di Sandro Calice
di Rich Moore, Usa 2012, animazione (Walt Disney Pictures)
con le voci di Sarah Silverman, John C. Reilly, Jane Lynch, Jack McBrayer, Jamie Elman.
Chiunque sia stato ragazzo negli anni ’80 ed abbia assistito (e partecipato soprattutto) all’alba dei videogiochi non può perdersi l’ultimo (capo?)lavoro di casa Disney. Poi si, certo, potete anche portarci i vostri bambini.
Ralph è il cattivo di un videogioco “antico” ma ancora piuttosto gettonato nella sala giochi: a ogni moneta infilata nella fessura lui parte a distruggere il Condominio Belposto fino a quando non arriva il protagonista (quello “comandato” dal giocatore), l’insopportabile precisino Felix Aggiustatutto che, appunto, mette tutto a posto. Il problema è che Ralph non lo vuole più fare il cattivo, non ne può più, vuole essere un’eroe. E un’eroe che si rispetti deve vincere una medaglia. Non a Belposto certo, lì non gli vogliono bene. Ma nella sala giochi c’è solo l’imbarazzo della scelta: e quel gioco militare sembra quello che ci vuole. Però attento Ralph, fuori da Belposto non tutti i cattivi sono buoni come te, anzi!
“Ralph Spaccatutto”, omaggio colto e intelligente alla storia dei videogiochi qual è, rischia davvero di essere più appetibile per i grandi che per i piccini, che ad esempio potranno “godere” forse esteticamente ma non certo mentalmente di come gli autori siano riusciti a rendere perfettamente l’effetto a 8-bit del mondo dei primi videogiochi. Anche i personaggi “citati”, da Sonic a Pac-Man, da Tapper a Street Fighter, appartengono a un immaginario collettivo più vintage che contemporaneo. La Disney, però, il regista Moore (un passato dietro ai Simpson e a Futurama) e quel drago di John Lasseter (leader della Pixar e produttore del film), come sempre offrono due prospettive: quella “nerd” di cui abbiamo detto e quella della splendida avventura di un “disadattato”, di uno che non si sente al suo posto e dei sacrifici che fa per raggiungere il suo sogno, credendo fortemente nel fatto che possiamo sempre essere diversi da come ci hanno programmati. Ed è pienamente rispettata anche la filosofia di Lasseter, quella che impone tre elementi perché un film animato funzioni: una storia avvincente, dei personaggi memorabili e un mondo credibile. Qualche semplificazione di troppo e una sceneggiatura non sempre impeccabile possono far dubitare del capolavoro, ma è sicuramente il film d’animazione che a Natale potete andare a vedere a colpo sicuro.