di Maurizio Righetti
Nella “classifica” delle preferenze dei più piccoli, forse a sorpresa, dolce e amaro sono al primo posto ex aequo fra i sapori percepiti, mentre in terza posizione si piazza il gusto salato e quindi, più difficile da riconoscere, quello acido. Il dato, sottolineato dagli esperti riuniti alla Sapienza di Roma per il congresso “Update in odontoiatria pediatrica: ricerca e best practices”, già da solo dovrebbe indurre ad un cambio drastico di atteggiamento da parte dei genitori. A vantaggio della salute dei piccoli e anche della loro famiglia, del risparmio per le proprie tasche e per il sistema sanitario. Si potrebbe partire da subito. Visto che le festività recano con loro la tendenza ad esagerare con pandori e panettoni, frutta candita, preparazioni di pasticceria della tradizione. Dunque è inutile, oltre che rischioso, ancor più per la salute dei denti, proporre cibi molto zuccherati credendo che siano maggiormente graditi. Al posto di un torrone come dessert, ad esempio, può andar bene un po' di cioccolato fondente amaro.
Alessandra Majorana: amaro e dolce vengono riconosciuti dai bimbi anche alle concentrazioni più basse
L'indagine, la prima finanziata dal MIUR per l’odontoiatria pediatrica, è uno studio multicentrico randomizzato in cieco condotto su 500 bambini dai 5 ai 12 anni da ricercatori delle cliniche odontoiatriche pediatriche di Brescia, Roma Sapienza, Milano Statale, Bologna e Sassari. “Abbiamo sottoposto i piccoli a un test del gusto proponendogli soluzioni dolci, amare, acide o salate in cui il sapore era via via più concentrato; fra un assaggio e l'altro davamo loro dell'acqua – spiega Alessandra Majorana Ordinario di Odontoiatria Pediatrica all’Università di Brescia – Ai bimbi è stato chiesto di riconoscere il sapore che gli veniva fatto assaggiare, per verificare a quale concentrazione riuscissero a identificarlo. Abbiamo così osservato che il sapore amaro e il dolce vengono riconosciuti dai bimbi anche alle concentrazioni più basse, mentre il salato e l'acido vengono percepiti alla seconda o terza prova, ovvero a concentrazioni di sapore più elevate. La soglia di percezione dell'acqua non è definita, ma possiamo dire che tutti la sanno riconoscere”. I risultati non sono diversi fra maschi e femmine e l'intensità percepita del gusto, indicata dai bambini con un voto da uno a dieci, cresce proporzionalmente all'aumentare della concentrazione del sapore; i bambini con alterazioni dell'olfatto invece registrano maggiori difficoltà nell'identificare il gusto.
Antonella Polimeni: lo zucchero fa male sia alla salute dei denti che in generale, perché favorisce il sovrappeso
“Questi dati sono molto importanti perché per la prima volta ci permettono di conoscere la vera attitudine al sapore dei bambini e quindi di dare indicazioni precise per una dieta corretta – chiarisce Antonella Polimeni, Direttore del Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche dell’Università Sapienza di Roma e Presidente del Collegio Nazionale dei Docenti di Odontoiatria –. Il fatto che i bambini percepiscano allo stesso modo e con la stessa intensità il dolce e l'amaro implica che non è necessario proporre ai piccoli cibi molto dolci o zuccherati pensando che li gradiscano di più: tisane per la prima infanzia, bevande, merende per bambini e perfino i farmaci, dagli sciroppi alle sospensioni, sono spesso addizionati di notevoli quantità di zucchero che, come sappiamo, fa male sia alla salute dei denti che in generale, perché favorisce il sovrappeso. Aver scoperto che i bimbi riconoscono il dolce a bassissime concentrazioni significa che non è necessario “caricare” la dieta dell'infanzia di zucchero, ma che possiamo essere certi che il piccolo gradirà un cibo anche se non è dolcissimo. Allo stesso modo, sapere che la soglia di percezione dell'amaro è bassa può aiutarci a ridurla ancora, ad esempio nei farmaci, così da calibrare l'aggiunta di zucchero perché “la pillola vada giù”. Tutto questo è importante anche perché sappiamo che il gusto può essere educato: se i bambini nella primissima infanzia vengono esposti a cibi e bevande dolci poi inevitabilmente finiranno per preferire questi alimenti con tutti i rischi che ne derivan; pertanto contenere i livelli di esposizione agli zuccheri, consapevoli che il bimbo percepisce comunque il sapore, consente di ridurre l'amore per il dolce più avanti negli anni”. Lo studio ha preso in esame anche bambini sottoposti a chemioterapia, perché è noto che questo tipo di cure può compromettere la capacità di riconoscere il gusto.
Laura Strohmenger: ricalibrare le scelte anche per i bambini malati
“Questi bimbi riconoscono il sapore con più difficoltà, infatti distinguono le differenti sostanze sapide solo a concentrazioni molto elevate e per tutto il periodo della terapia – osserva Laura Strohmenger, Ordinario di Odontoiatria pediatrica e Coordinatrice del Centro di Epidemiologia Orale e Odontoiatria di Comunità dell’OMS presso l’Università Statale di Milano – Aver raccolto questi dati è perciò ancora più importante per i bimbi malati, perché potremo imparare come modulare la loro dieta aumentando la sapidità dei cibi che proponiamo loro, così che continuino a gradirli e possano mangiare anche loro con maggior piacere”.