In questo clima di disagio sociale, di emergenza sociale, come l’ha definita il presidente della Repubblica Napolitano nel suo messaggio di fine anno, lei oggi ci può dire che la felicità segue di pari passo la democrazia?
Io dico che da un lato è un dovere della democrazia quello di pensare alla felicità degli individui, a quello che si chiama il bene comune, un bene che, se lo decliniamo così, capiamo che è un impegno possibile. Ma dall’altro lato anche che è possibile cercare la felicità attraverso la democrazia. Ci hanno abituato in tutti questi anni al fatto che la felicità individuale e collettiva poteva essere trovata soltanto nella dismisura, nell’abuso, in quell’infrazione continua delle regole, che qualcuno chiama ‘sacrilegio sociale’, nel rifiuto di ogni interdetto, nell’abuso e nel privilegio. Mentre non è così. Ci può essere una felicità che nasce dalla realizzazione di sé, tenendo presente che la propria vita va combinata nell’incontro con le vite degli altri, nel riconoscimento reciproco che c’è poi in quella cosa che noi chiamiamo società e che tende al bene comune.
Dove si può trovare allora la felicità?
Questo discorso per cui la felicità debba essere cercata soltanto fuori dalle regole intanto descrive le regole come una sorta di costrizione dell’individuo, mentre le regole sono semplicemente le garanzie che diamo a noi stessi, mentre viviamo, portiamo i nostri figli a scuola, andiamo in Parlamento, decidiamo di pregare e di non pregare. La nostra libertà ha tutto il diritto di espandersi, ma tenendo conto che deve contemplare un confine che è quello che riguarda i diritti e le libertà degli altri.
Da questo punto di vista, diventa essenziale scegliere i propri rappresentanti al Parlamento.
Diventa essenziale che la democrazia funzioni bene. La democrazia è un contenitore delle politiche diverse. Diciamo che la democrazia dovrebbe essere indifferente al fatto che vinca una parte o un’altra. La democrazia in quanto tale è un sistema di regole condivise, da cui nascono istituzioni, diritti, doveri. E’ un quadro dentro il quale si svolge la libertà degli individui associati insieme. Più la democrazia funziona bene, più c’è la possibilità per gli individui di realizzare sé stessi. E quindi di arrivare anche a questa felicità, a questa parola ‘grossa’ che usiamo e che io ritengo che sia possibile ottenere. Poi naturalmente la democrazia ha dei compiti, come quelli della definizione delle regole e dei diritti. Tocca alla politica la realizzazione concreta di tutto questo. Ci sono momenti in cui la politica funziona di più e momenti in cui funziona meno. Ma questo non è colpa della democrazia, semmai della cattiva politica.