Addio alla 'signora delle cellule', grande italiana e infaticabile Premio Nobel per la medicina. Così la stampa estera piange la scomparsa di Rita Levi Montalcini, morta nella sua casa romana a 103 anni. Dalla Francia agli Usa i media sottolineano come la senatrice a vita abbia condotto parte delle sue ricerche ''in segreto, sfidando l'antisemitismo e le leggi razziali negli anni di Mussolini''.
''E' morta Rita Levi-Montalcini, pioniera della biologia italiana'' titola il britannico THE GUARDIAN ripercorrendo la lunga vita della scienziata nata da una famiglia ebrea sefardita e mai convolata a nozze ''per paura che un simile legame avesse minato l'indipendenza'' di una donna divenuta una ''dei leader degli scienziati italiani''.
In Francia l'emittente TF1 nel suo sito web pubblica un lungo articolo sulla scienziata italiana ricordando come le sue ricerche ''abbiano permesso importanti progressi nello studio di malattie celebrali come l'Alzheimer''. ''Rita Levi-Montalcini, l'infaticabile premio Nobel per la medicina, si e' spenta'', titola invece LE POINT evidenziando come la Montalcini sia stata anche ''la prima donna presidente dell'Enciclopedia italiana''.
In Germania il DIE WELT ricorda la scomparsa della Montalcini mentre in Spagna EL PAIS ripercorre la biografia ''della neurologa e Premio Nobel italiana'': dagli anni del fascismo e del secondo conflitto mondiale alla nomina a senatrice vita, passando per le sue dichiarazioni che, nel 1999, ''riaprirono il dibattito sull'eutanasia'' in Italia.
Oltreoceano anche il WASHINGTON POST e il sito web di TIME ricordano la scomparsa della Montalcini mentre il magazine specializzato SCIENTIFIC AMERICAN dedica un un lungo articolo - intitolato ''Trovando il bene nel male: un profilo di Rita Levi Montalcini'' - alla ricercatrice che ''sfidando pregiudizi e avversita' come donna e come ebrea riusci' comunque a chiarire un essenziale fattore della crescita per la sopravvivenza delle cellule nervose''. In Israele, infine, il JERUSALEM POST e HAARETZ piangfono quelle che viene definita come ''una grande perdita'' per l'Italia.