America spaccata


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La lobby delle armi dichiara 'guerra'

Contro Hollywood e contro Obama. Le star chiedono di limitare il diritto degli americani di possedere un'arma, la Nra li accusa di far soldi con film violenti. Obama si dice pronto a un decreto per controllarne la diffusione, sempre la Nra, che da decenni condiziona il Congresso americano, si appella con forza, e ancora una volta, all'anacronistico II emendamento della costituzione (introdotto nel 1791), che autorizza con una formula datata a girare armati a

La National Rifle Association dichiara guerra a Hollywood, accusando le stelle del cinema di ipocrisia nel dibattito che sta spaccando l'America sull'eccessiva diffusione delle armi. La piu' potente e ricca organizzazione di fan di fucili e pistole accusa i tanti attori e attrici, spesso 'liberal', di fare tanti soldi con film ultra-violenti. E contemporaneamente, battersi in prima linea per limitare il diritto degli americani di possedere un'arma. La polemica e' diventata ancora piu' forte nei giorni scorsi, quando tante celebrita' del cinema sono apparse in un video a favore della ormai celebre campagna 'Demand a plan', chiedi la riforma, promossa dai sindaci contro le armi illegali. Ma poche ore dopo, sempre on-line, e' uscita una parodia della stessa clip molto amara. Con una abile operazione di montaggio, dopo le immagini in cui un attore o attrice chiede la riforma, appare una scena dello stesso attore in uno dei suoi tanti film mentre imbraccia un fucile e spara. Il senso e' chiaro: come ha dichiarato il portavoce della Nra nei giorni dopo la strage del Connecticut, c'e' un legame molto stretto tra violenza in tv e al cinema e massacri reali. Tesi tuttavia tutta da dimostrare, tenuto conto che questi stessi film vengono visti in tutto il mondo occidentale, ma le stragi nelle scuole accadono solo negli States. Lo stesso ex governatore repubblicano e protagonista indiscusso di film ultra-violenti, Arnold Schwarzenegger, ha negato con forza che esista questo nesso, definendo le sue pellicole "solo divertimento". Il tema resta comunque al centro del dibattito. Non a caso lo stesso Joe Biden, nei suoi colloqui preparatori alla stesura della riforma, oltre alla associazioni delle vittime e pro- e contro le armi, incontrera' anche i vertici dell'industria dell'entertainment e dei videogames. Intanto, il confronto si annuncia serrato con i vertici di Wal-Mart. Si tratta del gigante della grande distribuzione americana, messa spesso sotto accusa perche' nei suoi grandi magazzini presenti in tutto il territorio nazionale e' possibile comprare ogni tipo di armi e un numero illimitato di munizioni. Giorni fa i vertici di questa azienda avevano declinato l'invito. Poi la retromarcia: "Abbiamo sottovalutato - si legge in una nota di Wal-Mart - l'impatto che questa vicenda ha avuto nei confronti del pubblico".

Obama determinato, pronto a decreto per impedire altri massacri
Barack Obama e' estremamente "determinato a intervenire" per imporre nuove regole piu' severe per l'acquisto di armi. Non solo. E' anche pronto ad adottare il provvedimento con un suo decreto presidenziale immediatamente efficace senza attendere i tempi inevitabilmente lunghi per l'approvazione di una legge da parte del Congresso.

L'obiettivo della Casa Bianca e' impedire ulteriori massacri come quello del 14 dicembre in una scuola elementare in Connecticut in cui un folle armato fino ai denti ha ucciso 20 bambini e sei adulti. Lo scoglio più grande da superare sono le lobby delle armi, che difendono l'anacronistico II emendamento della costituzione (introdotto nel 1791), che autorizza con una formula datata a girare armati.

A New York arriva il piano Cuomo
Mentre a Washington partono i colloqui, nello stato di New York arriva la stretta del governatore Andrew Cuomo. Il piano, presentato nell'ambito del discorso sullo stato dell'unione ad Albany, prevede nuove restrizioni sui fucili d'assalto, con l'obiettivo di vietarne l'acquisto, un inasprimento delle pene per i reati compiuti a mano armata e limiti severi al numero di munizioni che possono essere comprate.

Secondo quanto riferito ai media americani da fonti vicine a Cuomo, il progetto e' il piu' duro che l'America abbia mai conosciuto. Si rafforza quindi il fronte proibizionista, che vede schierati tra gli altri in prima linea anche il sindaco di New York, Michael Bloomberg. "La questione del controllo delle armi e' principalmente politica", ha detto Cuomo. Il dibattito vede infatti opposti la gran parte dei repubblicani, da sempre inclini a difendere il possesso di fucili e pistole da parte dei cittadini privati, in base a quanto previsto dal secondo emendamento della costituzione, e i democratici, fautori di politiche piu' restrittive.

Dati armi off limits per i medici. E i fan delle pistole condizionano da decenni il Congresso
La riforma sanitaria, fortemente voluta da Barack Obama, prevede che i medici e i ricercatori scientifici non possano entrare in possesso dei dati circa l'uso delle armi tra i pazienti americani. E questo per evitare che le compagnie assicuratrici, sulla base di queste statistiche, possano alzare il prezzo delle polizze ai loro assistiti che detengono una pistola.

Una postilla pro-armi introdotta all'ultimo momento nella cosiddetta Obamacare, varata circa due anni fa, frutto delle pressioni enormi della potente lobby dei fan delle pistole, guidata dalla National Rifle Association, che da decenni condiziona l'attivita' legislativa di Capitol Hill. Lo ha denunciato il Washington Post e ne ha parlato a lungo la Cnn, la rete all news che dopo la strage di Newtown e' in prima linea nella battaglia per una legge piu' stringente sul controllo delle armi.

Del resto, ormai da decenni, fin dai primi anni '90, la ricchissima Nra preme sui singoli parlamentari perche' il Congresso tagli i fondi alla divisione del Center for desease control and prevention, l'Agenzia federale che si occupa della salute degli americani, e dunque anche dei danni provocati dalle armi. Stessi tagli chiesti e ottenuti al National Institutes of Health dopo le proteste dei fan delle armi su un loro studio che dimostrava il nesso molto forte tra alcolismo e incidenti legati alla detenzione di armi.

L'obbiettivo e' quello di limitare la produzione e quindi la diffusione di dati sulla pericolosita' delle armi, in modo da evitare di allarmare l'opinione pubblica. Tuttavia, quelle poche cifre raccolte parlano chiaro: in America le vittime da armi sono oltre 30mila l'anno. Un numero che per la prima volta, nel 2012, potrebbe superare quello delle morti per incidenti stradali. Per non parlare dell'incidenza tra i minorenni: tra il 2008 e il 2009 per colpa delle armi da fuoco ci sono stati 5470 morti e 34,387 feriti tra bambini e adolescenti. E le sparatorie sono la terza causa di morte per i ragazzi tra i 5 e i 14 anni di eta'.