Luci accese fino al 29 gennaio sul borgo di Santo Spirito in Sassia e sugli atelier dell’haute couture della capitale. Molte le sfilate delle più celebri maison italiane e grande la partecipazione degli stilisti dell’alta moda internazionale. Poi, come sempre feste, mostre, presentazione di libri , glamour a fare da cornice all’appuntamento romano.
C’è attesa e curiosità per le collezioni. Gattinoni all’Eur con un sfilata che potrà essere vista solo con occhiali in 3D; Curiel che presenterà la collezione nella prestigiosa sede dell’ambasciata della Repubblica di Turchia; Sarli, il primo a sfilare, con una collezione di Alberto Terranova ispirata ai colori della sua terra con i gialli e i blu delle ceramiche siciliane; Balestra che polemicamente aveva minacciato la scorsa estate di non tornare e invece, forse non potendo resistere all’atmosfera romana, è di nuovo qui a presentare la nuova collezione per la prossima primavera- estate e a dare vita, nell’atelier di via Cola Di Rienzo, al “Bu blue de Balestra”: una festa omaggio al couturier con creazioni rigorosamente in blu di giovani stilisti.
Alla vigilia delle manifestazioni abbiamo rivolto qualche domanda a Stefano Dominella, amministratore delegato della Gattinoni Due a Roma, Presidente del Comitato Tecnico Sistema Moda di Unindustria, Consigliere della Camera Nazionale della Moda Italiana con delega alla formazione, e Membro del Comitato Scientifico e Organizzativo del Progetto "Archivi della Moda del '900".
Quanto sta pesando la crisi sull’alta moda? Ci sono segnali di ripresa?
La crisi pesa moltissimo. Parlo nello specifico dell’haute couture perché la situazione è migliore per il pret à porter. Ovviamente la ripresa del settore è legata alla ripresa dell’economia in generale.
Cosa fare nel frattempo?
Puntare ai Paesi emergenti, soprattutto Cina e Brasile.
La scelta di presentare le nuove creazioni di Guillermo Mariotto per Gattinoni all’Eur, e non nelle location tradizionali delle sfilate romane è insolita. Nascerà lì il polo dell’alta moda romana?
A me piacerebbe. Sono fautore del quartiere Eur come centro della creatività. Ci sono grandi spazi adatti alle manifestazioni di moda, ci sono parcheggi, poi è bella l’atmosfera: rigorosa, essenziale, razionale, caratterizzate da forme quadrate. (L’Eur è un quartiere di Roma progettato negli anni Trenta in previsione di un' Esposizione Universale che però non si svolse a causa della scoppio della Seconda guerra mondiale ndr).
E’ il progetto di Villa Ada come “casa della moda” e centro museale di cui si è parlato un paio di anni fa?
Una “pochade” del Comune di Roma.
Cosa risponde a Giorgio Armani che nei giorni scorsi a Parigi, in occasione delle sfilate di haute couture, ha dichiarato che Roma è una città meravigliosa ma non è elegante?
Armani ha quattro negozi molto importanti nel cuore di Roma. Se non fossero in un contesto elegante non li avrebbe aperti.
Cosa farebbe per riportare alcuni grandi stilisti italiani a Roma?
Non credo nei ritorni. Devono nascere nuovi stilisti. Credo nei giovani, bisogna puntare a loro. Le scuole di moda e di design di Roma oltre tutto stanno funzionando benissimo. Il futuro è lì.