di Mariaceleste de Martino
(mceleste.demartino@rai.it)
Una supposta alla Cannabis. Presto in arrivo anche in Italia. Ora, per l’opinione pubblica in generale è considerata una droga, ma può essere un medicinale anche in forma di capsula contro il dolore e usata come terapia anticancro o anche per l’emicrania e l’artrite. È il derivato della Cannabis sativa, nome scientifico per la canapa, che in gergo viene comunemente chiamata marijuana, mentre l’hashish è un derivato della pianta come lo è anche la ganja, l’olio o altro.
Nasce in Asia ed era sacra per gli Hindu. Adesso è diffusa in quasi tutti i Paesi del Mondo, tra cui Argentina e Uruguay dove è legale per uso privato, in Belgio è illegale, ma il governo ha approvato un programma di ricerca per scopi medici, in Camerun chi ha l’Aids o il cancro può farne uso come antidolorifico, in Canada è illegale anche se depenalizzato, ma legale per uso terapeutico come anche in Israele, ma solo per ogni singolo caso, in Portogallo è legale il possesso, legale anche nella Repubblica Ceca e i Paesi Bassi, in Spagna in luoghi autorizzati, in Germania fino a 10 grammi, nel Lussemburgo si può usare per scopi medici purché il consumatore sia adulto, è legale in 19 degli Stati americani, tra cui la California e incluso il distretto della Columbia dove c’è la capitale Washington D.C.) per uso medico. In Colorado e lo Stato di Washington è autorizzata per “scopo ricreativo”.
Più di 500 economisti mondiali hanno denunciato i costi elevatissimi del proibizionismo sulla Cannabis. Il premio Nobel Milton Friedman diceva: “È un sussidio del governo al crimine organizzato”. L’affare si aggira oltre i 7 miliardi di dollari l’anno.
Cannabis è sinonimo automatico di “droga”. Ma, invece, può essere utilizzata a scopo medico. Nel 2013 è prevista la coltivazione in Italia a uso terapeutico fino a un massimo di 20 chili. E ci sono già delle case farmaceutiche pronte a metterle sul mercato. Toscana, Liguria e Veneto sono le regioni disposte a fornirla attraverso il servizio sanitario regionale.
A Rovigo si trova l’unico centro pubblico in cui si fa ricerca autorizzata dal ministero della Salute. In 300 metri quadri vengono coltivate piante fino a un metro di altezza, per ora al chiuso in stanze apposite, ma dal prossimo anno potrebbero diventare 2000 metri quadri all’esterno e le piante possono raggiungere anche i due o tre metri, come alberi. Il responsabile del progetto è il primo ricercatore Gianpaolo Grassi del Cra-Cin, Centro di ricerca per le colture industriali di Bologna, della sede distaccata di Rovigo.
In Europa, e nel mondo, quali sono i Paesi che vendono medicinali a base di Cannabis?
“In Inghilterra opera l'azienda che ha investito tutto il suo impegno per sviluppare farmaci a base di cannabinoidi. In nove anni hanno sviluppato il primo destinato ai malati di sclerosi multipla. È un farmaco che allevia i sintomi della malattia, ma purtroppo non la cura in modo diretto. Il costo di questa realizzazione è stato stimato attorno ai 100 milioni di sterline e il singolo flacone costerà circa 500 euro, che basta per una cura di durata di circa 20 giorni.
In Olanda è stata avviata dallo stesso ministero dello Sport e della Sanità, in collaborazione con due aziende private, la produzione e distribuzione di farmaci galenici a base di Cannabis. In questo caso si tratta di fiori essiccati il cui costo non supera i 10 euro al grammo. Quando arriva da noi il prezzo lievita e supera i 30 euro al grammo.
In Germania operano un paio di case farmaceutiche che sintetizzano, partendo dalla base vegetale i principi attivi cannabinoidi e li distribuiscono ai laboratori farmaceutici degli ospedali e direttamente alle farmacie. Il costo è intermedio tra i due sopra indicati.
Un contatto di collaborazione molto utile l'abbiamo con l'unico centro autorizzato negli Stati Uniti a produrre Cannabis, l'Università del Mississippi. Anche se hanno progetti ben finanziati e competenze al massimo livello, le loro norme federali gli impediscono di operare come vorrebbero e sono più limitati di noi”.
Quali proprietà benefiche ha la Cannabis?
“Noi operiamo esclusivamente sulla pianta intera e non abbiamo modo di addentrarci nello studio dell'attività biologica dei suoi costituenti. Per questo abbiamo collaborato con altri centri come la Facoltà di Farmacia di Bologna, Ferrara, Novara (Prof. G. Appendino), medici di Roma e centri specializzati nei test biologici della Spagna, Germania e Inghilterra”.
Se l'uso della Cannabis diventasse legale in Italia per scopi terapeutici non sarebbe più catalogata come “droga”. Ma numerosi sono i medicinali che danno assuefazione, come alcuni antidepressivi o ansiolitici che sono prescrivibili e legali.
Come ricercatore, a che livello di “tossicità” metterebbe la Cannabis usata per terapia medica?
“I cannabinoidi sono da anni (18 Luglio 2006, Gazzetta Ufficiale n. 183 del 8-8-2006) legalmente autorizzati per uso medico e infatti sono nelle tabelle ( tab. IIB) del testo unico degli stupefacenti (309/90) perciò sono anni che si possono utilizzare, ma se ai medici non si spiega cosa sono, cosa fanno, come si impiegano e soprattutto dove si trovano, non saranno mai largamente utilizzati.
I medici che li possono utilizzare, per esempio quelli della California, hanno migliaia di pazienti e ne conosco personalmente uno che basa le sue cure quasi esclusivamente sul cannabinoide non psicotropo Cannabidiolo (CBD) perciò quando i medici diventeranno consapevoli e liberi di utilizzare i diversi cannabinoidi, le cose cambieranno e soprattutto cambieranno per migliaia di pazienti.
Io non sono un tossicologo, ma dalla letteratura ufficiale ho appreso che solo il THC ha un peso per quanto riguarda la sua tossicità comunque mai mortale e inferiore all'alcool e tabacco. Gli altri cannabinoidi non sono neppure considerati, ma purtroppo anche dalla maggior parte dei medici, come farmaci”.