"Siamo solo all'inizio delle riforme strutturali. Occorrerà anche per l'Italia migliorare ogni giorno". Lo ha detto il premier Mario Monti parlando nello stabilimento Fiat di Melfi. "L'azione del governo è solo all'inizio anche se quella di questo governo è terminata", ha aggiunto alludendo alla necessità di continuare il processo di riforme avviato.
"Quando tredici mesi fa ci e' stata affidata dal Capo dello Stato e dai partiti che in Parlamento ci hanno sostenuto la responsabilita' di rimettere in carreggiata l'Italia -ha aggiunto Monti- eravamo consapevoli che ci sarebbero stati diversi sacrifici da chiedere agli italiani. L'Italia aveva la febbre, anche alta, e non si poteva curare con una semplice aspirina, aveva bisogno di una medicina che non curasse solo gli effetti esteriori o alleviasse soltanto i sintomi. Una medicina amara, non facile da digerire, ma assolutamente necessaria, per andare a fondo ed estirpare la malattia". "Sarebbe irresponsabile, non oso pensare che avvenga -ha ripetuto il premier- dissipare questi sacrifci, che potrebbero essere prontamente spazzati via e dover ricominciare tra qualche anno", facendo ripiombare gli italiani "in uno stato leggermente nirvanico e lontano dalla realta'".
"Non si puo' riformare un Paese -ha sottolineato il premier- senza accelerare un'evoluzione delle mentalita'. Ci e' stato detto: voi siete un governo tecnico, vi ringraziamo se sarete capaci di sottrarre l'Italia all'emergenza finanziaria, ma guardatevi bene dal fare cio' che non vi e' stato chiesto e cioe' spiegare agli italiani che anche attraverso un cambio di mentalita' si riacquista una prospettiva di crescita e di fiducia in se stessi".
"Fare le riforme, accettare le riforme, per cogliere nuove opportunita' anche per i lavoratori", non rimanendo legati ad "una catena che inchioda al passato". E' l'appello del presidente del Consiglio Mario Monti, intervenunto alla presentazione del nuovo piano di sviluppo dello stabilimento Fiat di Melfi. Il premier mette in guardia dal "rifiuto del cambiamento", dal "restare aggrappati ad un passato che non tornera', arroccati a forme di tutela degli interessi dei lavoratori che nel tempo hanno l'effetto opposto".
"Da Melfi, parte un'operazione che non è per i deboli di cuore, ma noi sappiamo che può emergere un'Italia forte di cuore", ha affermato il presidente del Consiglio. "Mi sembra che l'Italia sappia rimboccarsi le maniche nonostante le difficoltà evidenti e che sappia guardare con ritrovata fiducia" al futuro.