L'Italia "è ancora in recessione, per il sesto trimestre consecutivo", anche se la situazione "non è uniformemente scura e ci sono segnali di assestamento" ma "l'orizzonte è ulteriormente offuscato dall'indeterminatezza dell'esito delle prossime scadenze elettorali". Lo dice il Centro studi di Confindustria in Scenari economici spiegando che sulla ripresa pesa "la cappa dell'incertezza e della sfiducia". Secondo gli economisti di viale dell'Astronomia, "l'uscita dalla crisi presuppone l'interruzione del credit crunch": per "realizzare un'espansione degli investimenti a ritmi analoghi a quelli del decennio pre-crisi, e non fu proprio un boom, occorrono finanziamenti aggiuntivi per 90 miliardi nei prossimi cinque anni". Per il CsC, "ovunque spetta alla politica rompere la cappa dei timori e orientare le aspettative verso una nuova stagione di sviluppo".
La ripresa è rinviata di sei mesi, a partire dall'ultimo trimestre del 2013, secondo le nuove previsioni del Centro studi Confindustria: il Pil scenderà del 2,1% nel 2012 (-2,4% stima precedente) e dell'1,1% nel 2013 (-0,6% stima precedente). Nel 2014 si prevede +0,6%. Il Pil italiano è già del 7% sotto il picco del 2007 e toccherà nuovi minimi, secondo il Csc, ma la velocità si sta attenuando. Il tratto che distingue questa recessione è "il crollo della domanda interna": per i consumi -3,2% nel 2012 (solo +0,3% nel 2014) è il calo peggiore dal dopoguerra e per gli investimenti "un violento" calo dell'8,2% quest'anno, "una seria ipoteca alle potenzialità di sviluppo futuro".
"Ok pareggio bilancio 2013, debito sopra 125% Pil"
L'obiettivo del pareggio di bilancio strutturale è confermato nel 2013 (-0,2% al netto del ciclo) nonostante il ritardo della ripresa. Lo prevede il Centro studi Confindustria: -2,3% sul Pil nel 2012 quello effettivo, -1,9% nel 2013, -1,8% nel 2014. Corposo l'avanzo primario: 2,9% del Pil quest'anno, 3,6% nel 2012, 3,7% nel 2014. Il debito resta elevato: nel 2012 al 125,9% del Pil, nel 2013 al 126,7% e nel 2014 al 125,4% (121,4% al netto contributi europei di stabilità e alla Grecia).
"La pressione fiscale resta ai massimi storici, è insostenibile"
"La pressione fiscale rimarrà prossima ai massimi storici e insostenibilmente elevata, specie quella effettiva, al 53,9% del Pil nel 2014 tolto il sommerso dal denominatore". E' la valutazione del Centro studi di Confindustria che stima una pressione fiscale al 44,7% nel 2012, al 45,1% nel 2013 e al 44,8% nel 2014. Quella reale pero' sara' al 53,8% quest'anno e al 54,3% il prossimo.
"Disoccupazione all'11,8% nel 2013, al 12,4 nel 2014"
L'occupazione calerà fino a fine 2013 attestandosi a -0,6% (-1,1% nel 2012) e tornerà a crescere nel 2014 segnando +0,1%. Lo dice il Centro studi di Confindustria che stima la disoccupazione al 10,6% nel 2012, all'11,8% nel 2013 e al 12,4% nel 2014 (13,6% incluse le ore di Cig utilizzate). Secondo gli economisti di viale dell'Astronomia, "dal picco di fine 2007 alla metà del 2011 sono state 1,1 milioni le unità perdute e diverranno 1,5 milioni nel terzo trimestre 2013".