L'adozione di politiche di austerity in Europa sono all'origine dell'aggravarsi della recessione. A sostenerlo e' il presidente del Brasile, Dilma Rousseff, in occasione della sua visita in Francia dove ha incontrato il presidente della Repubblica francese, Francois Hollande. L'attuazione di politiche di austerity nella maggior parte dei paesi sviluppati, sottolinea Rousseff, "non ha risolto il problema della crisi". Anzi hanno contribuito "ad aumentare la recessione, la disoccupazione, in particolare dei giovani, e ad un aumento del sentimento di disperazione. L’austerity di fatto è amica della recessione".
Il presidente del Brasile ha quindi difeso "la ricerca di un percorso che combini risanamento dei conti pubblici con incentivi adeguati per gli investimenti e il consumo, che sono essenziali per la ripresa della crescita". I paesi latino-americani, dopo due decenni "di serio aggiustamento" dei conti pubblici, sottolinea Rousseff, hanno imparato che "un radicale taglio delle spese danneggia soprattutto il futuro dei popoli". Nei paesi sviluppati "i tagli hanno colpito le basi dello Stato sociale conquistato da generazioni di uomini e donne dopo la terribile esperienza di due guerre mondiali" e "ha colpito anche una delle piu' grandi opere politiche del mondo che e' stata la creazione dell'Unione europea e l'euro".
Per superare la crisi in Europa, sottolinea ancora Rousseff, "serve un'unione bancaria efficace" nella zona euro con una Banca Centrale "con poteri per difendere l'euro" a trecento sessanta gradi e che con la possibilita' di "emettere degli eurobond".