Il redditometro avrà un impatto minimo sulla vita dei contribuenti: se l'incasso resta quello stimato a 815 milioni di euro si tratterà mediamente di 20 euro a contribuente. A fare i calcoli è la Cgia di Mestre secondo la quale ''chi è onesto non ha nulla da temere''.
Una media, quella fatta dagli artigiani, che dà un po' l'idea della portata del redditometro anche se, è da sottolineare, i controlli si concentreranno su una piccola percentuale di cittadini (circa 40.000 su 40 milioni di contribuenti) che saranno individuati in liste selettive in base ad indici di pericolosità sotto il profilo dell'evasione.
Nell'attesa della circolare applicativa dell'Agenzia delle Entrate, per la quale ci vorrebbero ancora delle settimane, si comincia intanto a delineare il meccanismo del controllo. L'amministrazione fiscale non dovrebbe applicare in nessun caso ''presunzioni'' di spesa in modo standard ma potrà far notare che il tenore di vita si discosta dal reddito dichiarato a partire da spese certe (i dati statistici dovrebbero solo contribuire alla individuazione della posizione fiscale, mai essere determinanti).
Quello che spetta al contribuente, se vuole replicare ai rilievi degli ispettori, è provare che la spesa è stata fatta anche con il concorso di redditi diversi rispetto a quelli dell'anno in corso. Tornando invece alla Cgia, il nuovo redditometro ''non sarà quello spauracchio che qualcuno vuole farci credere. I contribuenti onesti non devono temere nulla: non sarà né feroce neé repressivo'', dice il segretario Giuseppe Bortolussi, giunto a questa conclusione dopo aver ricostruito, assieme all'Ufficio studi dell'associazione, il reddito presunto dal fisco e quello minimo dichiarabile da alcune delle principali tipologie familiari, sotto il quale il contribuente è potenzialmente accertabile.
Redditi talmente minimi che ''e' chiaro - rileva Bortolussi - che ad essere colpiti saranno solo i falsi poveri e chi sfacciatamente evade il fisco. Visto che per il 2013 il gettito previsto dall'applicazione del redditometro si attesterà attorno agli 815 milioni di euro, 715 attraverso l'autotassazione e gli altri 100 dall'attività accertativa, questo bottino peserà mediamente su ciascun contribuente quasi 20 euro, consentendo di recuperare lo 0,7% dell'evasione totale che e' stimata attorno ai 115 miliardi di euro all'anno. Insomma - conclude Bertolussi - con il redditometro il fisco recupererà solo le briciole''.