Puntuale, arriva il tradizionale sciopero prefestivo dei gestori delle pompe di carburante. Tre giorni di serrata, dalle 19 di oggi alle 7 di venerdì mattina, proclamati dal presidente di Figisc-Confcommercio, Luca Squeri, al termine dell'incontro al ministero dello Sviluppo economico, presieduto dal sottosegretario Claudio De Vincenti e concluso con un nulla di fatto.
''Non ci sono state risposte vere e concrete alle nostre richieste'', spiegava Squeri ricordando che i temi sul tavolo erano la politica di tassazione e il conseguente aumento degli oneri per i gestori; il mancato rinnovo degli accordi economici con le compagnie petrolifere e l'introduzione della moneta elettronica. Quindi, sottolinea, ''è stato confermato lo sciopero".
Il tutto, si ricorda, proprio mentre le quotazioni dei prezzi confermavano la tendenza al ribasso, dando un po' di respiro agli automobilisti italiani, presi nella morsa della crisi e del caro-auto. In calo le medie ponderate nazionali dei prezzi consigliati in modalità servito tra le diverse compagnie.
UP, DAI GESTORI RICHIESTE PRETESTUOSE - MERCATO IN CONTRAZIONE
''Le richieste delle associazioni dei gestori carburanti, a giustificazione dell'agitazione proclamata, sono del tutto pretestuose e non corrispondenti alle reali condizioni di un mercato in forte contrazione''. Così Unione Petrolifera reagisce alla posizione dei gestori, sempre al termine del tavolo al ministero, confermando però la disponibilità ''al confronto e ad individuare soluzioni per le specifiche situazioni di sofferenza''.
Alla difesa dei petrolieri ribatte ancora la categoria, che critica anche l'esecutivo: ''nemmeno il governo dei tecnici trova la forza e gli strumenti adatti per costringere le compagnie petrolifere a rispettare le leggi vigenti e che esso stesso ha introdotto''scrivono più tardi in una nota Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio. "Le evidenti violazioni, da ultimo dello stesso decreto 'cresci Italia', che hanno portato alla proclamazione dello sciopero nazionale dei gestori -sottolineano i gestori degli impianti dei carburanti- vengono persino rivendicate dai petrolieri, senza che il ministero dello sviluppo economico sia stato capace di opporre qualsiasi freno a comportamenti che costituiscono una vera e propria aggressione nei confronti di circa 24.000 piccole imprese di gestione e di oltre 120.000 lavoratori occupati nel settore''.
RILANCIANO I GESTORI: 'RIFORNIMENTI A RISCHIO PER NATALE, MA NON SARA' COLPA NOSTRA'
Si tratta, sottolineano, ''di una situazione assurda e intollerabile'' che certifica l'impotenza delle Istituzioni di fronte a comportamenti gravissimi di lobby potenti che scaricano ingiustamente su lavoratori, cittadini e l'intera collettività costi incalcolabili". Getta acqua sul fuoco il ministero retto da Corrado Passera, parlando di alcuni ''passi in avanti'' sulle tipologie contrattuali e sulle commissioni bancarie. Contemporaneamente, però, il ministero registra posizioni ''distanti'' sulle condizioni economiche per l'esercizio degli impianti: che poi è da sempre il nodo vero dello scontro tra gestori e petrolieri.
Rifornimenti a rischio, sottolineano poi le associazioni di categoria, anche per la settimana prima di Natale, a causa ''del preannunciato rifiuto di molte compagnie petrolifere di rifornire gli impianti, in vista del cosiddetto 'No Rid Day', vale a dire del rifiuto dei gestori di pagare una fornitura di carburante tra i giorni 17 e 22 dicembre prossimi, per protestare contro il rifiuto delle compagnie stesse a rinnovare i contratti collettivi scaduti da anni.
Inoltre, tra Natale e Capodanno, per gli automobilisti non sarà possibile pagare il pieno attraverso le carte di credito ed il pago bancomat, per protesta contro il rifiuto delle Banche ad applicare la norma di legge che prevede la gratuità dell'utilizzo della moneta elettronica, sia per i gestori che per i consumatori, per il pagamento dei rifornimenti fino a 100 euro''.
AUTHORITY, GARANTIRE I SERVIZI MINIMI, NIENTE SICOPERI TRA 20/12 E 6/1
L'agitare lo spettro di disagi natalizi fa intervenire immediatamente il Garante per gli scioperi, che in una nota ricorda come "i servizi minimi da garantire, in occasione dello sciopero dei gestori degli impianti di carburanti, prevedano per la rete urbana ed extraurbana, il mantenimento in servizio di un numero di stazioni di rifornimento non inferiore al 50% degli esercizi aperti nei giorni festivi secondo i turni programmati'' mentre per la rete autostradale ''le stazioni di servizio in funzione dovranno rimanere aperte in misura non inferiore ad una ogni cento chilometri''.
Inoltre, sottolinea la Commissione, è opportuno ricordare ''che gli addetti alla distribuzione dei carburanti non potranno effettuare scioperi nei giorni delle festività natalizie, compresi tra il 20 dicembre e il 6 gennaio''.
CONSUMATORI, ATTENZIONE AI RIALZI DEI PREZZI
Dalle associazioni dei consumatori, naturalmente, arriva la bocciatura della serrata, soprattutto in un periodo prenatalizio. Il Codacons arriva a chiedere l'intervento delle fiamme gialle: alla Guardia di finanza viene suggerito di "effettuare fin da stamattina controlli ai distributori di carburanti per impedire che si speculi sullo sciopero, innalzando indebitamente i prezzi di benzina e gasolio per approfittare delle inevitabili code che si formeranno nel pomeriggio di oggi''.
''Sarebbe, infatti, intollerabile, oltre che illegale -sottolinea il Codacons-, se i benzinai dallo sciopero non solo non ci rimettessero nulla, come accade a qualunque altro lavoratore, ma addirittura ci guadagnassero rialzando artificiosamente i prezzi. Rispetto al tavolo del ministero dello Sviluppo economico resta il rammarico della mancata convocazione di tutte le parti in causa per rivedere gli accordi già siglati e la norme, insoddisfacenti per tutti''. Il Codacons, conclude la nota, ''chiede ai cittadini di segnalare se sulla rete autostradale le stazione non saranno aperte almeno ogni cento chilometri''.
Sulla stessa linea Federconsumatori e Adusbef: con la protesta "non solo molti cittadini rischieranno di rimanere 'a secco' ma, come consueto, vi sarà la corsa al rialzo da parte di alcuni distributori scorretti, sempre pronti a far pagare a peso d'oro il poco carburante disponibile".
"Pur condividendo le rivendicazioni dei distributori, che invocano da anni una riorganizzazione dell'intero settore ed una modernizzazione della rete di distribuzione, siamo convinti che era doveroso evitare lo sciopero, a maggior ragione -concludono le due associazioni- in un momento delicato come quello che le famiglie e l'intero paese stanno attraversando".