Il fai-da-te urbano può far male


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Orti in città, lo smog li avvelena

Verdure tutt'altro che salubri: alte concentrazioni di metalli orto_terrazza_296

Da Roma a Washington, da Berlino a Parigi e a Londra, la coltivazione di orti in citta', una vera e propria moda per chi vuole mangiar sano e risparmiare qualcosa, non e' avulsa da insidie e pericoli. Arriva infatti una ricerca scientifica che mette in guardia sul cibo coltivato in citta', per la presenza di metalli pesanti in maggiori concentrazioni rispetto a quelli provenienti dalle campagne e che arrivano sugli scaffali dei supermercati. Lo studio e' di un gruppo di ricercatori del Dipartimento di ecologia dell'Universita' tecnica di Berlino in collaborazione con l'Orto botanico dell'Universita' nazionale di Khmelnitsky in Ucraina. E a darne notizia sono i dottori agronomi sulla propria rivista on line 'Intersezioni' ( n. 24 del 19 dicembre 2012), in un articolo a firma di Francesca Pisani.

La ricerca parte da un presupposto: "l'orticoltura urbana fornisce sempre prodotti salubri?" argomenta Pisani, dottore agronomo e socio Aiapp, spiegando che lo studio prende in esame il contenuto di metalli pesanti in differenti specie e varieta' di ortaggi coltivati a Berlino, in prossimita' di zone ad elevato traffico: pomodori e fagiolini, ortaggi da radice e fusto (carote, patate e cavoli rapa), ortaggi da foglia (cavolo bianco, crescione, bietola), aromatiche (basilico, menta, prezzemolo e timo).

L'analisi ha evidenziato la concentrazione in tracce di metalli - cadmio, cromo, piombo, zinco, nickel e rame -presenti nella biomassa, espressa in mg/kg peso di sostanza secca, e analizzate le modalita' con cui i fattori locali hanno influito sul contenuto di questi elementi. Particolare attenzione e' stata rivolta nel valutare la distanza dalla strada alla quale sono associabili i maggiori livelli di contaminazione. I ricercatori hanno svolto anche un confronto tra la salubrita' degli ortaggi autoprodotti per il consumo domestico nel centro citta' e quelli commercializzati nei supermercati.

In generale, il contenuto in metalli e' apparso piu' alto nei prodotti coltivati in citta', in particolare in aree prossime al traffico di veicoli a motore, rispetto a quelli venduti nei supermercati. Per esempio, nei pomodori, che da questo confronto sono apparsi essere tra le colture piu' contaminate, le concentrazioni in cadmio e in nickel sono risultate rispettivamente undici volte e quasi cinque volte superiori a quelle riscontrate nei prodotti commercializzati nei supermercati. Dai risultati, la bietola coltivata in centro citta' contiene sei volte piu' zinco di quella acquistata nei negozi.

Numerose orticole contengono una concentrazione per lo meno doppia in uno o piu' metalli rispetto agli stessi prodotti venduti nei supermercati. Di particolare interesse sono i dati associati all'effetto negativo del traffico. Il piu' alto carico di traffico da veicoli complessivo ha incrementato il contenuto in metalli nella biomassa. Tutti gli ortaggi hanno mostrato concentrazioni piu' elevate di piombo se coltivati in siti prossimi a strade con traffico elevato e, nei due terzi dei campioni situati a una distanza inferiore a 10 m da strade ad alto traffico, sono stati superati gli standard di concentrazione, stabiliti dall'Unione europea.Una nota positiva e' data dalla presenza di edifici e di ampie masse di vegetali situati tra la coltivazione e le strade che, fungendo da barriere e da filtro, riducono il contenuto in metalli.