Una terapia d'urto ed un programma di riforme per aggiungere obiettivi "ambiziosi", ma "realizzabili". Il piano di azione su cui Confindustria chiede un impegno alle forze politiche che si candidano a guidare il Paese segna "una tabella di marcia fino al 2018", e indica i risultati che cosi' si potranno raggiungere: piu' crescita, piu' lavoro, conti in ordine. Dati certificati dagli economisti del centro studi di viale dell'Astronomia. Cosi', in 5 anni, da qui al 2018, l'agenda degli industriali cambierebbe "il volto del Paese".
- Piu' crescita - "Il tasso di crescita si innalzera' al 3%; il pil aumentera' di 156 miliardi, piu' 2.617 euro ad abitante", indica il documento rivolto alle forze politiche in campo per il voto di febbraio.
- Piu' lavoro - attuando il piano d'azione proposto dagli industriali "l'occupazione si espandera' di 1,8 milioni di unita', il tasso di occupazione salira' al 60,6% dal 56,4% del 2013 e il tasso di disoccupazione scendera' all'8,4% dal 12,3% atteso per il 2014".
- Piu' industria, piu' investimenti- "Il peso dell'industria tornera' al 20% del valore aggiunto dell'intera economia dal 16,7% attuale, gli investimenti balzeranno del 55,8% cumulato (+66,4% quelli in macchinari e mezzi di trasporto, +44,7% quelli in costruzioni), l'export si innalzera' del 39,1%".
- Piu' redditi famiglie, piu' produttivita' - "Il reddito delle famiglie che vivono di lavoro dipendente nel 2018 sara' piu' alto di 3.980 euro reali". L'inflazione "rimarra' attorno all'1,5%"; la produttivita' "aumentera' di quasi l'1% medio all'anno".
- Conti pubblici in equilibrio, meno pressione del fisco - "Il deficit pubblico diventera' un consistente surplus, il debito cadra' al 103,7% del pil, ben sotto il 111,6% richiesto dai patti europei (129,2% nel 2013, compresi 48 miliardi di debiti commerciali della p.a. alle imprese), la pressione fiscale scendera' dal 45,1% al 42,1% e le spese correnti al netto degli interessi dal 42,9% al 36,9%".