di Rita Piccolini
(r.piccolini@rai.it)
I giovani uomini di oggi non hanno bisogno di abiti trasgressivi per dimostrare di non essere conformisti, non necessitano di un look aggressivo da sventolare come bandiera “anti-sistema”. Possono indossare un classico cappotto di cammello, reso ancora più “perbene” dal colletto di velluto colorato, ma avere il corpo coperto di tatuaggi. Possono sfoggiare il “chiodo”, simbolo della cultura ribelle degli anni Sessanta e Settanta, sopra classici pullover di shetland dai colori neutri, da studenti universitari “disciplinati”. Sono giovani internauti la cui cultura ha un respiro internazionale, sono curiosi delle altre “civiltà” che laicamente percepiscono come modi diversi di affrontare la vita, a cui ispirarsi a piene mani, senza per questo perdere di vista la proprie radici.
E’ questa l’immagine maschile a dominare nelle sfilate di Milano per la prossima stagione autunnale, la stessa proposta anche nelle collezioni presentate la scorsa settimana a Pitti-Uomo, a Firenze.
Un esempio per tutti? La sfilata di Dolce & Gabbana. Ragazzi siciliani in passerella le cui maglie vogliono essere un inno alle immagini sacre della Vergine Maria portata in processione nelle strade dei paesi del Sud. Già nell’ultima collezione estiva femminile i due stilisti siciliani avevano voluto rendere omaggio alla loro isola, alla sua cultura le cui radici affondano nella tradizione di una religiosità barocca e “paesana”. Abbiamo visto la scorsa estate le loro modelle di nero vestite incedere in passerella in un tripudio di oro, veli, ricami evocativi di suggestioni religiose ridondanti. E allora che anche l’uomo renda omaggio alla devozione religiosa in una sorta di anticonformismo al contrario il cui motivo conduttore sia la t-shirt con il volto della Madonne delle chiese barocche. Sacro e profano, un omaggio e una dissacrazione, per un gran finale spettacolare di una sfilata di forte impatto. Non mancano particolari stravaganti sulle passerelle milanesi, come i boxer in pizzo nero presentati nella collezione Versace, tutta dominata da completi in pelle da biker in un trionfo di zip, ma complessivamente a vincere sono il rigore,la sartorialità, la raffinatezza di tessuti pregiati per realizzazione di giacche e cappotti dal taglio classico sempre più accompagnati dai cappelli di feltro Borsalino.
E allora ecco sfilare i lunghi paltò grigi, anche in seta invernale lavorata come cachemire di Ermenegildo Zegna, o le maglie morbide con inserti effetto pelliccia di Costume National. Raffinatissimo l’uomo proposto da Jil Sander, con maglie bicolore senza maniche e sottogiacca smanicati in grigio, bianco e nero esaltati dalle righe e dai quadri. Colore dominante il rosso per una collezione minimal, quasi agli antipodi di quella di Donatella Versace. Classica la collezione di Bottega Veneta, così come quella più sportiva, con molti capi in pelle, di Trussardi, che propone anche il velluto e il maglione sotto il blazer, sempre. Sobrietà e raffinatezza da Ferragamo, che innova la classicità abolendo la cravatta e la camicia a vantaggio dei pullover.
Applausi per la bella collezione di Missoni, in cui ancora una volta vince la grande tradizione artigianale, che hanno anche voluto dimostrare la solidarietà del pubblico e degli addetti ai lavori alla storica maison milanese per la tragica scomparsa dell’aereo in volo sopra Los Roques su cui viaggiavano Vittorio Missoni con la compagna e alcuni amici.
Anche il “casual” per l’ufficio è cambiato. Se ne fa interprete Hogan che propone di sostituire le sneaker degli ultimi anni con più sofisticate polacchine con suole dai colori a contrasto, ma sempre all’insegna della massima comodità, da abbinare a grandi borse indispensabili per i professionisti digitali che indosseranno capispalla scomponibili e tecnologici. Di gran moda l’impermeabile di cotone trattato nei toni del verde militare. Da Burberyy l’apoteosi del cappotto e gli immancabili magnifici montgomery. E poi cosa c’è di più classico del kilt proposto da Moncler insieme agli intramontabili piumini?
Sembra che la sfida sia rendere elegante lo “sportewear” a cui nessun uomo rinuncerebbe mai. E’ una tendenza che si va via via consolidando già da alcuni anni. L’imperativo è: non doversi cambiare per occasioni diverse e indossare abiti pratici, ma belli e sofisticati, ricercati nell’uso dei tessuti e degli accessori e per tutte le occasioni. A parte lo smoking, che trionfa nella collezione di Cavalli, riservato alle occasioni più impegnative, ci si può sentire eleganti e a proprio agio la sera, anche con gli abiti indossati la mattina per affrontare una giornata di lavoro. Su questo terreno, da Marni, giurano che si possa battere la concorrenza inglese. Della stessa idea da Calvin Klein il cui stilista, Italo Zucchetti, è del partito: mai più cambio d’abito. Che bello! Fosse così anche per la moda femminile il cui dicktat continua ad essere quello secondo cui per essere eleganti bisogna stare scomode... Ma tempo al tempo, ci si arriverà, è ineluttabile: una donna impegnata sul lavoro non ha più tempo di correre a casa per cambiarsi in vista di un’improvvisa serata importante. Liberiamoci come gli uomini da questa tirannia. Perché ciò che è bello ed elegante di giorno non può esserlo anche di sera! La moda uomo ci sta arrivando, per la donna al momento sembra che i tempi non siano ancora maturi, peccato!
La domanda su quale sia il giusto criterio di eleganza non può non porsela Miuccia Prada. La moda è cultura e il giovane uomo contemporaneo ne è consapevole. Indossa cappotti dai tagli e dai tessuti classici, sceglie pantaloni morbidi con il cavallo sceso e la caviglia scoperta. I colori sono ben calibrati e sui grigi, beige e cammello non mancano tocchi di rosso, di azzurro, di ocra. L’idea che suggerisce la collezione Prada è quella della libertà di indossare quello che più piace, purché sia di qualità, al di là dei dettami fashion del momento.
Già a Firenze nei giorni scorsi non erano mancate le novità quindi, per riepilogare, cosa non deve mancare al nuovo dandy del terzo millennio sfuggito miracolosamente alle catastrofi apocalittiche? L’impermeabile vintage, il cappotto di cammello, il soprabito lungo e fluttuante anche di pelle, la maglia al posto della camicia, i pantaloni a quadri scozzesi, qualcosa di bordeaux, qualcosa di mimetico sui toni del verde militare, maglioni da freddo polare ispirati al gentleman di campagna inglese, una t-shirt con immagini sacre perché il 21 dicembre del 2012 è passato ma in fondo non si sa mai.
Nelle foto, dall'alto: Dolce & Gabbana, Missoni e Prada